martedì 20 maggio 2014

SALARIO MINIMO TRA VON MISES, IMMIGRAZIONE E SUPPLY SID€ UE (La "lezione" Svizzera)


Retribuzioni dei top-manager bancari

 

Questo post di Sofia si richiama ad un discorso già intrapreso su questo blog e lo aggiorna mostrandoci un percorso di pragmatico buon senso, tanto evidente quanto geograficamente vicino alla nostra realtà.
Come controcanto all'€urofollia, disgregratrice del livello di occupazione con le monomaniache politiche supply side che persegue, ci pare un'ottima introduzione questo passo di von Mises ("maestro" dello stesso von Hayek) tradotto dalla segnalazione di Arturo. Rammenta quasi alla lettera quanto affermato oggi dai nostri partiti di governo (!):
"Se i lavoratori non agiscono in unione sindacale, ma riducono le loro richieste e cambiano le proprie dimore e occupazioni secondo quanto richieda il mercato del lavoro, essi alla fine troveranno lavoro [...] E' necessario ripristinare la possibilità del lavoro di muoversi liberamente da un'industria all'altra e da un paese all'altro.
Non è il capitalismo che è responsabile dei "mali" della disoccupazione di massa permanente, ma le politiche che paralizzano il suo funzionamento." (L. von Mises, Socialism, New Haven, Yale University Press, 1951, pp. 485 e 487).



