lunedì 8 dicembre 2014

LA PRIORITA': PERCHE' ESISTE QUESTA PERCEZIONE MEDIATICA DELLA CORRUZIONE.

 Lippmann



1. In seguito al post sul "Senso delle proporzioni" mi avvedo che è difficile far ragionare la gente, affetta da una manipolazione fin troppo radicata nell'automatismo della sfera emotiva (cioè l'opposto della considerazione razionale dei fatti).
Parrebbe, infatti, che si possa/debba tralasciare la priorità del comprendere la gravità della manovra mediatica sul punto, - cioè proprio il senso delle proporzioni e lo smascheramento del frame orwelliano: in altri termini, andrebbe accettato come inevitabile il fatto che la manovra, destinata alla destrutturazione dello Stato democratico costituzionale (qui.par.7), ci sia e che dobbiamo subirla e, anzi, assecondarla, mettendo comunque in risalto I SOLI FATTI SELEZIONATI che il frame mediatico alimenta di valutazioni, prive di logica e intrise di suggestione manipolatoria.

Quindi, non è che si debba sottovalutare la corruzione, ma è molto più urgente comprendere natura e scopi effettivi della "valutazione" di essa, compiuta in via mediatica.

2. Procediamo quindi ad una ricostruzione storica che in partenza possiamo riassumere in una precisa essenza fenomenologica, che avevamo cercato di illustrare nella TEORIA GENERALE DELLA CORRUZIONE
La sviluppiamo da questo commento al precedente post:

Forse qualcuno segue il serial TV Boardwalk Empire. Per quello che ci interessa, ci mostra come i gangsters controllassero l'amministrazione pubblica di un'intera città (e oltre). 
Ma non solo: ci mostra come tali gangsters fossero stati capaci di imporre una "spartizione" di profitti illeciti alla classe di affaristi-controllori delle istituzioni politico-elettorali e dello stesso potere giudiziario (anche centrale)- in precedenza al potere. Tutta gente rispettabile perchè ormai legittimata dalla posizione di supremazia economica assolutamente preminente.
Solo a seguito dell'invadenza di tale allargata "redistribuzione" della torta (comunque "verso il basso"), il sistema oligo-statale decide di intraprendere una reazione che, badate bene, non elimina la corruzione in sè, ma tenta essenzialmente di riallocare verso l'alto, in senso restauratore, il flusso dei relativi profitti (da speculazione edilizia, controllo di commerci illeciti, ipocritamente considerati tali per creare posizioni di monopolio, e in generale da indirizzo a beneficio privato delle pubbliche risorse).
N.B.: DI FRONTE ALL'ONDATA DI INCHIESTE PER CORRUZIONE CHE INDAGARONO SUI GANGSTER DELL'EPOCA DEL PROBIZIONISMO, NESSUNO CHIESE LA "CESSIONE DELLA SOVRANITA'" USA AD UN ORGANISMO SOVRANAZIONALE. Anche se, naturalmente, la corruzione affaristica continuò imperterrita.
ARRIVANDO ALLA "ESSENZA" ESTREMA DI OGGI


Dunque, parafrasando il celebre e geniale brocardo di Boskov, "corruzione è quando arbitro fischia".
E l'arbitro null'altro è che un dipendente (di secondo piano) della oligarchia. E questo, almeno, finchè, in una fase felice quanto troppo breve, dell'evoluzione democratica degli Stati, non metteranno la moviola in campo...cioè le Costituzioni sociali (che implicano non solo la indipendenza della Magistratura dell'Esecutivo e, quindi da chi lo controlla da posizioni di forza economicamente acquisite, ma anche la rimozione programmatica di queste posizioni di forza, tramite l'imperativo delle politiche di eguaglianza sostanziale; art.3, comma 2, Cost.).

3. Intendiamo la corruzione come fenomeno coessenziale alla stessa funzione pubblica normativamente regolata: cioè all'affidamento a un individuo (inevitabilmente) fisico della titolarità di un potere di cura degli interessi altrui, in base ad una norma che, negli ordinamenti post-rivoluzione francese (diciamo in sintesi), dovrebbe essere una decisione dei Parlamenti eletti a suffragio universale (o quasi: in realtà il suffragio, inizialmente, e non casualmente, era censitario, cioè riservato ai possessori di patrimonio e reddito adeguato). 
La "Rule of Law", votata dai parlamenti, è poi, a sua volta, la formula prescelta dal capitalismo, una volta scacciato l'Ancién Regime attraverso, appunto, l'affermazione dei Parlamenti.

