giovedì 8 dicembre 2016

L'IPOTESI FRATTALICA E I RICCHI NEL GIORNO DEL GIUDIZIO. SECONDO GESU'


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1. Mi piacerebbe aggiornare l'ipotesi frattalica alla luce dei dati sia già acquisiti in questo blog, che di quelli ulteriormente ritrovati (anche se sono sempre stati sotto i nostri occhi): gli sviluppi politico-economici, nazionali e internazionali, che si stanno prospettando, infatti, se letti alla luce di un nuovo schema interpretativo frattalico, reso possibile da questo allargamento di "rationalia", validano in modo più preciso la stessa ipotesi frattalica.
Senza mai dimenticare che si tratta di un "divertimento", di un'idea tesa a esorcizzare il buio sempre più profondo in cui stiamo precipitando e a tenere viva una speranza consapevole di "liberazione"


1.1. Proverò a compiere questo lavoro di aggiornamento non appena troverò il tempo: intanto, a storici, e storici del diritto, come Flavio, Lorenzo e Francesco, o a ermeneuti fenomenologi come Bazaar, e, last but not least, alla "potenza di fuoco" filologica di Arturo, offro alcuni "pointers", per eventualmente preparare del loro materiale coordinabile: 
a) la marcia su Roma va identificata in relazione a eventi, appunto omotetici, che abbiano come antecedenti, in preciso rapporto cronologico, l'inizio e la fine della prima guerra mondiale (intendendo tale conflitto come il punto di maturazione avanzata del capitalismo protoglobalista e liberoscambista del gold standard, cosa che anche Einaudi condivideva; qui, p.4). 
b) La vera concretizzazione della rottura dell'ordinamento, rispetto alla (labile) legalità dello Statuto albertino, va riferita alla reintroduzione del vincolo monetario in senso concreto, cioè come decisione normativa, prodromica all'adesione all'euro; infatti, a mio parere (che pongo come base della discussione), l'effettiva disapplicazione extra-ordinem della Costituzione (mantenuta cioè solo formalmente in vita, come già accadde per lo Statuto albertino), va logicamente posta in relazione con questo evento;
c) finchè, sul piano istituzionale e normativo, si rimane in regime di cambi flessibili (dal settembre 1992 al settembre-ottobre del 1996, in linea di massima), la legalità costituzionale è solo minacciata pesantemente, dall'entrata in vigore di Maastricht (1° novembre 1993). Come già, dopo la fine della prima guerra mondiale, moti di piazza e azione delle squadre fasciste contrastavano l'affermarsi della democrazia parlamentare pluriclasse, in astratto raggiunta con il suffragio universale e la tolleranza verso un variegato mondo sindacale.
Non vado oltre, perché in questa ricalibratura mi sono reso conto che la quantità di fonti che occorre esaminare è molto vasta e soggetta ad interpretazioni ancora storiograficamente molto differenziate.

1.2. Sta di fatto che, pur non volendo essere precisi fino alla pignoleria, è possibile rideterminare la data di inizio del regime di effettivo smantellamento della democrazia costituzionale, (in forma esplicitamente dichiarata come "irreversibile"), in epoca ragionevolmente posteriore a quella dapprima ipotizzata (e già ricorretta, ma sempre in base a un'interpretazione che, ahimè, devo confessare essersi rivelata incompleta, nel considerare cause ed effetti costitutivi dei fenomeni da considerare frattalicamente).