E’ interessante, alla luce dei vari approfondimenti fatti in vari post sul salario minimo (conseguenti ai dibattiti sull’introduzione o meno dello stesso in Italia), come ad esempio questo, ma anche questo  e questo; successivamente a quel "ciclo" di post, è seguita l’introduzione del salario minimo in Germania (8,50 euro all’ora in base ad una legge che sarà avviata nel 2015, ma si applicherà a tutte le categorie di lavoratori a partire dal 2017) e la bocciatura da parte del Senato USA dell’aumento del salario minimo a 10,10 dollari l’ora, rispetto ai 7,25 dollari attuali, voluto da Obama: al riguardo rinviamo al Corriere della Sera  per questo recentissimo articolo.
Pare poi che, secondo i sondaggi, non passerà il referendum per introdurre il salario minimo in Svizzera (i contrari sono dati al 77%). Però rispetto al salario minimo di cui si parla in Italia o che è passato in Germania o a quello americano, quello proposto in Svizzera ha la particolarità di essere molto alto. Si parla di 22 franchi (18 euro) all’ora, uno stipendio minimo pari a 4 mila franchi, cioè 3.270 euro
In Svizzera il lavoro non trova le garanzie costituzionali che si  enunciano nella nostra carta costituzionale e, nonostante i datori di lavoro possano interrompere in qualsiasi momento il rapporto d’impiego con i propri dipendenti,  il tasso di disoccupazione è il più basso d’Europa
Al momento non esiste un salario minimo nazionale e le retribuzioni sono concordate individualmente o collettivamente. I negoziati collettivi avvengono tra le parti sociali per un intero settore o per singole aziende. Ma, d'altra parte, risulta che solo il 40% delle professionalità è coperto da contratto collettivo
L’iniziativa popolare sembra che avesse l’intenzione di superare questi particolarismi per applicare il «maxi salario» a circa 330.000 posti di lavoro (il 9% del totale), concentrati soprattutto in settori quali il commercio al dettaglio, la ristorazione, i servizi alberghieri, l’economia domestica, l’agricoltura.
Nei vari post è stato chiarito come il salario minimo non è da considerare  mai un beneficio in nessun paese civile e a maggior ragione in Italia, dove il diritto al lavoro è costituzionalmente garantito. Compito della politica (intesa come istituzioni di governo democratiche), quindi, è quello di creare posti di lavoro anziché concedere l’elemosina col salario minimo. Se poi il salario minimo diventa anche uno strumento per abbassare il costo del lavoro (come qui pare "sfuggito di mano" al Sole24ore), questo deve essere ripudiato nella maniera più assoluta.
Si è anche visto, però, nei post linkati all'inizio, che maggiore è il salario minimo maggiore è l’occupazione. Inoltre in Svizzera c’è uno dei tassi di disoccupazione più bassi d’Europa (4,6%, che però è aumentato al 4,8% nell’ultimo anno ed era al 3,1-3,5 nel 2012).
Viene allora da chiedersi come mai gli svizzeri preannunciano di mostrarsi contrari all’introduzione del salario minimo più alto al mondo ( e pari a più del doppio di quello americano).
La Federazione delle imprese capitanata da Stephanie Ruegsegger, si oppone al salario minimo proprio perché troppo alto. In questo modo, sostiene, in un Paese dove il tasso di disoccupazione è più basso d’Europa e i salari più alti del mondo, e  il sistema si basa su contratti collettivi che funzionano, introdurre un salario minimo di tale entità  potrebbe distruggere il sistema. Quindi il motivo che sostiene le tesi degli oppositori al referendum è palese, non è che non vogliono il salario minimo, ma non lo vogliono soltanto perché troppo alto, e all’occorrenza (e si ribadisce il tasso di disoccupazione sta salendo anche da loro e quindi potrebbero avere necessità di strumenti di manovra), non potrebbero utilizzarlo come strumento di deflazione salariale. Ed ecco quindi che sostengono come il salario minimo bloccherebbe crescita e assunzioni.
Da questo punto di vista, quindi, il fatto che il referendum non passi può sembrare come un dato negativo e che quelli che volevano introdurre una forma di tutela generalizzata (che abbiamo visto, potrebbe portare anche ad un aumento dell’occupazione), stiano per portare a casa un grossa sconfitta. 
La verità è che questo referendum va visto nell’ambito di una panoramica più vasta (e qui ci ricolleghiamo anche a quanto riportato da quarantottosull’immigrazione).
Quello sul salario minimo è solo l’ultimo di una serie di referendum che si sono svolti negli ultimi tempi in Svizzera. A febbraio il Paese approvò l’introduzione di tetti e quote agli ingressi di lavoratori stranieri nella Confederazione, anche se il referendum passò con il solo 50,3% dei voti.  
Le conseguenze di questo esito referendario non sono immediate: scatterà una sorta di numero chiuso, nelle assunzioni nei luoghi di lavoro dovrà essere data la precedenza ai cittadini elvetici e solo in mancanza di disponibilità da parte di questi ultimi potranno essere accettati stranieri. 
A ciò si aggiunge un elemento importantissimo in chiave di "costituzionalismo" e tutela degli Stati nazionali al diritto fondativo del lavoro. Il referendum, infatti,  impegna altresì il governo svizzero a rinegoziare entro tre anni tutti i trattati internazionali inconciliabili con le nuove disposizioni costituzionali sulla circolazione degli stranieri nel paese. Tra questi l’Accordo di libera circolazione (ALC) del 21 giugno 1999 tra Svizzera e UE (a cui, negli anni, hanno aderito sempre più paesi dell’UE ) che tuttavia resta in vigore fino a quando non sarà definita una nuova situazione giuridica.
Quindi di fronte al problema della disoccupazione che mostra di aumentare, gli svizzeri hanno in primo luogo limitato l’accesso al mercato del lavoro, riservandolo prevalentemente ai cittadini, e penalizzando gli stranieri, e solo dopo hanno provato ad introdurre un salario minimo che in verità si avvicina ad un salario vero e proprio e che comunque, quasi certamente, non è stato concepito come strumento di abbassamento dei salari. Come invece propongono, senza una seria analisi sul funzionamento del mercato del lavoro, forze politiche vecchie e nuove in Italia.
 