Ed infatti, subito ci troviamo di fronte ad un fatto socio-biologico che è alla base della corruzione, essendo in precedenza considerato normale che il "publico ufficio" desse luogo a compensi privati per il suo titolare, cioè normalmente un aristocratico feudatario o un suo delegato: la imparzialità della funzione - cioè rivolgendola alla esclusiva massimizzazione dell'interesse generale per cui la norma attribuisce il relativo potere e non piegandola all'utile personale-, è una cosa innaturale nell'essere umano
Quindi esige dei sistemi normativi di attenta vigilanza sui titolari dei poteri pubblici, sistemi di vigilanza che, altrettanto da subito, il liberismo vede come illegittima e innaturale interferenza dello Stato.
E quasi da subito, tuttavia, assistiamo, nel post-Ancién Regìme, al fenomeno cui assistiamo attualmente
Esso, quindi, costituisce una mera propaggine aggiornata della tensione tra democrazia e oligarchia, ovvero tra allargamento della base sociale detentrice del potere e liberismo: per quest'ultimo, la mancanza della imparzialità, con l'abuso della funzione pubblica a scopo di utile personale, - CHE HA SEMPRE IL PENDANT DI UN IMPRENDITORE CHE CI GUADAGNA ELIMINANDO LA COMPETIZIONE LEALE-, viene rimproverata solo a chi "sostituisce" i detentori originari del potere politico nella titolarità pro-tempore delle istituzioni: cioè sostituisce la stessa classe imprenditoriale che, col liberismo, rivendica il controllo assoluto delle istituzioni pubbliche, e quindi il controllo delle decisioni sul "dove" indirizzare le risorse raccolte dall'organizzazione comune. 
Infatti andate a vedere a chi viene chiesto di rispondere per costruire la classifica della "corruzione percepita" e chi finanzia la relativa "rilevazione".

Dunque: il capitalismo trionfante sulle monarchie, di fronte all'allargamento della platea con cui spartire la torta, teorizzò, da subito, che la funzione del "liberismo" fosse divenuta quella di mettere automaticamente sotto controllo...i Parlamenti.


4. A conferma di questo "trito" e ripetitivo schema di evoluzione della dialettica sociale, ricorriamo ai sempre preziosi commenti di Arturo, che ci forniscono i fatti storici che certificano lo schema, basandosi su fonti credibili:
"La strumentalizzazione della corruzione per fini antidemocratici è una strategia utilizzata da molto prima che se ne impadronissiero i Bad Samaritans. Mi è tornato alla mente un libretto molto interessante che avevo letto tempo fa: si tratta di una raccolta di saggi di uno dei nostri maggiori americanisti, Arnaldo Testi, sulla storia dei partiti politici americani. 
La domanda di fondo a cui l'autore cerca di rispondere è come sia stato possibile che partiti con un ampio seguito di massa, come quello goduto nell'Ottocento dai partiti americani, si siano trasformati in organizzazioni verticistiche e "leggere" che di fatto limitano, per non dire negano, rappresentanza politica alle classi subalterne
Una delle chiavi di questa trasformazione fu l'incontro fra gli interessi delle vecchie élite e i programmi "riformatori" e "modernizzanti" di nuovi tecnocrati
"La retorica dell'indipendenza dei politici progressisti si intrecciò con l'estendersi a livello di massa della retorica antipartito che fino allora era rimasta confinata nei salotti borghesi e negli editoriali della stampa dell'élite. 
L'occasione fu offerta dall'esplosione fragorosa e repentina, dopo il 1902-1903, di una serie di scandali municipali e statali che implicavano scambi di favori fra uomini d'affari e pubblici amministratori legati ai partiti
Amplificati dalla stampa quotidiana e periodica, questi scandali trasmisero a un'opinione pubblica traumatizzata la sensazione, come scrisse il giovane reporter investigativo Lincoln Steffens (che qui lanciò la sua fortunata carriera di muckracker), che la corruzione fosse diventata un vero e proprio "sistema" di governo, perverso e pericoloso per la stessa democrazia. 
Le reazioni politiche e giudiziarie furono violentissime, al grido di "Cacciate i furfanti!" 
Ma chi erano i veri furfanti
Steffens aveva sottolineato come "in tutte le città, le classi migliori - gli uomini d'affari - sono la fonte di corruzione; ma essi sono così raramente perseguiti e presi con le mani nel sacco che non riusciamo a capire in pieno da dove vengano i nostri guai
Così nella stragrande maggioranza dei casi si accusano gli uomini politici e le classi più povere, ignoranti e depravate".

