lunedì 19 gennaio 2015

LA FLESSIBILITA' €UROPEA E LA RECESSIONE 2015. LA TROJKA ITALIAN WAY E' GIA' QUI

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1. Come preannunziato in questo post, parleremo della novità della "flessibilità fiscale" preannunziata dalla comunicazione della commissione UE emessa alla scadenza del semestre italiano.
Parliano appunto della comunicazione sulla flessibilità della Commissione europea, che chiarisce l'applicazione delle regole del Patto di stabilità e crescita; da essa deriverebbe che il prossimo anno l'Italia, sulla via per raggiungere l'obiettivo del pareggio di bilancio strutturale, dovrà correggere il disavanzo dello 0,25% e non dello 0,5%.
Ora dobbiamo capire intanto su quale riferimento agisce questa attenuazione degli obblighi di obiettivo intermedio. 

In linea teorica, l'aggiustamento richiesto per il 2015 era dello 0,6% del PIL, almeno alla luce della precedenti prese di posizione della Commissione in corso di 2014: cioè, parrebbe, un aggiustamento pari alla differenza tra quanto consolidato nel 2014 stesso (0,1) e quanto ci si attendeva in base alle precedenti indicazioni della Commissione (0,7), recepite nel DEF a suo tempo redatto dal governo Letta. Questo aveva stabilito gli obiettivi intermedi di deficit al fine di raggiungere il pareggio strutturale entro il...2015, o il 2016: alla fine non si è più badato a precisare questo "piccolo" dettaglio sulla decorrenza di quanto richiederebbe il fiscal compact. Ovviamente soltanto all'Italia.

2. Ma non stiamo a sottilizzare: la burletta del fiscal compact va in scena solo per noi. Ora, paiono dimenticare il debito e si soffermano sull'indebitamento annuo, cioè sul deficit.
Il governo Letta aveva programmato alla fine del 2014 un deficit al 2,5 del PIL: non è stato rispettato, non pare che sia avviata alcuna procedura di infrazione, allo stato, e per il 2015 si richiedeva una correzione del deficit al 2,4 (o al più 2,5), che, però si applica sul target derivante dalla originaria versione della legge di stabilità per il 2015, cioè sul 2,9.
Insomma: la flessibilità consisterebbe nel consentirci alla fine del 2015 un deficit del 2,65% anzicchè del 2,4 (cioè 2,9-0,5, che era la misura originaria della correzione che la Commissione avrebbe imposto per rispettare gli obiettivi intermedi).
Questo deficit di maggior tolleranza sarà consentito in quanto, in misura corrispondente ai 0,25 punti di PIL, saranno considerate ammissibili corrispondenti spese per investimenti, tenendo conto delle "riforme intraprese" e del "ciclo economico". Investimenti, riforme e ciclo economico sarebbero le tre "clausole" della nuova flessibilità introdotte dalla Comunicazione della Commissione UE.


Il nuovo spirito di "tolleranza" ce lo aveva già, pochi giorni prima, anticipato Dombrovskis, vicepresidente della Commissione responsabile dell'euro, messo lì, a quanto pare, a sorvegliare il Moscovici, Commissario UE agli affari economici che, essendo francese, non pareva ai tedeschi sufficientemente affidabile, dato il "leggero" conflitto di interesse che riguarda il vaudeville del suo paese sull'allegro rispetto del fiscal compact. Anzi proprio del rientro nel limite del 3%. Più volte annunciato e praticamente rinviato sine die in modo divenuto, negli ultimi tempi, quasi irridente (chiedere a Sapin), alla stregua dei criteri e dei parametri che, al contrario, vengono accettati senza obiezioni dall'Italia.
Basti dire che la Francia si attesterebbe su un 4,4 per il 2014 e preannunzia, bontà sua, un 4,3 per il 2015, con un bel 3,8 per il 2016! (E fosse pure un 4,1 nel 2015, il grottesco entretienne non cambia).

  © EPA

4. Torniamo all'Italia e a...Dombrovskis: in un'intervista a "Il Messaggero" del 14 gennaio scorso, aveva detto:"Ai paesi che presenteranno un piano di riforme con un impatto positivo sul bilancio consentiremo una deviazione temporanea dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di medio termine (il pareggio di bilancio). Ma i paesi dovranno anche recuperare nei quattro anni successivi e il 3% di deficit non potrà essere superato. Altrimenti la flessibilità verrà ritirata".