2. Svolta questa premessa metodologica e storico-ricostruttiva, ai fini di una possibile discussione, vi propongo, invece, le parole di Gesù Cristo, riportate nel libro di Robert Graves, "Io, Gesù" (1946, riedito da Longanesi nel 2015, Pagg.383 e ss.), frutto di una ricostruzione filologica delle fonti dei vangeli apocrifi e delle varie versioni degli atti degli apostoli, cui l'autore aveva dedicato una vita di studio (presso l'Università di Oxford):
"Gli anziani della sinagoga di Cafarnao appresero con stupore che Gesù era amico dei pubblicani...[ndr; e gli muovono una serie di gravi contestazioni morali alla luce dell'applicazione della Legge, così come da essi interpretata sulla base delle Scritture e della tradizione del tempo. Notare: la stessa terminologia, "Legge", che oggi si identifica, sulla base della teologia nata dal pensiero hayekiano, nella "predicazione" dell'ordine sovranazionale del mercato, abbracciata dai trattati €uropei e dal globalismo finanziario del diritto internazionale privatizzato. A queste contestazioni Gesù così replica]:
"La Legge, per quanto santa e giusta, è divenuta un intralcio per il povero. Siete voi, ricchi, i peccatori che hanno indotto questi poveri figli a disperare della salvezza, scansandoli come creature impure e rifiutando loro l'accesso alla sinagoga. E' stata la vostra ricchezza a indurvi in peccato, perché la ricchezza genera l'ozio, e l'ozio genera una cattiva coscienza, e una cattiva coscienza genera un eccesso di scrupolosità nell'osservanza della Legge, e l'eccesso di scrupolosità nell'osservanza della Legge genera presunzione. e la presunzione inaridisce le sorgenti del cuore. Di conseguenza, se nel testamento di Mosé sta scritto: "Essi toccheranno ciò che è impuro", il significato è "Il ricco ozioso preme il tallone sul collo del povero e lo costringe a mangiare ciò che è impuro, e in tal modo si contamina". Il Giorno del Giudizio sarete tenuti a rispondere dei vostri peccati e li pagherete a caro prezzo..."
"...alla morte di Hillel (ndr; grande dotto la cui predicazione aveva di poco preceduto quella di Gesù) così come alla morte di Aronne (ndr; fratello di Mosè e ritenuto il primo sommo sacerdote del popolo ebraico. La Chiesa cattolica lo considera santo e lo commemora il 1° luglio), non solo gli uomini ma anche le donne e i bambini hanno pianto. Onorando la sua memoria vi dico: vendete le vostre redditizie proprietà, mercanti, distribuite il ricavato ai poveri, tornate alle barche e alle reti che stoltamente avete abbandonato, e mentre faticherete sulle acque del lago, neppure allora scordate il vostro dovere verso il prossimo!...Il dotto Shammai, istruito da Simeone figlio di Shetach, ha detto: "Amate il lavoro e detestate i beni terreni"..."
2.1. Fenomenologicamente non fa una grinza: oggi più che mai. 
Gesù non appare essere né mite e moderato, riguardo a questo argomento centrale del suo Verbo, nè "diplomaticamente" incline a compromessi.
E sono parole esplicite e implacabili che non lasciano spazio a interpretazioni generiche e a compromessi dialettici, cioè amando i poveri "a distanza" e frequentando entusiasticamente i ricchi. E i potenti, perché ricchi. Come già Papa Woytila
Predicare il "pauperismo" solo per i già poveri, o per gli impoveriti affinché si rassegnino, esaltando il moralismo della Legge dei ricchi, è esattamente quell'eccesso di scrupolo nell'esaltazione della Legge (dei ricchi) che stigmatizzava Gesù.

13 commenti:

  1. Buongiorno.
    Posso chiedere per favore a quale apocrifo si riferisce il testo citato?
    Grazie
    Maurizio Reina de Jancour

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    1. La fonte da cui è tratto il brano è indicata nel post: è un libro di un autore preciso a cui a rigore andrebbe rivolta la domanda (ove fosse ancora vivo). Alla fine del libro c'è una nota storico-filologica molto interessante sull'uso delle fonti, alcune anche dovute a ritrovamenti al tempo recenti, redatta da parte dell'autore stesso.
      Pertanto, non saprei neppure indicare se tale conversazione è estratta da un vangelo apocrifo.
      Naturalmente, si può tranquillamente imputare all'autore di essersi inventato tutto, ma ciò sarebbe possibile per qualsiasi fonte di OGNI tipo su questo tema.
      Le specifiche fonti non sono pedissequamente riportate nel corso dell'esposizione in un libro rivolto a offrire i risultati di una lunga ricerca e di una metodologia, appunto, chiaramente dichiarate da un illustre autore.