Diverse attribuzioni di responsabilità implicavano soluzioni diverse alla crisi; e la questione morale divenne un terreno di scontro politico sul controllo e sui fini del governo locale. Secondo alcuni, erano i businessmen che saccheggiavano le risorse pubbliche; era quindi necessario controllare i trust, regolamentare le lobbies, rendere trasparenti le concessioni degli appalti pubblici, frenare la speculazione edilizia e sottrarre alla sua logica la crescita urbana, tassare le società per azioni per finanziare una più diffusa politica dei servizi. 
Secondo altri, erano i politici di partito avidi e corrotti che imponevano tangenti per qualsiasi atto dovuto; erano allora i partiti a dover essere controllati, ridimensionati, esplusi dalla vita pubblica almeno locale
Misure fuono adottate in entrambe le direzioni; nel complesso fu la seconda a prevalere. 
Ha scritto lo storico Richard McCormick che la scoperta della corruzione "fece precipitare alcune crisi che condussero verso i mutamenti politici dell'epoca", diffondendo l'immagine della politica di partito, e spesso della politica tout court, come cosa sporca da cui rifuggire, aprendo la strada alle riforme delle élite modernizzanti". (A. Testi, Trionfo e declino dei partiti politici negli Stati Uniti, 1860-1930, Torino, Otto Editore, 2000, pagg. 80-81). 

E' anche interessante notare che la questione corruzione nella percezione delle élite, poi riversata sui media, inizia a manifestarsi, come la "teoria generale della corruzione" vuole, non con l'appropriazione privata di utilità pubbliche, ma con l'estensione del perimetro dei beneficiari oltre quello delle oligarchie: 
"In realtà la pratica moderna dello spoil system non inventava una nuova struttura di patronage, piuttosto ne sostituiva i gestori e beneficiari. 
I politici di partito jacksoniani e tutti quelli che li seguirono non fecero che adottare e istituzionalizzare usi e costumi che fino ad allora erano appartenuti ai notabili della comunità, ai gentiluomini patrizi di un'epoca precedente che avevano distrtibuito gli impieghi pubblici ai membri delle proprie famiglie e dei propri circoli; lo ritenevano un fatto naturale, un onore dovuto e un dovere inevitabile, un compito che era intrisecamente legato alla loro stazione sociale, alla loro educazione e cultura." (op. cit. pag. 69)."

5. Insomma, spero (ma...dispero) che sia chiaro che la denuncia mediatica della corruzione risponde a questi inevitabili presupposti:
a) dipende da CHI commetta il fatto, cioè se questi appartenga o meno alla elite economica che ritiene legittimo SOLO il proprio controllo delle istituzioni, nonchè, conseguentemente, del processo normativo che decide dellla destinazione delle risorse pubbliche;
b) dipende ovviamente da CHI controlli, direttamente o indirettamente, il sistema mediatico.
La verifica di queste condizioni, specialmente oggi, non è difficile per chi non sia accecato passivamente dal frame "spinnato" dal sistema mediatico.

Ma una cosa è certa: questo tipo di ossessiva "denuncia" non solo non ha nulla a che fare con la legittimazione democratica dello Stato, - mirando al suo opposto, cioè alla sua de-legittimazione-, ma NON HA ALCUNA INTENZIONE DI ELIMINARE LA CORRUZIONE
Ed infatti, con un'evidenza plateale, è solo volta AD ELIMINARE OSPITI INDESIDERATI NELLA SPARTIZIONE A TITOLO PRIVATO DELLE RISORSE PUBBLICHE.

In un prossimo post, (per quello che, ormai, serve ripetersi), tratteremo di come si potrebbe eliminare, o quantomeno attenuare fortemente, la corruzione in base a rimedi abbastanza semplici ed economici.
Che si guardano bene dall'adottare, infatti.