Riassumendo:
a) La Francia, comunque la si voglia mettere, godrà della nuova flessibilità anche se non rispetterà il limite del 3%. E si farà l'ammujna euro-truffaldina che siccome sono venuti incontro a noi (che il 3% lo abbiamo inivece rispettato abbondantemente), bisognerà farlo anche con i francesi;

b) a noi "vengono incontro", con grande condiscendenza, e presentandocelo come una svolta clamorosa, solo perchè la nuova "comunicazione", ammetterebbe, a quanto sembra, una certa rilevanza del ciclo economico negativo, cioè della recessione grosso modo assestatasi al -0,5 del PIL a fine 2014 (seguendo ad un -1,9 2013 e ad un -2,7 2012!).  
La Francia, non potrebbe invocare altrettanto, avendo evitato la recessione e proprio grazie alla violazione del tetto al deficit negli stessi anni; ma riuscendo peraltro ad evitare (misteriosamente) altre procedure di deficit eccessivo, pur avendo tenuto deficit molto superiori a quelli che la Commissione gli aveva concesso nello stesso periodo. Ma si sa...

c) La Commissione, verrà a verificare i dati italiani fiscali. Lo farà da subito verificando i confusi e impenetrabili calcoli dei saldi relativi alla legge di stabilità. Poi farà le sue valutazioni ufficiali alla fine del primo trimestre per vedere se imporre nuove manovre correttive...E poi dicono che "arriva la trojka!"; ma su! Basta il twopacks a privarci della sovranità;

d) sicuramente, qualcosina sarà andata storta: perchè infatti, applicando i moltiplicatori separati ai tagli della spesa pubblica rispetto agli interventi tributari (tasse aggiunte o in sgravio), abbiamo stimato un effetto recessivo della manovra di stabilità attuale almeno pari a 1,6 punti di PIL;

e) questi effetti depressivi, in precario equilibrio con l'opposto effetto del saldo positivo delle partite correnti, si manifesteranno fin dal primo trimestre del 2015 stesso. 
Ma ad essi, vanno aggiunti effetti recessivi non fiscali: quelli dell'applicazione "de facto", socio-politica, per così dire, del job-act; che sicurarmente è una riforma che piace a Moscovivi e ancor più a Dombrovskis, ma che altrettanto sicuramente avrà iniziato a scontare i suoi effetti in termini di maggior flessibilità del lavoro e maggior disoccupazione su dipendenti "baby-boomers" (quelli "costosi", che si vogliono rapidamente eliminare per sostituirli coi gggiovani a tutele inesistenti...cioè "crescenti"). 
Da ciò, uno scontato effetto di maggior tasso di disoccupazione fin dagli esordi del 2015 - come confermano gli ultimi dati sulla disoccupazione record, un trend che verrà molto probabilmente acuito, e non certo invertito dal jobs act
Tale prolungato effetto della crescita della disoccupazione, unito agli effetti depressivi del taglio cumulativo della spesa pubblica, porterà ad un conseguente restringimento della base imponibile e quindi delle entrate fiscali.

f) il chiaro verificarsi di questi "sintomi prodromici" di recessione in prosecuzione, - non forte, magari, una febbricciola- e di calo delle entrate, porteranno a un quasi certo quadro previsionale del primo trimestre di non rispetto del deficit al 2,65 del PIL, flessibilità €uropea o meno. 
E quindi, come al solito, i vispi e intelligenti Dombrovskis e Katainen, o altri ancora (tra i tecnocrati ordoliberisti i "geni" non mancano) dovrebbero prescrivere manovre fiscali di consolidamento aggiuntivo da subito.

trojka quanto costa

5. Ciò acuirà la recessione che già incombeva pure nel 2015: il governo, prevedibilmente, tergiverserà perchè ci sono le elezioni regionali poco dopo
Oppure i commissari UE faranno finta di nulla e si accontenteranno della recessione già in atto: qualche decimale, se i conti esteri avranno tenuto; almeno fino al primo trimestre 2015. 
Chissà, le sorprese negli ultimi tempi non mancano. Può accadere di tutto...

31 commenti:

  1. "L'ottimismo è il profumo della vita", recitava il poeta Tonino Guerra in una nota réclame.
    Anche Salvatore Rossi - che di professione fa il banchiere e non il poeta - parla di ottimismo ma, a differenza del bardo romagnolo, la sua vasta "produzione letteraria" ha virato verso il mondo onirico e impalpabile delle "favole".
    Raccontare favole - si sa - è per certi versi una vocazione, e Rossi può senz'altro ritenersi in tal senso un predestinato che tradisce questa sua innata inclinazione dall'uso costante di alcune figure retoriche tipiche dell'universo fiabesco, senz'altro attribuibili all'indole eterea e sognante dell'Autore.