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  2. Gesù non era né mite, né moderato – ma ciò non va inteso nel senso ordinario e secolare dei termini –, al punto da suscitare, com’è noto, perfino l’interesse degli zeloti; più volte ripeté che i suoi discepoli non avrebbero dovuto essere “tiepidi”, nel senso di non scendere troppo a patti con se stessi (varrebbe pure citare il passo, che tanto scalpore crea, in cui dichiara che saranno i violenti ad ereditare il Regno dei Cieli; al riguardo, un monaco esicasta afferma che questa violenza sia quella da affrontare per trascendere se stessi nell’ambito di qualsivoglia pratica introspettiva, che nel caso dell’esicasmo è la cosiddetta “preghiera del Cuore” – riportando Evagrio: “Se coltivi la preghiera, preparati agli assalti dei demoni e sopporta fortemente i loro colpi di frusta”: come potrebbe un tiepido farlo? –; nell’ordine più “profano”, ciò equivale allo sforzo cui ogni essere è tenuto per cercare di esercitare giustizia ed equilibrio, spesso difficilmente coniugabili coi propri immediati interessi; in Alchimia, esiste un “fuoco” agente dell’opera, dei quattro generalmente enumerati, che viene definito addirittura “contro natura”: dovrebbe andar da sé che si riferisca al contrastare la tendenza ad essere accondiscendenti verso le cose basse ed ontologicamente volgari, e non l’evocare pastrocchi di assai dubbio tenore).
    Le affermazioni di Gesù riportate nel testo possono fare il paio con quelle d’un saggio indu del secolo scorso, Nisargadatta Maharaj, allorché dice che “Cercare la realtà è l'impresa più pericolosa, perché distruggerà il mondo in cui vivi”, oppure “Coloro che hanno il coraggio di aver fede sono pochissimi: o i veri innocenti o i veri disperati”. Nisargadatta era una persona tranquilla – socialmente, un tabaccaio privo di cultura, che nemmeno conosceva le scritture indu -, e tuttavia le sue affermazioni scuotono l’essere da cima a fondo. Del resto, nemmeno Eraclito era troppo gentile nell’affermare (1 Diels Kranz) che il resto degli uomini “…sono sempre così inconsapevoli di ciò che fanno da svegli, come dimenticano ciò che fanno dormendo”.
    Le suddette esortazioni, benché si rivolgano potenzialmente a chiunque, nella realtà lo fanno per coloro che intendono comprendere davvero, ed è per loro che vanno applicate in profondità, non coercitivamente ed istintivamente per chiunque altro. Qui possiamo osservare come una via di coscienza sia stata tradotta in maniera ingannevole in obbligo sociale ipocrita, e proprio da coloro che ben si guardano dall’applicarne realmente e completamente gli assunti su di sé, e tuttavia appaiono tali da essere considerati degni – che poi la verità valga per ogni uomo è un conto, ma non si può obbligare in via fraudolenta nessuno a percorrerne la strada, al più esortarlo con l’esempio reale ed auto-condotto: questo sarebbe il compito dei cosiddetti “pastori”. Parafrasando di parecchio Rumi: “O asino, preoccupati anzitutto di vivere il vero in te stesso”.
    Il danno causato è duplice ed enorme: da un lato mischia le carte alla razionalità in modo fraudolento, dall’altro obnubila ulteriormente quel minimo di metafisica reale a cui ancora si potrebbe tendere. Direi ch’è una bella morsa da tenaglia.

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    1. @Citodacal

      « ...ma ciò non va inteso nel senso ordinario e secolare dei termini... »

      Credo invece che vada proprio inteso anche così.


      @Tradizionalisti

      E qui mo son stufo: il danno che hanno fatto le filosofie orientali importate dall'Oriente è incalcolabile.