14 commenti:

  1. Il compito per chi non capisce e' rileggere finche' non si capisce il preziossimo (al solito!) Commento di Arturo.
    Doste rileggerlo 10 o 100 volte.
    Vi si aprira' un mondo.

    Aggiungo

    Perche' i media trovano cosi' fertile terreno?

    Lo notava un commentatore tempo addietro (forse il Carmineo, forse il Seremedi, o forse non ricordo):


    L'aumento della disuguaglianza, che e' palese a tutti.
    Ovvero: come viene divisa la torta a cui si fa cenno in questo e nel precedente post.

    Chiaro che ESSI mandino l' attenzione verso i ladri di galline, mentre ESSI, le faine, stanno "a guardia" del pollaio.
    Ottenendone, per di piu' effetti , per loro positivi, tipo, la privatizzazione delle mitologiche inefficienti municipalizzate che erogano i servizi essenziali

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    1. E a proposito di disuguaglianza : "... Per la prima volta l'Ocse fa però un passo in più, sostenendo che l'aumento della disparità ha un impatto sulla crescita. Secondo gli esperti dell'organizzazione parigina, i 3 punti di aumento del coefficiente di Gini si traducono in una perdita potenziale di aumento del Pil nell'ordine dello 0,35% all'anno nei 25 anni successivi alle misurazioni dell'incremento delle disparità, cioè un 8,5% del Pil.

      In testa a questa classifica ci sono Messico e Nuova Zelanda, con oltre 10 punti persi di potenziale crescita, seguiti dalla Gran Bretagna con quasi 9 punti. Solo in tre Paesi (Spagna, Francia e Irlanda) una situazione di maggiore equità si è tradotta in un aumento del Pil.

      L'Italia si trova in una posizione intermedia, insieme a Stati Uniti e Svezia. Senza un aggravamento delle disparità di reddito, nel periodo 1990-2010 la crescita cumulata del Pil pro capite avrebbe potuto essere del 14,7% rispetto all'8% effettivamente ottenuto. La perdita “teorica” è quindi di 6,7 punti...".

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    2. Il problema è che all'OCSE calcolano solo i redditi dei residenti, "esentando" i più ricchi redditi e specialmente patrimoni, che albergano in paradisi fiscali sempre sovraffollati ma tributariamente considerati irrilevanti.
      Ciò da un lato ratifica il privilegio "fuori classifica" dei loro mandatari, dall'altro, spinge alla tassazione patrimoniale "in nome dell'equità", ignorando la propensione marginale al consumo dei possessori di patrimonio medio-piccoli (i veri destinatari da colpevolizzare).

      Insomma, la nuova frontiera (della tutela di avidi creditori finanziari) sulle note di...Pikkety

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  2. Se così è..., la corruzione massmediatica dilagata a macchia di leopardo in tutto il paese porterà ESSI a metter mano al titolo V della Costituzione la vera manna di €miliardi. ESSI si spartiranno I BENI PUBBLICI, (meglio buttare il bambino con l'acqua sporca per non sporcarsi MAI più sarà DETTO, intanto la popolazione più istruita quella più assorbita dal ordopensiero, avvallerà alle istituzioni la restaurazione) svuotando il Bel Paese lasciando NOI in preda a tasse improduttive (vedi imu colline sino 600m e altre arriveranno), deindustrializzazione per altro già in atto (non ricordo l'ultimo Pres confindustria che abbia mai parlato di un serio piano industriale), commercio e servizi PMI distrutto da regole ordomercantili...
    e Noi brutticattivicorrotti torneremo a zappare terra per il futuro granaio di ESSI?

    me lo diceva mio nonno... "braccia rubate all'agricoltura" ;-)

    e sempre un grazie di dovere Ill.mo Pres. ;-)