    Tutte le fiabe di Rossi hanno una particolarità: vengono raccontate "ai grandi" e hanno come principale protagonista una fatina, Fata Fiducia: questa è quella di ieri: "L'economia italiana è stata fortemente danneggiata dalla doppia recessione: l'imperativo categorico per l'oggi è uscire dalla recessione(...) questo è possibile ma serve un ritorno alla fiducia(...) perché questa lenta ripresa continui e si rafforzi è indispensabile un ritorno alla fiducia. La fiducia nel futuro gioca un ruolo centrale nell'orientare il comportamento di consumatori e imprese".

    Chissà... e se gli italiani non credessero alle fate? - secondo il direttore generale della Banca d'Italia, il PIL nel I° trimestre di quest'anno tornerà a crescere e queste favole non potevano non richiamare alla memoria echi di trimestri lontani - positivi in sede di previsione, negativi alla prova dei fatti: sono oramai proverbiali le analisi "ad mentula canis" di Palazzo Koch che si risolvono immancabilmente in "revisioni al ribasso".

    Breve nota en passant: sarebbe interessante conoscere da Veni, Vidi, MoscoVici che ne è stata della procedura di infrazione alla Germania per eccesso di surplus.

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    1. Una volta mi sono impazzito a cercare di capire quale fosse il sistema normativo previsto per sanzionare il surplus: pare che non ci sia nulla di definito.
      Una (more solito) farraginosa procedura parrebbe essere quella dell'art.121, parr.3 e 4, del TFUE: ma pare che la sanzione sia una semplice raccomandazione del Consiglio su relazione della Commissione. Nei casi più gravi la raccomandazione è "resa pubblica"! Se no rimane evidentemente riservata.
      Nessuna sanzione pecuniaria paragonabile a quella applicata a seguito della procedura di infrazione per disavanzo eccessiva è prevista nel trattato

      Quanto alle revisioni al ribasso il problema mi pare questo: se ESSI non si sono vergognati finora della sequela di cialtronate previsionali, cosa può far pensare che gli italiani -intendo la schiacciante maggioranza- se ne siano accorti?
      La maggior parte degli italiani pare convinta che il problema sia la corruzione e che le risorse ci siano ma vanno "sprecate".

      L'altro giorno ho cercato di spiegare quanto questa sia un'emerita cazzata a un tipo che doveva essere di buona cultura (aveva una media impresa in settore tecnologico): mi ha risposto: "nulla potrà mai convincermi che non è così, qualunque cosa tu possa dirmi". C'è il rifiuto di capire e persino di provare a percepire il condizionamento cui si è sottoposti.

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  2. Ritorno alla fiducia? mi sembra -in effetti- la versione per grandi della morale dei film Disney: basta volerlo e puoi fare tutto! Peccato che il mondo reale sia leggermente diverso. Comunque, è una morale che fa molto comodo agli ipocriti: si scarica tutta la responsabilità sul singolo (non ce la ha fatta? Colpa sua!), e poi tutti con la coscienza a posto.

    Ormai, anche gli studiosi ortodossi, come Manasse:
    http://paolomanasse.blogspot.it/2015/01/the-eu-new-fiscal-flexibility.html
    Ammettono che i limiti del 3% e del 60% sono dei tabù. E si augurano che il Fiscal Compact "it will be silently scrapped..". Quindi, da un punto di vista economico, non credo ci sia altro da aggiungere. Le "previsioni tecniche" di ESSI (un esempio sono i DEF susseguitisi dal 2012, che recano previsioni clamorosamente smentite dai fatti), penso che siano pura e semplice propaganda. Come qualsiasi abietto regime, cercano di far adeguare il fatto all'idea anche in presenza di una realtà contraria. Nulla di nuovo sotto il sole, in fondo: non si credeva alla "vittoria finale" anche quando gli americani erano in sicilia? Saddam non dichiarava, forse, di avere "vinto" la "madre di tutte le battaglie"? Kim Jong Un non è forse convinto che il popolo nord coreano stia bene e che i "cattivi" siano, semplicemente "il resto del mondo"?