      Nella bilancia commerciale del "Occidente" - che non si sa né da dove la fava inizi né dove la strafava finisca, almeno che qualcuno mi indichi i meridiani, così me ne faccio una ragione - abbiamo in contropartita degli IDE del cristianesimo anticristiano - quello della burocrazia dei celibi - queste simpatiche rimasticazioni indigeribili alla cultura Classica tipicamente autoreferenziali e importati dai liberal-chic anglocoloniali.

      L'eccitante gioia delle Caste, del Codice Manu, e della costrizione per nascita nel determinare religiosamente la "vocazione lavorativa" (tipo quella dei pariah): questo ne è il succo politico nella Storia.

      L'orientalismo made in MI6 è sta roba qua: insieme all'oppio e derivati sintetici. Citofonare ai sessantottini per credere...

      Il Gesù che appare dai testi che si suppone "non del tutto depurati" e che non lo facciano troppo apparire la brutta copia del culto di Mitra, pare essere duramente critico contro i "sacerdoti del monoteismo ebraico": quelli del mainstream dell'anno 0 zero circa. Ovvero, sia i precedenti che gli attuali.

      Il Logos. Dire che il "Verbo si face carne", è di una potenza impressionante: ciò che è è, ciò che non è non è.

      E questo è Tutto ed è sferico (ci son voluti un paio di millenni per dimostrarlo scientificamente). Ma lasciam stare.

      La Parola - il Logos - è tale se e solo se si manifesta nella carne, nella sostanza dell'atto compiuto, non nell'ipocrita norma rituale che rimane nulla più di "un comportamento in potenza". Lasciando lo spazio politicamente necessario per far sì che le Tavole con iscritti i comandamenti siano esclusivamente la Legge dei poveri cristi subalterni.

      Chi politicamente sostiene che il cristianesimo gesuano non sia gandhianamente violento e politicamente impattante è - mi scusino lor signori - un ingenuo se va bene, un emerito cialtrone se va male.

      Gesù non porta un messaggio di solidarietà: infatti si pone sempre in posizione di conflitto con i ceti dominanti: esorta alla distribuzione della ricchezza, proprio in senso socialista. Altrimenti come è possibile che quell'ateo di Marx, nel Capitale, asserisce che « il cristianesimo è l'unica religione utile »

      Che caso.

      La complexio oppositorum con cui descrive il cattolicesimo romano Schmitt non fa altro che confermarlo nel momento in cui si comprende che il Cristianesimo nella Storia, è stato una violenta reazione di totalitaria oppressione delle coscienze dei subalterni. E non solo. Come afferma provocatoriamente uno scioccante Disraele: « il cristianesimo è ebraismo per il popolo »

      Proprio l'ebraismo che Gesù condannava nei suoi pratici risvolti sociopolitici?

      Un reazionario cattolico antisemita come Schmitt non ci dormiva la notte su questo aforisma: lo vedeva come un'inversione della Storia universale.

      Oppure l'inversione è quella di Schmitt: il Katechon è veramente il cristianesimo: ma quello gesuano, non sicuramente quello romano, che assomiglia più ad una possessione diabolica dell'antico impero.

      Gesù che si occupa della Legge dei sacerdoti liberali? che caccia cambia valute e mercanti dal Tempio? Gesù alle prese con il liberismo?

      Gesù come Lenin? Rivoluzionario, manco riformista?

      Non è neanche un caso che ci sia il detto per cui « Gesù fu il primo comunista »

      Come non è neanche un caso che i cattolici siano ordoliberali...

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    2. @citodacal

      Scusa, non ho argomentato: Gesù non appare con la tempra tipicamente del "saggio", del "Buddha" asiatico.

      Confronta la differente reazione di Budda e Gesù di fronte alla comune situazione della donna straziata dal dolore della morte dei figli.

      Il principio intersoggettivo della compassione è comune all'Etica di entrambi.

      Gesù, però, è scritto, si rompe in un pianto.

      Gesù è un passionario.

      E non nel senso della Passione dei diversamente cristiani della burocrazia dei celibi.