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  3. Ciao Quarantotto,
    Prima, nell'era geologica dei Partiti di massa nella gestione della Cosa Pubblica, ne beneficiavano un certo numero di cittadini che erano stati assunti nella Pubblica Amministrazione in una quantità superiore alle esigenze della stessa. Inoltre questi cittadini ( considerati impropriamente parassitari) svolgevano inconsapevolmente una funzione utile per i restanti cittadini che lavoravano nel settore privato: Alteravano a favore di questi il conflitto Capitale/ Lavoro.
    Inoltre i costi aggiuntivi per il lavoratori che "gonfiavano" le piante organiche del settore pubblico, venivano compensati da: Risparmio sul costo del Servizio del Debito Pubblico, attraverso la Repressione Finanziaria e attraverso l'aumento del gettito fiscale grazie all'aumento della base imponibile e il Pil del Paese cresceva.
    Nell'era contemporanea dei Partiti fluidi, dove la Segreteria di un Partito la conquisti o perchè detieni la cassa del Partito ( Berlusconi) o perchè la impone l'intero sistema mediatico in nome e per conto delle Elites ( Renzi), la gestione della Cosa Pubblica viene privatizzata, i costi aggiuntivi ricadono sull'intera società e i benefici dei profitti rimangono in poche mani.
    Risultato i costi per i servizi pubblici erogati dal settore privato aumentano fino a raddoppiare, le piante organiche vengono ridotte all'osso, le disfunzioni nei servizi aumentano, tutti gli acquisti dei beni strumentali non sono più soggetti a controllo preventivo, ed inoltre non assorbendo più manodopera contribuiscono ad abbassare il costo del lavoro del sistema Paese.


    Tutto questo non sarebbe possibile senza l'opera indefessa, assidua, instancabile, dell'intero sistema mediatico, che quotidianamente ci fornisce la nostra razione di odio nei confronti del sistema pubblico del nostro Paese ( quello degli altri Paesi sono modelli di virtù)

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  4. Sono anche io convinto che si stia cercando la legittinazione dell'opinione pubblica per le imminenti privatizzazioni e riforma del Titolo V Cosa possiamo fare noi per opporci a questo ultimo attacco sferrato dagli ordo liberisti?

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    1. Noi ben poco: possiamo solo sperare che fuori dall'Italia, maturi "l'orore di se stessi" degli odiatori dell'umanità
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/12/la-concessione-beveridge-o-leffetto.html
      Qui da noi sono talmente "odiatori" che farebbero paura pure a un Weidmann (a posizioni nazionali invertite).

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  5. forse è stato già detto in altro modo, ma mi è venuto in mente questo paragone:
    perchè esiste ed è accettato un tasso naturale di disoccupazione (continuamente rivisto al rialzo)
    e non un tasso naturale di corruzione? non dovrebbero entrambi essere combattuti con tutte le risorse disponibili, specie la prima?

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    1. L'idea è buona ma la corruzione non è accertabile in base a indicatori oggettivi come invece la disoccupazione.
      Se non altro perchè se la corruzione accertata (con condanne definitive) fosse "tanta" (ma rispetto a che? Incremento storico? Bench mark disomogeneo di paese liberista?), vorrebbe dire che la stanno stroncando.
      In teoria.
      Chissà perchè se si fa una maxi-retata per Mafia la lotta ad essa sta funzionando e se scoppiano molti scandali con indagini sulla corruzione, invece, la corruzione sta dilagando...

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  6. Grande fonte di riflessione, come al solito.
    In quest'ottica mi viene da riflettere su Mani Pulite, che aveva cominciato bene, dimostrando che i corruttori erano le imprese e che c'era tutto un sistema di corruzione ATTIVA per ottenere e difendere appalti e posizioni privilegiate nel rapporto con le Amministrazioni pubbliche, poi, grazie all'informazione pilotata (ricordiamoci che i principali quotidiani sono posseduti dalla grande impresa) ed al conseguente spostamento di attenzione al corrotto (politico), piuttosto che al corruttore (imprenditore), è diventato un processo ad un'intera classe politica, con il crollo della c,d, Prima Repubblica.
    Naturalmente ciò è stato agevolato, da una parte dalle strategie difensive dei corruttori, che si sono dichiarati VITTIME della corruzione, da loro effettuata, in quanto "costretti a corrompere" (...) per poter partecipare a gare ed appalti, ai quali sarebbero altrimenti stati esclusi, dall'altra dall'odio sempre latente nella popolazione verso la classe politica ed i suoi privilegi, veri o presunti.
    Il risultato è stato l'indebolimento della politica e dei partiti, con il trionfo del maggioritario, ed un percorso simile a quello americano, con l'esaltazione dei "tecnici", considerati più puri e competenti dei politici, e la sfiducia totale verso lo Stato ed il pubblico in generale, e la logica conseguente invocazione di "più Europa" e vincolo esterno, oltre al plauso per la sostituzione del privato nella gestione dei servizi pubblici (salvo poi accorgersi che l'effetto era un aumento esorbitante dei costi per ottenere un servizio non migliore, o comunque migliore solo a "macchia di leopardo" (vedi Frecciarossa e trasporto locale).
    Questo quadro non so se è corretto, ma mi è balzato agli occhi dopo la lettura di questo post, come se delle tessere che giravano nella mia testa avessero trovato il disegno di riferimento per incastrarsi.
    E di questo di ringrazio.