A questo aggiungiamoci pure l’ulteriore referendum svizzero che si è tenuto lo scorso  novembre, dove si chiedeva di ridimensionare i salari dei manager, imponendo un limite legale ai salari dei dirigenti, che non avrebbero dovuto superare di 12 volte quello più basso fra i dipendenti. Anche in questo caso si è avuta la vittoria dei no al referendum.
Insomma la Svizzera, non solo prende sempre più le distanze dall’UE (anziché predicare “sempre più Europa”), ma se pure direttamente e/o indirettamente finisce per risentire della situazione europea e della crisi economica, e sebbene si riveli, per il momento, restìa ad adottare norme di tutela del lavoro fortemente anticicliche (cioè a sostegno della domanda), si guarda bene dall’applicare misure che vanno in direzione della compressione dei salari e dei consumi e delle teorie supply side che paiono l'unica formula concepibile in UE: ed infatti, anche nel 2014 il Pil è cresciuto del 2,6%.
                                 

26 commenti:

  1. E' pleonastico osservare che i cittadini di stati sovrani, o semi sovrani, cercano di difendere i loro interessi, e quelli svizzeri ci riescono abbastanza bene , direi, eppure la loro nazione e' piu' o meno come la Lombardia. Non come noi, dove il bue italiano continua a farsi condurre verso il macello economico dal pastore tedesco http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0CDMQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.milanofinanza.it%2Fnews%2Fdettaglio_news.asp%3Fid%3D201405051659374963&ei=ZA57U-nsJIaG0AXqx4GICg&usg=AFQjCNESkIKxObaJh_xDPFdsN6fyTbU_jw&sig2=-nbwItAsvrlJl2qW_5IDCg&bvm=bv.67229260,d.d2k
    sull'argomento eba-nuovi stress test, c'e' oggi un articolo dettagliato anche sul blog economy 2050, che pure e' eurista....
    comunque animo, ci sono le elezioni: Europa batti un colpo, sfascia l'euro e gli accordi con gli Usa, o soccomberai definitamente.

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  2. E, con riferimento al nervosismo Usa verso la Germania oltre che rivolto alla Russia, ecco cosa sicuramente non piace agli americani http://aurorasito.wordpress.com/2014/05/18/germania-e-cina-basano-la-nuova-via-della-seta-sulla-russia/
    argomento gia' trattato su questo blog l'anno scorso... i piani per la realizzazione stanno andando avanti..quindi tra non molto, cioe' dopo le elezioni europee, vedremo subito come intendono agire gli Usa con l'Ue, di cui una buona fetta euroscettica....anche perche', mi sembra, il ttip e' stato stoppato sugli ogm...

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    1. Pensaci bene: sugli ogm, cioè sostanzialmente su interessi francesi (ridotto all'essenziale).
      Il che ce la dice lunga sul riavvio della guerra degli spread, da imputare alle pressioni tedesche e in generale del sistema bancario nord-UE (UK incluso, salvo miglior contezza). Cioè convergono aspettative euro-break con ritorsioni elettorali.
      Stavolta, però, scoperto il giochino (tranne che dai nostri media e politici), la questione spread è segno di debolezza e scarsa...inventiva. Potrebbe addirittura accelerare la dissoluzione, se non è già in corso una trattativa riservata almeno con gli stessi francesi, secondo la tendenza che la Granville ha indicato molto chiaramente.
      Se sono rose (geo-politiche), si tratta di uno "sbarco in Normandia" frattalico in preparazione: manca sempre lo sbarco in Sicilia, ma bisogna indagare bene sul "sottostante" dell'azione intrapresa da Blackrock in Italia, e cose simili. Presto su questi schermi...

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    2. @Quarantotto,
      Lei crede quindi che il fondo americano sia entrato a pie' pari nelle banche italiane pronosticando l'uscita dall'euro e quindi governare con contezza l'unico paese europeo che a conti fatti ne gioverebbe di più con ripresa lanciata e agganciata alla moneta sovrana cioè: l'Italia? Ho capito bene?
      Grazie.

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    3. Domandona!
      Lutwak pare insinuare situaz del genere con affermazioni fatte in passato. La cosa è tutta da decifrare, dato che il venture capital è speculativo e volatile e non possiamo sapere che orizzonti temporali di investimento abbia.
      Dietro può esserci - o NON- una linea politica di sistema (il famoso neo.sbarco in Sicilia). Legata al Ttip? Altro problemone.
      Come vedi per capire dobbiamo raccogliere ancora tanti indizi. Sempre che i fatti non arrivino prima ad...autochiarirsi...