      (Se si comprende la relazione tra una società castale e l'oppio, allora si potrà intuire perché la passionarietà gesuana non può essere considerata impolitica.
      La moderazione è politicamente vile ed eticamente relativistica)

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  3. Sono d'accordo sul messaggio di fondo che questi passi citati vogliono veicolare; vorrei capire solo questo passo "Amate il lavoro e detestate i beni terreni". Mi sembra contraddittorio. Come si fa, infatti, ad amare il proprio lavoro e a detestare i beni terreni che sono il frutto del nostro lavoro? Si ama il lavoro solo perché distoglie dall'ozio e non per i beni materiali che arricchiscono una comunità se equamente distribuiti? Allora, se così, creiamo il lavoro di scavare e tappare buche all'infinito, un lavoro senza senso, così, tanto per tenere occupata la gente e non farla cadere nell'ozio. Altra provocazione: se i ricchi donano i loro beni materiali ai poveri, allora, secondo questa filosofia, ciò sarebbe di danno al povero, che cadrebbe nell'ozio per via dei beni donati dal ricco, che sono per definizione "detestabili". Cioè, non riesco a trovarci una soluzione in queste apparenti contraddizioni logiche. Mi pare che i costituenti il lavoro lo intendessero non solo finalizzato al togliere dall'ozio i peccatori, ma come base per creare una società ricca e sviluppata nel suo insieme, con il fine del PROGRESSO MATERIALE E SPIRITUALE DELL'INTERA COMUNITA'. Valorialmente, I Costituenti mi sembrano, da questo profilo, molto più avanti di questo Gesù; ma avro detto forse un'eresia

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    1. Senta, non venga qui a fare "come fosse antani sbiriguli". E' già la seconda volta che interviene a sproposito in questa sede. La illogicità - nonché la palese incapacità di cogliere l'essenza del discorso- delle sue pretese "contraddizioni logiche" è così evidente che nessuno dovrebbe perdere tempo a spiegarle.

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  4. Carissimi,
    per l'interpretazione della parola di Dio, preferisco sempre rivolgermi all'infallibile magistero bimillenario della Chiesa cattolica (ovviamente, lasciando perdere tutto quanto di contrario, diverso e contraddittorio è stato affermato dal CVII in poi).
    Si scopre così -ad es., leggendo già le primissime pagine del sintetico catechismo di San Pio X- che esistono quattro peccati "speciali", più gravi, che, testualmente "gridano vendetta al cospetto di Dio".
    Quali sono?
    Semplice: omicidio volontario, rapporti omosessuali (testualmente: peccato impuro contro natura), oppressione dei poveri e frode nella mercede agli operai.
    L'attuale regime oligarchico transnazionale, dunque, grida vendetta al cospetto di Dio. Del resto, siamo di fronte a quella che, in definitiva, altro non è che una gigantesca operazione di frode nella mercede agli operai, ad esclusivo vantaggio, appunto, della lobby transnazionale dei prestatori professionali di denaro. Si induce artificialmente la rarefazione monetaria, si innalza -altrettanto artificialmente- la richiesta di posti di lavoro, e così si froda l'operaio, facendolo lavorare per due soldi, che non potrà neppure risparmiare, ma dovrà ridare alla stessa lobby, per par pagare prestiti contratti per riuscire ad andare avanti. Se non è frode questa?
    I poveri sono e saranno sempre più oppressi, perché, per le stesse ragioni, stanno togliendo e sempre più toglieranno loro quei benefici materiali -a partire dalla sanità- che, nonostante le opposte pretese, la nostra società industriale può permettersi e, allora, deve permettersi.
    Ovviamente, c'è pure l'omicidio volontario: quanti vecchi e bambini greci hanno ucciso? Quanti malati? Oltre ai suicidi indotti...
    Rimane il peccato impuro contro natura....ma mi sembra che sia parecchio sponsorizzato anche quello.
    Per quanto riguarda, invece, la fissazione farisaica per la legge, a me pare che la sua edizione contemporanea sia il politicamente corretto. E' iniziato in sordina, ma mi sembra ormai chiaro che questi "precetti di uomini" siano destinati a diventare sempre più numerosi e complicati da seguire, proprio come quelli su cui si ostinavano i farisei, rovinando la vita alla gente comune.
    Tom

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    1. Il tema del post è la ricerca sui referenti storico-omotetici dell'ipotesi frattalica. Riparlare, dopo centinaia di post di meccanismi stra-illustrati in questa sede è fondamentalmente inutile.