    Ho paura che liberalismo sia una dottrina economico-politica "de facto" anti-democratica. Non la pensavo così, ma temo di dovermi ricredere. Si può lavorare sulle sottigliezze terminologiche, invocare il dibattito Croce-Einaudi, ma il dato storico uscito da questa crisi economica pare superare tutto in un solo balzo. Il liberalismo del XXI secolo "odia" la democrazia come metodo e come principio, smantella il welfare, "esige" involuzioni autoritarie della forma di governo per garantire la sua esistenza, riesuma il darwinismo sociale (che sembrava sepolto per sempre dopo il 1945), trasforma intere nazioni e comunità di persone in aree di sottosviluppo, usa la crisi economica come metodo di governo e -sempre per governare- non cerca il consenso ma lo crea con la propaganda, con la menzogna e con la paura. Serve altro?

    Siamo a metà del secondo decennio del XXI secolo e mi pare di vedere un'Europa ancora impastoiata nel peggiore '900 (altro che "secolo breve!"). Il liberalismo peggiore impera, la tutela dei diritti di secondo livello è stata interpretata e implementata come "dittatura delle minoranze", le tutele dell'ambiente, della salute e dei diritti degli animali sono state ridotte a "ismi" carichi di intolleranza (tenete al guinzaglio i vostri bambini! Etc...), e il tutto è comunque asservito ad un ordinamento diseguale ed autoritario della società. E' questa la tavola dei valori su cui dovrebbero nascere gli Stati Uniti d'Europa? Perché se è così, sono un mostro. Ma forse (e me lo auguro), esagero.

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    1. Benvenuto!
      Rammento che il liberalismo preannunzia di dover limitre i parlamenti da subito. E rammento pure la vera funzione del fascismo, che scatta quando il liberalismo esagera e perde il controllo propagandistico...e allora occorre alimentare altri bisogni emotivi delle masse; ma per raggiungere (quasi) gli stessi risultati (e anche due guerre mondiali)
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/05/onesta-competenza-meritocrazia-e.html
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/11/antifascisti-su-marte-la-cecita-sul.html
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/12/zagrelbesky-ventotene-e-la-dimenticanza.html

      (links non per te, che so che li conosci ma per lettori nuovi o occasionali)

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    2. «Ho paura che liberalismo sia una dottrina economico-politica "de facto" anti-democratica.»

      Musica per le mie orecchie...

      Uniamo anche i puntini evidenziando la relazione tra Bentham, Mill, socioliberlismo e... Keynes.

      Curioso sarebbe poi anche analizzare il rapporto tra laburismo, Fabiani... e socioliberali.

      Laburismo owenista che nel dibattito tra marxiani ortodossi era pacificamente considerato uno strumento di gatekeeping ante-litteram dell'upperclass dell'Impero.

      Una volta che si comprende lo stretto legame tra laburisti e Fabiani e si conosce la stretta relazione tra Fabiani e Keynes, si schiude un mondo "alla rovescia" da "vertigini"...

      Am I liberal? si chiede quel genio di un Adamo Smith del XX secolo che è JMK...

      Se Smith fornisce la struttura ideologica per consacrare l'Impero Britannico del XiX, Keynes fornisce gli strumenti intellettuali per gestire con intelligenza il progressivo passaggio di "scettro" tra Londra e USA...

      I British non erano più gli imperialisti per eccellenza e non si potevano più permettere il liberalismo "né all'esterno", né - data l'ascesa leninista-sovietica - "all'interno".

      Sarà un caso che Keynes fornisce gli strumenti tecnico-economici per il "socialismo democratico" ma non quelli "politico-filosofici"? Tanto che, Kalecki che "funzionalista" non era, metterà in risalto le "lievi" resistenze alle politiche keynesiane: tanto che il liberalismo portò come al solito a distruggere l'eccesso di capacità produttiva piuttosto che ridistribuire il reddito...

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    3. Sarà un caso che Keynes - come i Fabiani - descrive viaggi esoterici tutto "diritti cosmetici e distintivo" senza preoccuparsi del fatto che le "sue politiche economiche" - e i diritti sociali che garantirebbero - sarebbero mai state implementate per un tempo sufficiente per sostanzializzare la democrazia?

      No, non è un caso, caro Lord Keynes...

      Bisognerebbe smitizzare il "genio" anglosassone, come se nella patria (?) del progressismo fosse condotta dall'intelligenza e non da furbizia, cinico calcolo e ipocrisia.

      Come fa una mente lucida come quella di JMK pensare che la Storia sia guidata dalle menti più brillanti e non da una spietata, machiavellana, lotta per il potere?

      Lo spiego solo considerando la sua appartenenza alla "classe più istruita", ma su tutto, al fatto che apparteneva alla superclasse dominante, quella anglosassone.