      PS. se hai elementi indiziari di ulteriore riflessione condividili...

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  3. Prestissimo , su questi schermi. Domani c'e' l'assemblea Mps per deliberare l'aumento di capitale, e basta che un fondo americano non sia presente, e devono rimandare il tutto perche' i numeri sono stretti...sarebbe un ottimo materiale di propaganda per Grillo, che e' gia' stato a Siena, il pd non ne uscirebbe per l'ennesima volta bene....beh anche l'aumento dello spread, pensavo che indebolisse i partiti euristi...si lo so' che c'e' anche la teoria che la paura fa rafforzare i partiti di governo (tipo strategia della tensione)....

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    1. Il sordo rumore della battaglia in arrivo...Dipende SE E PERCHE' stai ammassando truppe.
      Ma non illudiamoci in anticipo e attendiamo lo sviluppo degli eventi...

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  4. Mi pare logicamente impossibile che il salario minimo possa diventare strumento di deflazione salariale o contenimento del costo del lavoro. E' un minimo appunto, sotto cui non si può scendere, ma sopra cui si può sermpre salire. L'effetto sarà invece un aumento medio dei salari. Si trovano in rete vari articoli di Brancaccio su questo argomento (è una misura che lui e altri propugnano da un po')

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    1. E' invece è logicamente possibilissimo: l'invito è, visto che chi scrive il post ha fatto grande fatica per raccogliere studi e links indicando quanto già illustrato in precedente (post sull'art.36 Cost. in specie), di leggere i links. E tra l'altro quanto illustrato dallo stesso Sole24 ore, pur con la considerazione di solo una parte degli aspetti rilevanti

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  5. Penso dipenda anche dal contesto in cui si va ad applicare il salario minimo. Un conto è la Svizzera, che ha alti salari e bassa disoccupazione. Un conto è, ad esempio, l'Italia, che, al contrario, ha bassi salari e alta disoccupazione. Senza contare poi la differenza di tutele contrattuali, ormai di fatto quasi tutte annullate nel nostro paese.
    Bisogna distinguere a mio avviso tra salario minimo e sussidi di disoccupazione (o "reddito di cittadinanza" come dice qualcuno) questi ultimi sì che hanno sempre effetti nefasti. Si dovrebbe pensare invece a un programma di piena occupazione. Ma per farlo bisognerebbe aumentare la spesa pubblica, che rimane un tabù.
    Certo in una situazione di piena occupazione il salario minimo sarebbe praticamente inutile.

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    1. Sugli effetti del salario minimo, rinvio alla risposta data poco sopra.
      Certo, se si accetta un mercato del lavoro con livelli di flessibilità imposti dall'alta disoccupazione indotta da politiche fiscali (a loro volta per vincolo esterno) e contrarie alla Costituzione nel loro complesso, il salario minimo, al più, limita i danni (cioè è una resa alla istituzionalizzazione di rapporti di forza che la Cost voleva escludere).
      Ma solo questo e neanche in tutti i casi, come ribadisco ci dice anche il Sole 24 ore.
      I links sono messi apposta per non ripetere quanto già esposto e quanto agevolmente collegabile al tema attuale in base alla indicazione del tipo di mercato del lavoro derivante dall'applicazione della Cost e dal conseguente senso del sostegno statale alla domanda.

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  6. Infatti ieri il leader a 5 stelle ha proprio ribadito che «vuole la flessibilità del lavoro, gli piace la legge Biagi, (ovvero la rimozione delle tutele contrattuali previste dalla Costituzione), poiché ci aspetta (come "allerta" da anni) un lungo periodo di depressione economica con estesa disoccupazione»: quindi poiché «così è stato deciso e l'udienza è tolta».

    Poiché l'ordoliberismo è arrivato ed è qui per rimanere, «è necessario "il reddito di cittadinanza"».

    Non fa una piega. Direi che abbiamo a che fare con gli stessi valori della Resistenza...

    p.s.

    I link attivi non sembrano "ben attivati"

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    1. Diamine, hai ragione, non ho controllato i links!