      Almeno si avessero le idee chiare su quanto qui si dice da anni circa il senso della Legge (e qui i farisei non c'entrano veramente nulla).
      I diritti cosmetici, cioè il politically correct, sono un mero corollario dell'applicazione della "Legge" (e pure nel post cosa sia questa Legge c'è scritto e non credevo di doverlo rispiegare a fondo per l'ennesima volta).

      La Legge di cui ci dobbiamo attualmente preoccupare è quella "del mercato". Di cui la Chiesa non s'è mai, ma proprio mai voluta preoccupare, avendola anzi teorizzata dalle basi:
      http://orizzonte48.blogspot.it/2016/05/bene-comune-beni-comuni-mercato-e.html

      Anche rispetto all'attuale €uropa
      http://orizzonte48.blogspot.it/2016/06/2-giugno-1946-2-giugno-2016-il-presente.html

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  5. DA QUESTO MOMENTO SARANNO AMMESSI SOLO COMMENTI ATTINENTI ALL'IPOTESI FRATTALICA.
    CHI è INTERESSATO AL TEMA POSTO DAL BRANO INSERITO NEL POST, SI ANDASSE A LEGGERE IL LIBRO, SE VUOLE E, SOPRATTUTTO, STUDI (perché il libro non è criticamente comprensibile senza una più che discreta conoscenza della storia e della filosofia antiche).

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  6. Aspetto ovviamente gli storici per provare a dare un contributo on topic.

    Per ora mi limito a prendere in considerazione la strategia della tensione come segmento temporale riconducibile a quello della prima guerra mondiale: Piazza Fontana, Aldo Moro, con le rispettive "omotetie" geografico-nazionali.

    La controrivoluzione neoliberista dei '70 come grande guerra.

    Ma il punto è che i bolscevichi non hanno vinto la guerra civile: hanno vinto i bianchi collaborazionisti.

    Trump e Putin possono essere considerati come Roosevelt e Stalin?

    C'era tutto questo antipatriottismo e antisolidarismo, questo senso di "delazione diffusa"?

    E la Troika non è forse peggio dei rastrellamenti nazisti?

    Perdonami, caro Quarantotto, ma posso solo fare del brain storming...

    I nazisti politically correct pare proprio non volerne di definitive omotetie... Vogliono stravincere e non far prigionieri.

    I Lager sono le nazioni debitrici dell'eurozona.



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  7. REICHSKONKORDAT
    (1/2)