      Quindi tra "i cloni" Keynes e Kalecki, scelgo Kalecki come, nell'altra "diatriba" anglo-polacca, tra Leibniz e quell'azionista di società schiaviste di Newton, scelgo Leibnitz.

      Alla faccia che in USA le barzellette "sui carabinieri" hanno come oggetto di derisione i Polacchi...

      (Magari è che semplicemente mi piacciono le Slave...)

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    4. Stavolta sei troppo sofisticato per questi tempi in cui occorre lavorare col frollino e non col cesello. :-)
      A noi, sotto il giogo e la sferza di ESSI, oggi basta e avanza la oggettiva intenzionalità delle nobili parole con cui Keynes circonda il suo complesso pensiero economico.
      Ti invito a (ri)guardarti Brentano...

      Oggi dubitare della sua intima convizione e di sue eventuali riserve mentali (di "classe"), ci fa scivolare nella psico-storia.
      A rigore, è molto utile.
      In pratica, non potrebbe che raffreddare cuori e menti già tenute in ibernazione.

      E' ovvio che la passione civile implacabile di Kalecky oggi risulta apparentemente uno spadone più brandibile; ma solo per menti raffinate, quelle che in fondo vanno ad esplorare la profondità dello Spirito eterno e non verserebbero volontariamente una sola goccia di sangue.

      Strana contraddizione no? O forse, no (per fortuna).

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    5. Effettivamente sembra che abbia dato un giudizio di valore sui limiti del pensiero Keynesiano quasi ad attribuire il "cinismo anglosassone" a Keynes in persona, come intellettuale.

      Sottolineo che, nella sua posizione di Lord, fare tanto bene all'umanità e al contempo essere insignito come "baronetto", dimostra una grandezza intellettuale ed umana per cui merita il prestigio che la Storia gli ha attribuito.

      Un altro conto, effettivamente, è spezzare il capello in quattro per dividere la filosofia-politica dalla politica-economica e trovare le ragioni storico-geografiche per cui Keynes militava nel partito "liberale", quando di fatto si potrebbe tranquillamente argomentare che tra liberalismo (reazionario o "sociale") e fascismo c'è complementarietà, non opposizione. Paradosso che è tale solo se non si considera la dimensione internazionalista/imperialista del liberalismo. Lotta per il potere che si esprime come lotta di classe e lotta tra popoli e che tende a strutturare l'ecumene globale in forma oligarchico-dinastica. (Sul punto si potrebbe ricordare la risposta della Thatcher ad Hayek o la posizione della stessa sull'euro: a casa propria i "limiti" sono diversi...).

      Insomma, voleva essere un incentivo a dar più attenzione agli strumenti culturali che nascono "fuori" dall' "impero" dominante: insomma, tra Ricardo e List è presumibile che fosse meno in "conflitto di interessi" List di Ricardo. Ed è una considerazione che non vuole avere nessun carattere etico.

      Poi è vero, come fai notare, esiste una passionarietà che rivoluziona i rapporti sociali che comporta un certo tipo di sensibilità che difficilmente nasce in chi spende la propria vita negli agi: ogni tanto penso che J.S.Mill - a livello "soggettivo" - abbia avanzato tesi "socialiste" perché già dalla giovane età soffrì di salute. Ma a livello "storico", lo si può benissimo considerare funzionale alla perpetuazione degli assetti sociali britannici.

      Sesso degli angeli? Sicuramente. Mesi fa su Goofynomics qualcheduno mi imputava di ribaltare la filosofia dell'esse citando Cartesio su considerazioni di carattere cognitivo. Quando gli feci notare che la filosofia dell'esse ci stava come i cavoli a merenda e che, da un punto vista cognitivo, Cartesio era nel giusto, mi rispose che ero "tautologico".

      Sesso degli angeli al quadrato? Pare di sì, fondamentalmente gli archetipi ideologici inficiano qualsiasi comunicazione e, di conseguenza, qualsiasi relazione e solidarietà sociale. E questo, a parer mio, avviene a tutti i livelli, al di là dell'estrazione socioculturale.

      Mi consolo a considerare come Lelio Basso fosse scarsamente considerato per la sua "inefficacia politica" (credo fosse eticamente intransigente). Pare venisse considerato solamente un "ideologo". Sarà, ma alla fine pare che abbia influito più lui - concretamente - sulla vita di milioni di persone che la maggior parte dei grandi "salvatori di patrie" che celebra storicamente il mainstream...

      Comunque sì, accolgo la tua obiezione "a fini divulgatvi".