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    2. Condivido il pensiero di Baazar su grillo. Penso che chi ha qualche dubbio su grillo, ora capisca il significato delle sue parole. Ma anche l'attenzione mediatica che sta ricevendo adesso ( anche destagionalizzando il dato per le elezioni ). E non credo sia un caso, se i media gli stanno dando sempre più attenzione.
      Ho votato nel 2013 i 5s, soprattutto per togliere un voto al pd, Per le politiche sarà per me diverso.
      Il salario minimo, nelle condizioni in cui si trova l'italia, è a tutti gli effetti una resa al capitalismo .Secondo questa logica cristallizzata, in futuro dovremmo accettare nuovi adeguamenti ( al ribasso ) in ragione di altre necessità. E' il rifiuto o il rigetto, di fatto, dei valori fondanti la nostra costituzione, una resa totale. Già questo, dovrebbe spaventare quanti pensano al loro portafoglio o orticello,
      La partita che si sta giocando vede soccombere la ragione, il pensiero in luogo degli istinti più brutali, che negando la ragione, ci portano indietro ai secoli bui.

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    3. Eh sì Gianni, ma come vedi da alcuni commenti, certamente in buona fede, l'idea semplificata che il reddito minimo sia "comunque" un miglioramento, dimostra che la resa sul modello costituzionale sia, ancora prima, un trionfo della cultura pop del folle laboratorio mediatico ordoliberista.
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/01/il-batterio-pop-del-folle-laboratorio.html

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  7. Interessantissimo post, che pone in risalto, a mio avviso:

    a) la demagogicità della politica renziana dei "tetti" ai manager pubblici (giusto parlarne, ma non escludendo il Moretti che si lagna e, soprattutto, i manager del settore privato, che non si capisce perché non debbano -anche loro- contribuire ad alleviare le sofferenze degli incapienti), che si inserisce nella logica distruttrice del "meno stato più mercato";

    b) l'uso strumentale (per non dire subdolo) delle politiche di immigrazione da parte del PD. Dietro la retorica dell'integrazione, gli immigrati diventano un mezzo per aumentare i disoccupati di riserva e quindi la "ricattabilità" del cittadino lavoratore.

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    1. il punto a) è il grande assente dalla coerenza livorosa: e solo in Italia, non in Svizzera o ad es; in UK. Ma non è un caso: gli AD del settore finanziario, qui da noi, colonia feudale fabbrica cacciavite in pectore, sono automaticamente maitre a penser, solono mediatici e membri del governo o "padrini" degli stessi.
      Senza dimenticare lo "strano" silenzio (undesrtatement) mediatico sugli enormi scandali che li stanno, anche di recente, investendo.

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    2. Mi permetto un piccolo OT per sottoporti un'altra questione inerente al regime €uropeo nel quale viviamo, ed in particolare legata ai diritti cosmetici.
      Se non erro, in queste elezioni, varrà il principio della cosiddetta "tripla preferenza di genere". Ossia, se dò tre preferenze a tre candidati del medesimo sesso, la terza sarà considerata non apposta.
      Ora. Il voto sarebbe il meccansimo principale attraverso il quale si concreta quella sovranità popolare sancita dall'articolo 1 della Costituzione. Che la mia indicazione sovrana sia modificata "ope legis" per garantire le quote di genere (che non sono un principio costituzionale), non mi sembra molto democratico: in sostanza, in nome delle quote rosa e/o azzurre, l'elettore non è.... più sovrano nell'espressione del voto!
      Va bene esercitare moral suasion sui partiti per una composizione paritaria delle liste. Ma non va bene, non va bene per niente alterare l'indicazione sovrana presente sulla scheda elettorale (oggi con questo pretesto, domani con un altro???).......

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    3. Infatti credo che sia pendente ricorso contro illegittimità costituzionale della legge elettorale europea con ANCHE questa eccezione. Naturalmente, in UE la pari opportunità, diritto cosmetico messo lì per le mogli-parenti-compartecipi delle oligarchie, si autorivendicano come principio prevalente sulle Costituzioni. E la CGUE in genere gli dà ragione...(rammenti post di Gian Luca Menti nonchè "Essi vivono"?)