    Verrebbe strano - anche a chi come me, teiera di B Russell in orbita marziana – limitarsi a ricordare l'assegnazione del Karlspreis 2016 [Internationaler Karlspreis der Stadt Aachen – Premio Carlo Magno] a Papa Francesco (nato Jorge Mario Bergoglio) nel dicembre 2015 e conferito nel maggio 2016 nel Palazzo Apostolico in Roma alla presenza delle istituzioni europee, riconoscimento riservato a partire da Coudenhove-Kalergi (1950) alle migliori espressioni del liberismo internazionale e dell'ordoliberismo europeo.
    D'altronde l'imprint fenotipico della Societas Iesu conferisce ad alcuni il diritto pontificio di chierici “regolari”, ad altri “irregolari” l'algoritmo, limitata”mente”, del materialismo storico (materialistische Geschichtsauffassung).
    Verrebbe strano - anche solo limitandosi ad un “bigino” del secolo “breve” - non ricordare la tonsura del catechismo del cardinal Bellarmino [“difficile alle menti rozze non solo dei bambini, ma anche degli adulti che in questa parte sono quasi geniti infante”] voluta da Pio X (1903-1914, nato Giuseppe Melchiorre Sarto, ex Patriarca di Venezia per volontà austro-unghese e Papa nella disputa franco-austro-ungarica con il Rampolla filo-francese, ex segretario di Stato di Leone XIII) verso un “un catechismo popolare storico-dogmatico-morale redatto in domande brevi e risposte brevissime”, la “liceità” del diritto allo sciopero, l'allentamento della “non expedit” di Pio IX (divieto per i cattolici italiani alla vita politica) per arginare il crescente consenso verso le forze socialiste (promuovere "quelle istituzioni che si propongono di ben disciplinare le moltitudini contro l'invadenza predominante del socialismo"), senza dimenticarne la “mondanità” che il Trilussa descrive “Er Papa nun vo’ er Tango perchè, spesso, er cavajere spigne e se strufina sopra la panza de la ballerina che su per giù, se regola lo stesso…” preferendo la Furlana “Mi me pàr che sia più bèo el bàeo a 'ea furlana; ma no vedo che gran pecài ghe sia in stò novo bàeo!”.
    Verrebbe strano non ricordare il paciere restauratore Benedetto XV (1914-1922, nato nobile Giacomo Paolo Giovanni Battista della Chiesa), papa crucco (le pape boche)" in Francia, papa francese (der französische Papst) in Germania e "Maledetto XV" in Italia, nel dramma dei cristiani europei in lotta gli uni verso gli altri invocando lo stesso Dio pregando per l'annientamento del nemico, fautore del Partito Popolare Italiana di don Sturzo e, avesse letto Keynes, avrebbe considerato diversamente le encicliche “Paterno Iam Diu” (1919) e “Annus Iam Plenus” (1920) di sapore vagamente “solidaristico” heakeiano.

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  8. REICHSKONKORDAT
    (1/2)
    Verrebbe strano non ricordare Pio XI (1922-1939, nato Achille Ambrogio Damiano Ratti) che favorisce lo scioglimento del partito di don Sturzo e, tra qualche marginale scontro con il fascismo che egemonizza l'educazione della gioventù e per le ingerenze di regime nella Chiesa e “apprezzando tutto ciò che tende a impedire o, per lo meno, attenuare la lotta di classe, e a coordinare le diverse esigenze del bene comune ..” (1925,Concistoro) scrive la molto contradditoria Quadragesimus annus (1931) e con l'uomo “che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare” [«Quell'uomo, ragazzo mio, fa rapidi progressi, e invaderà tutto con la forza di un elemento naturale. Mussolini è un uomo formidabile. Mi ha capito bene? Un uomo formidabile!, 1937 su L'illustration] chiude la “questione romana” con i Patti Lateranensi (indipendenza e sovranità dello Stato Vaticano, il risarcimento di 750 mln di ITL a titolo di risarcimento di leggi eversive, l'esenzione di tasse e dazi, il risarcimento di 1 mld e 750 mln, titoli di Stato consolidati al 5% al portatore, pari ad un nominale di 1 mld di ITLe .. Dio all'Italia e Italia a Dio e start-up della finanza vaticana con Bernardino Nogare che investe in immobili e attività produttive, consolidata nello IOR nel 1942) per proseguire con la “Divini Redemptoris” (1937, necessità di sopportazione e pazienza da parte dei poveri, i ricchi come amministratori di Dio, che devono dare ai poveri quello che loro avanza) per completare l'opra nella firma del Reichskonkordat (1933), il trattato di diritto internazionale con il governo di Hitler e il suo successo in politica estera: se anche la Santa Sede, quale indubbia potenza in ambito morale, stipula con i nazionalsocialisti, allora anche gli altri Stati non hanno ostacoli con il governo hitleriano.

    Verrebbe strano non ricordare la fine destinata all'apocrifo di Maria di Magdala e al ruolo dalla “discepola” preferita dal Cristo: “Ha forse egli parlato in segreto a una donna prima che a noi e non invece apertamente? Ci dobbiamo ricredere tutti e ascoltare lei? Forse egli l'ha anteposta a noi?”

    Suvvia, andiamo in pace!

    That's all, folks!

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