      (Comunque anche Keynes - al di là del suo noto "progressismo fabiano" - pare abbia avuto una certa passione per le Slave :-) )

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    6. Viva le slave :-)
      Senti, ma lo sai che prima sposando un'aristocratica e poi facendosi mantenere da un aristocratico inglese Marx non se la passava tutto sommato male quanto ad agi?

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    9. Secondo Chang: «...his understanding of capitalism was superior in many ways to those of the self-appointed advocates of capitalism.[...]
      In my view, 150 years after he wrote it, his analysis of the evolution of labour regulation in Britain in Capital vol. 1 still remains one of the best on the subject. Marx also understood the centrality of the interaction between technologies (or what he called the forces of production) and institutions (or what he called the relations of production), which other economic schools have only recently started to grapple with.»

      Non è così scontato comprendere l'avversione di Keynes a Marx.

      Penso che la sua avversione sia dovuta più una questione di carattere emotivo che intellettuale... ma ho letto ancora troppo poco di Keynes. Ma così, a naso, credo abbia sofferto dello stesso "tormento totalitariofobico" di Popper...

      Poi, riflettendo dal lato opposto su Hayek, ci sarebbe da chiedersi se "ciò che costoro scrivono" di filosofia-politica corrisponda a ciò che pensano realmente o, in qualche modo, sia mediato da opportunità politica.

      Questo è più o meno il mio personalissimo "stato dei lavori"... :-)

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    10. Credo anche io nel libero arbitrio.
      E quindi non darei eccessivo peso al contesto sociale di K. Ribadisco: quello che conta è l'intenzionalità del pensiero, la ciu traccia obiettiva trascende la storia personale dell'uomo.

      Ma non dimentichiamo che Marx gli è di gran lunga antecedente, specie considerando l'intensità dello sviluppo che si colloca in quel secolo circa (poco meno) che li separa.

      Potremmo dire che lo stesso Marx, avendo potuto conoscere e comprendere la teoria economica keynesiana, avrebbe detto altre cose.
      E infatti, - e su questo concordo ma faccio un pazzo ulteriore- i Kaldor e i Kalecky (Sraffa lasciamolo perdere) integrano il pensiero dei due.
      Poi è divenuto agevole farlo per chiunque voglia CONOSCERE senza pregiudizi un sistema che garantisca un minimo di equilibrio dinamico.

      Tutto è perfettibile e soggetto alle imprevedibili modalità del tempo. Ma Keynes rimane un genio.
      E un seminatore di visione umanista, fecondo come pochi...

      Quanto ai "circoli" e all'eugenetica, il pensiero umano è sempre storicamente mutevole: sono le stesse frontiere della scienza che lo modificano.
      Quello che sarebbe grave è pensare all'eugenetica oggi, mentre si dimostra che quelli che si gingillano con tale idea sono quanto di più unfit dal punto di vista della specie. Dei veri imbecilli, al massimo grado di conformismo retrogrado.

      Esattamente quello che Keyens ha avuto il merito di smascherare per sempre

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    11. Questo dialogo esemplifica lo schema dei "metalivelli" di pensiero, dei quai discutemmo ieri con Bazaar (al telefono). Indispensabile comprendere i materiali, per comprendere la realtà ma, in effetti poco utile dal punto di vista divulgativo.
      Secondo Foucault, Beveridge-Keynes, compresero che il sacrificio della guerra doveva avere, come contropartita un diverso patto sociale: tu (popolo) vai a rischiare la vita ma, se sopravviverai, io (Stato), penserò a te. Quindi, le elites, che non si sono sacrificate, dovranno rimetterci un poco per riequilibrare la bilancia sociale. Poi, il pendolo ha avuto l'oscillazione opposta. Ora il pendolo è alla sua altezza massima, dalla parte delle elites, e dovrà riequilibrarsi. Come?
      Verrebbe da dire che non vi è nulla che provochi un deficit spending come una bella guerra, e nulla che stimoli la crescita come la successiva ricostruzione.
      Ma i frattali e la termodinamica non vanno troppo d'accordo

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    12. Una bella guerra? Non la auspico, anche perché la presenza di arsenali nucleari rende, oggi, l'avventura del conflitto sistematico assai pericolosa.
      Sotto questo aspetto, è mia personale opinione che la dottrina Bush non abbia giovato. La cosiddetta "esportazione della democrazia", più che la nascita di ordinamenti democratici ha avuto, come conseguenza, la "corsa al nucleare" di Corea del nord ed Iran.