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    1. Stavo, velocemente, riflettendo sul Manifesto dei 31 (1981, con il gotha dell’intellighentia economico-culturale italiana: i vari Carlo Bo, Rita Levi Montalcini, Umberto Agnelli, Luca Cordero Montezemolo, Giuseppe Tamburrano, Antonino Zichichi .. supportato dall'emergente quotidiano liberal di E Scalfari, uno tra i fondatori del Partito Radicale), le campagne dei referendum populistici 1991-1993 conditi con la "cosmesi" del liberal/anti-proibizionista (Mariotto Segni, Marco Pannella, Achille Occhetto post "Bolognina), le campagne referendarie degli anni 1991-1993 (Mariotto Segni, Marco Pannella, Achille Occhetto con il supporto del emergente ) e il prodotto delle privatizzazioni degli anni '90 per/pro €uro ..

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    2. Secondo me Mani Pulite arriva giusto giusto in un momento storico dove, gli ordoliberali scatenano un attacco al Paese costringendolo alla fine ad accettare un Partito Unico. B probabilmente capisce e frena il loro progetto poi sappiamo bene come è andata.... urlavo al golpe finanziario ma la gente non mi credeva!! Ho riflettuto più' di un volta su questi avvenimenti e come da cronaca dei fatti salta fuori, che nessun imprenditore denuncia il Pci e così viene distrutta una parte politica asettica al gioco forza di ESSI. in quel momento non mi sono più sentito politicamente rappresentato. Arriviamo al 2006 si vota ma, la Corte Costituzionale delegittima il voto. Monti Letta Renzi salgono al potere ma, ALLORA sono ben 8 anni che gli italiani non votano in modo Costituzionale!! Se non fosse che vivo in Italia dire che questa si chiama DITTATURA!

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  7. Sul tema "corruzione", verrebbero da riesumare gli antecedenti politico-economici-culturali accaduti prima dell'esplosione di "tangentopoli":
    i.) le proposte di Mariotto Segni, la costituzione del Manifesto dei 31 (1981 con il gotha dell'intelljghentia economico-culturale italiana: i vari Carlo Bo, Rita Levi Montalcini, Umberto Agnelli, Luca Cordero Montezemolo, Giuseppe Tamburrano, Antonino Zichichi ..) per la modifica delle leggi elettorali;
    ii.) le campagne populistiche dei referendum 1991-1993: proporzionale verso maggioritario, abolizione finanziamento ai partiti infarcita con la liberalistica "cosmetica" anti-proibizionista, ecc.;
    iii.) l'adesione di Pannella con l'energico supporto dell'emergente quotidiano liberal di E Scalfari (anch'esso fondatore del Partito Radicale), di Occhetto ("svolta della Bolognina", scioglimento PCI)
    iv.) la restaurazione politica, economica, costituzionale degli anni che preparano il nuovo sistema di governo "democratico" fondato su politiche monetarie "indipendenti".

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    1. La Restaurazione è un processo multiforme e incessante. Sorpredente a dirsi!
      Probabilmente perchè, l'ideologia economica di ESSI, aggrava talmente lo stato economico degli "zotici" da riflettersi, come ben diceva Kalecky, in minori profitti rispetto a quanto atteso. E continuano a stupirsene da decenni!
      Peraltro, la di ESSI avidità del controllo totalitario sulle istituzioni cresce in modo inversamente proporzionale ai risultati espansivi da "crowding out" che cui ci deliziano ogni giorno a reti unificate (e giornalisti complici tanto quanto incompetenti).

      Come pure continuano a scatenare nuove ondate del solito metodo (corruzione-privatizzazioni-ridurre il perimetro dello Stato): e poichè la ggggente è mediaticamente assuefatta, FUNZIONA!!!
      Almeno così credono.
      Perchè forse "stavolta sarà diverso". Ma non nel modo in cui intendono ESSI....

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