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  8. In Svizzera i proponenti il referendum in questione, volevano usare un alto salario minimo come BARRIERA alla concorrenza dei lavoratori immigrati (e frontalieri) .
    Insomma una proposta ANTI-dumping salariale.

    Da quello che ho capito e' un tema molto sentito in Svizzera. E non solo.
    Ed e' una impostazione profondamente contraria ai " sani" principi europoidi, ispirati da quel """"galantuomo""" di Mises, ancor piu' che da quell' altro "moderato" di Hayek.

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  9. MAXIMUM MINIMORUM & IL PRINCIPIO DELLA DIFFERENZA

    A margine, mi sembra “cosa buona e giusta” riesumare le riflessioni di un “vecchio” post del buon ’48 giuntandolo con uno più recente di di C Sunstein per tornare ai “principi di riparazione” scritti dai Padri costituenti.

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    1. "Un giorno verrà una crisi e allora gli italiani saranno costretti a riscoprire il senso profondo della democrazia costituzionale e abbandoneranno l'idea internazionalista e liberista del vincolo esterno".
      Dite che nessuno le ha mai pronunciate queste parole e che, piuttosto, ne sono state pronunciate di esattamente contrarie?..."
      Grazie per aver rammentanto questo punto

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  10. Scusa Luciano, ad integrazione di quanto sopra detto, il salario minimo, se ho ben capito, sarebbe un'arma di ricatto vs. i lavoratori, giacché immagino che a fronte di questa "carità", il lavoratore che dovesse rifiutare un impiego, con paga di poco superiore , sara prevista la revocata del sal min.
    A questo punto ecco spiegata la funzione deflattrice ( non so se ho detto bene ) del salario minimo.

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    1. Ma anche peggio: se rivedi il post http://orizzonte48.blogspot.it/2014/05/1-maggio-la-grande-dissimulazione.html , vedrai che in Spagna, ad es; il lavoro può persino essere a paga inferiore purchè entro scostamento predeterminato (da legge che persegue il fiscal compact, nello schema illustrato qui http://orizzonte48.blogspot.it/2013/06/quello-che-non-vogliono-capire-2-ancora.html

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  11. Alla fine quindi il referendum non è passato. Mi sembra però utile a questo punto parlare e dibattere su un altro referendum, sempre in Svizzera, quello del reddito di base incondizionato: per il quale sono già state raccolte le firme necessarie.

    S parla di almeno 2500 Franchi per tutti , a parte i minori, ed in totale di qualcosa come un terzo del Pil annuo della Svizzera. Il reddito diventa il perno del welfare, conglobando tutto, lavoro, pensioni, ed altro. Sembra quindi che la " copertura" finanziaria sia minima, trattandosi per la maggior parte del gettito di somme già erogate.

    Mi sembra un argomento , così come viene da loro impostato, piuttosto interessante: tutti in definitiva usufruiscono della ricchezza prodotta nel paese, dove per ricchezza si intende anche quanto prodotto da una serie di "lavori" non quantificabili ufficialmente, come le cure parentali e molti lavori di volontariato.

    Mi sembra di poter aggiungere che questo referendum possa anche porre le basi per argomentazioni giuridiche piuttosto serie come la titolarità della moneta creata ( "purtroppo" si va sempre a finire lì) specie dopo quanto affermato dalla BOE ( l'ultimo quaterly bulletin) sulle banche (commerciali) che creano moneta dal nulla.
    Cordiali saluti
    Lorenzo Ciarlo

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    1. Del referendum sul reddito di base si parla all'inizio del post (anche lì sondaggi sfavorevoli).
      Quanto alle basi per sostenere la pubblica proprietà (popolare) della moneta, capisci che con una riforma come quella bancaria UE che tende a privatizzare la moneta, secondo il disegno di von Hayek, tra democrazie costituzionali ante-€ e UEM non c'è proprio più contatto...
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/12/riflessioni-sulla-unione-bancaria-tra.html

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