      Probabile/possibile, però, una nuova "guerra fredda" (basata su un nuovo "equilibrio del terrore" tale da accendere una nuova corsa agli armamenti scongiurando però la degenerazione in un conflitto convenzionale diretto), in grado di dare -teoricamente- una nuova spinta alla crescita, anche grazie alle ricadute sul mondo civile delle ricerche militari. Entrambe le parti contrapposte (credo che i russi abbiano imparato dagli errori sovietici), tenderebbero a cercare consenso tramite politiche volte al benessere diffuso...... certo, si rimane nel campo delle pure ipotesi (per quanto plausibili).
      Il mettere Putin all'angolo con la crisi ucraina, potrebbe andare in quella direzione.......

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    13. La termodinamica esprime capacità predittive su regolarità fisiche del comportamento dei corpi.
      L'ipotesi frattalica sconta anche ciò; non c'è motivo per non...
      Ma essenzialmente, proprio per la ciclicità storica corrispondente ai moti fisici (collettivamente ascrivibili) riterrebbe che, empiricamente, la Storia si ripeta in farsa dopo una fase in tragedia.
      D'altra parte, ciò presuppone che geograficamente e geopoliticamente in precedenza, - ergo, non ovunque sulla Terra-, ci sia stata la tragedia, attenzione!
      Solo il pregresso verificarsi di quest'ultima legittima una predizione empirica di susseguente "farsa" come ripetizione di uno shema già visto.

      Rammento un fatto conseguente alla tragedia della II WW: la pressione dell'impero sovietico, e l'equilibrio di Yalta, si risolsero in un enorme beneficio per l'Occidente (costretto a essere) democratico-sostanziale.
      Le contromosse dell'ordoliberismo sono ormai alla frutta: in esse includiamo una farsesca versione di autoritarismo "fascista su Marte", in salsa UE-Funk (se volete...).

      Se qualcosa può portare a un nuovo equilibrio del terrore, costringendo ESSI a ritirarsi su posizioni più ragionevoli (almeno per un po') saranno proprio da un lato le contromosse di Putin, dall'altro, l'esigenza di mobilitazione del consenso e benessere popolare degli USA.

      Se ciò ci sarà, sarà a seguito della "impresentabilità" dell'oligarchia finanziaria determinata da nuova crisi di Wall street

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  3. Quanto sia appassionata la “rossa” arte di raccoglier cocchi nei campi da essi - cioè essi - artatamente devastati e ridotti in polverose aridità sarà – come sempre è stata e ancora una volta - la Storia a descriverne passioni, intendimenti, o semplici ... inumani interessi.

    Sarebbe molto interessante che essi - cioè essi - descrivessero di "fate morgane” ai volgari che leggono dell’ “asino d’oro” di Apuleio seminando – indefessi – campi con le rose di Delano Roosevelt.

    Per certo, essi – cioè essi – quegli “odori” possono solo comprarli senza averne mai la possibilità di sentirne il profumo.

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  4. DESIDERI RI/COSTITUTIVI
    (OTC)

    Un grande abbraccio di un umano per Quarantotto e Baazar ma oggi con DPdC sono state privatizzate i maggiori istituti di credito "popolare" e "cooperativo" del Bel Paese presentandolo come un SUCCESSO SEVNDUTOM ALLA PANCIA DELLA FINANZA

    Basito e brasato - con la Storia scritta dagli abitatori - questi idioti sanno dove infilano il "quaranta&pippapercento" dei pugni e pugnette.

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    1. Più che altro sono state trasformate in spa contendibili ed acquisibili. Ampliando la platea delle banche universali a maggior vocazione al gioco d'azzardo sulla roulette...
      Dando per scontato che prima o poi avrebbe dovuto accadere, aspettiamo che il "tutto" sia travolto dall'arrivo della nuova onda di piena globale. Ma proprio tutto-tutto

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    2. La roulette - quella "russa" - ne abbatte qualcuno di essi, cioè essi, come con il giuoco dell'azzardo .. e - con i delirio che hanno creato - non s'è neppure la necessità di .. vederla.

      Da un altra parte, quella semplice, certa .. UMANA

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    3. Sembra di rivivere i momenti successivi alla caduta del muro di Berlino, primi anni novanta, con trattative segrete stato -mafie, attentati e regolamenti di conti politici, populisti urlatori che sollevano polveroni, crisi economico-monetarie, preparazione di accordi transnazionali vincolanti .... Ci vorrebbe una guida esperta e sottile .... http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=10157

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    4. E infatti... Solo che a crollare stavolta sarà il muro di Atene... Ne riparliamo da lunedì...

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    5. IL PROVVISORIO DEMENZIALE

      Non sarà certo sfuggita la intrigante lettura degli atti del convegno organizzato da BdI nel dicembre 2014 GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL POTENZIALE PRODUTTIVO E SULLA SPESA DELLE FAMIGLIE IN ITALIA e delle considerazioni di M Sgroi.

      Oltre i brividi “caldo” vivendo la TERZA CRISI CONSECUTIVA DELLA DEMOCRAZIA nel Bel Paese pensando a quelli che domani scenderanno in campo con evidenze “sottili”(1) a suggellare quello che travalica ogni possibile immaginazione dei principi UE/UEM “con lo scettro”(2) ..


      (1) “Sa, noi giuristi viviamo di queste finezze: la distinzione fra transitorio e provvisorio è quasi da orgasmo per un giurista… Quando discuto attorno a un tavolo tecnico e qualcuno dice ‘questa cosa è vietata’, io faccio aggiungere ‘tendenzialmente’…” (G Amato, 2009).

      (2) “Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno" (J C Junker, 1997),

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  5. Vorrei segnalare questo articolo http://scenarieconomici.it/giappone-inizia-funzionare-svalutazione/

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    1. Conosco Gustinicchi che è componente del Comitato scientifico di Riscossa italiana.
      Ma l'articolo non mi pare su dati complessivi aggiornatissimi e non è così semplice la questione.
      Non bisogna dimenticare la domanda interna: non si vive di sola competitività e di solo export.
      Non molto a lungo almeno, se si vuole conservare una base demografica vitale ed evitare problemi insolubili di lungo periodo
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/12/abenomics-asfittica-demografia.html

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    2. sono poi le cose che gli contesto sempre nei miei commenti.

      vado OT: sicuramente non dico niente di nuovo ma, ho avuto occasione di sentire alla radio (radio 2) il discorso di Matteotti interpretato da Franco Nero nel famoso film....cmq recitato dai resoconti stenografati...dunque autentico.

      Mi ha colpito moltissimo la conclusione:

      "Noi deploriamo che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sappia reggersi da sè. E dev'essere governato con la forza. Voi volete ricacciarci indietro."

      Ci riallacciamo al fascismo come "vincolo esterno" dei tempi. so che non è una riflessione profonda ma....sapere che queste erano le parole di Matteotti nel suo ultimo discorso...mi ha colpito e la condivido.

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    3. qui il video tratto dal film:

      https://www.youtube.com/watch?v=SqvpcgYkQMY


      dal minuto 6:30 la frase di cui parlo.

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    4. E il bello è che oggi da una parte lo invocano, sto vincolo, -come se fosse l'unico rimedio a guerre e pestilenze-, dall'altra ne negano gli effetti (quelli veri non onirici).
      Cioè negano che siamo privi di sovranità fiscale e monetaria e che ciò sia alla base delle umilianti condizioni in cui questi prestanome arroganti hanno gettato l'Italia

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  6. @48 @Luca Tonelli. Certo, ovvio che il punto non e' lo stampaggio infinito , e' la sovranita' politica, monetaria e la spesa pubblica anticiclica ed in settori chiave, ma il mio intendimento e forse anche quello di Gustinicchi era comunque di segnalare una cosa positiva dell'abenomics, visto che siamo inondati di giudizi negativi.... oggi mi ha colpito la dichiarazione di una mia collega, a cui d'istinto non ho peraltro potuto non rispondere in malo modo: e' una super piddina doc, e mi ha detto che ora va a fare la spesa...alla lidl, perche' sono "seri"(sono tedeschi). Rinnegano pure la coop...Hai capito fino a che punto arrivano......ecco la serieta' della lidl http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&cad=rja&uact=8&ved=0CC8QFjAC&url=http%3A%2F%2Fwww.finanzainchiaro.it%2Fla-catena-di-hard-discount-lidl-al-centro-di-uno-scandalo-in-germania.html&ei=_uS_VN7KLI7eaNaXgJAC&usg=AFQjCNGa0bcppl3dlz4KS285QwIF2k3hGQ&sig2=XUVmb_14u9YHRQ7fm615Wg&bvm=bv.83829542,d.d2s

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    1. Si ma il problema strutturale giapponese illustrato nel post che ti ho linkato, è ben chiaro: non ha nulla a che fare con le critiche mosse dal mainstream ad Abe. Semmai, il contrario...

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    2. Mi permetto di segnalare anche questo articolo di Flassbeck che avevo tradotto proprio perché era uno dei pochi ad andare dritto al cuore del problema.

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