giovedì 7 luglio 2016

IL PREZZO DEI NPL DI MONTE DEI PASCHI DI CUI NON SI PARLA (PMI sveglia: e 3!)


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(Il romanticismo si attaglia al "sogno": e contestualizzare trasforma il senso in un modo che si attaglia alla cruda realtà).

1. Da La Stampa, traiamo alcuni chiarimenti sul quadro operativo entro cui si stanno muovendo le "trattative" tra governo italiano e Commissione UE sulla cruciale questione "Monte di Paschi di Siena"
"Da ieri il Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica al mondo, in Borsa vale meno di un miliardo di euro. Per comprare un caffè a Piazza del Campo ci vogliono ben tre azioni. L’utile dell’ultimo trimestre - 93 milioni di euro - non basta a far dimenticare 27 miliardi di sofferenze...
...L’ora X è prevista per il 29 luglio, il giorno in cui verranno pubblicati gli stress test della Banca centrale europea e dell’Eba sui 51 principali istituti europei. Mps non è l’unica banca del Continente che trema, e questa potrebbe essere perfino una buona notizia. I risultati degli ultimi test della Federal Reserve hanno bocciato sia Deutsche Bank che la spagnola Santander
...I contatti fra Tesoro, Palazzo Chigi e Commissione europea sono costanti, e servono a trovare la soluzione utile a scongiurare il rischio di un effetto domino europeo. Per rimanere nelle regole, una strada c’è: la contempla l’articolo 32, quarto comma, punto tre della direttiva sulle risoluzioni bancarie.
Quella norma dice chiaramente che nell’ipotesi di un’imminente bocciatura allo stress test, lo Stato può intervenire in via preventiva con un aumento di capitale, purché «cautelativo», «temporaneo» e «proporzionato per rimediare alle conseguenze della grave perturbazione» che si sta per abbattere sulla banca. Il linguaggio è più adatto a un meteorologo ma il senso è chiaro. La banca deve essere «solvente» e l’aiuto non può essere utilizzato «per compensare le perdite che ha accusato o rischia di accusare».
Lo schema che circola al Tesoro rispetta tutte queste condizioni: prevede il lancio di nuove obbligazioni convertibili - chiamiamoli Padoan bond - non dissimili a quelle emesse nel 2012 dal governo Monti; ad esse si dovrebbe accompagnare un intervento di sostegno del Fondo Atlante per un ammontare non inferiore ai tre miliardi di euro. «Atlante due» si occuperà nel frattempo di comprare -parte delle sofferenze di Mps, ma i tempi non sono compatibili con quelli che i mercati impongono in momenti come questi.
C’è una condizione che in queste ore complica non poco la trattativa. Bruxelles sostiene che questo tipo di intervento imponga l’applicazione del principio del «burden sharing» che costringerebbe azionisti ed obbligazionisti a farsi carico - almeno in parte - del salvataggio statale. Il pressing del governo sulla Bce e sulla Commissione europea per non far passare questa interpretazione punitiva della norma è arrivato al punto di minacciare una decsione unilaterale da parte dell’Italia.
Si dice spesso che due indizi non fanno una prova, ma ci si avvicinano.
Il primo è la risposta del portavoce del Commissario alla Concorrenza Vestager all’articolo (in parte smentito) del Financial Times sulle intenzioni di Renzi intorno al destino di Mps: «Esistono soluzioni senza effetti contrari sugli investitori al dettaglio». L’altro indizio sono le parole pronunciate da Ignazio Angeloni, membro italiano della vigilanza di Francoforte: «Il sostegno pubblico è componente fondamentale di un buon quadro di regole». Le norme dell’Unione bancaria «dovrebbero essere usate non più del necessario, ma neanche meno».  
L’ultima parola spetta dunque a Jean-Claude Juncker e a Mario Draghi. Molto dipenderà ovviamente dall’atteggiamento di Berlino e da quanto Merkel e Schäueble temano un nuovo terremoto in tutto e per tutto simile a quello che nel 2008 partì dagli Stati Uniti e spazzò via decine di banche. L’Europa post-Brexit è al redde rationem: o esce dalla crisi più unita, o rischia di soccombere". 

2. Questo era il quadro un paio di giorni fa.  
Ma ad oggi, sempre dalla stessa fonte mediatica, la situazione, lungi dal perseguire la "soluzione di mercato" che, solo a parole, si agita come una bandiera ormai logora, pare intraprendere il seguente percorso tortuoso:
"A meno di colpi di scena, oggi il consiglio di amministrazione straordinario del Monte lancerà un aumento di capitale fra i due e i tre miliardi di euro. Una proposta che alle attuali condizioni della banca (circa 24 miliardi di crediti deteriorati) il mercato dovrebbe snobbare. 
A quel punto il governo - grazie all’ormai noto articolo 32 della direttiva sulle risoluzioni bancarie - sarebbe pronto a lanciare la sua ciambella di salvataggio sottoscrivendo (potrebbe essere con un bond) ciò che il mercato rifiuterà. Il problema è che in quel caso le regole impongono di sacrificare, oltre agli azionisti - che verrebbero comunque diluiti - anche gli obbligazionisti subordinati. Per evitare questo scenario Renzi è pronto a tutto, fino al coinvolgimento nell’operazione di ricapitalizzazione della Cassa depositi e prestiti, soggetto pubblico ma formalmente privato".

3. Un percorso tortuoso, ma politicamente ritenuto spendibile, in base alle seguenti prospettazioni ex parte italiana (ho aggiunto alcune enfasi in neretto):
"Ancora ieri, di fronte al premier svedese Renzi ha ribadito che «i risparmiatori devono stare tranquilli» e che il governo «auspica soluzioni di mercato» salvo mandare messaggi duri ai partner europei: «Sono certo che nei prossimi giorni le autorità europee rifletteranno sulla situazione. Chi conosce la realtà sa che la vera questione non sono i nostri crediti deteriorati, ma i derivati di altre banche». Una battuta che si potrebbe tradurre più o meno così: cari amici tedeschi, attenti a non mostrarvi troppo rigidi perché quelli che oggi sono i problemi di Mps domani potrebbero colpire la vostra Deutsche Bank, esposta in derivati per cifre stellari.  
Già, perchè i problemi con Bruxelles non si esauriscono con la ricapitalizzazione.
Parallelamente ad essa, il governo sta contribuendo alla creazione di un secondo Fondo Atlante - dovrebbe chiamarsi Giasone - che dovrebbe comprare gran parte dei crediti deteriorati di Mps grazie a ciò che resta nelle casse di Atlante uno (nato per salvare le Popolari venete), più i fondi della Sga, la bad bank del Banco di Napoli oggi in mano al Tesoro e con 500 milioni a disposizione. 
Fra Tesoro, Atlante e Cdp si sta cercando di coinvolgere nell’operazione vari soggetti: dai fondi assicurativi e previdenziali fino ad alcuni investitori esteri. Si fanno i nomi di un misterioso fondo cinese, di Deutsche Bank Italia (proprio la società italiana della banca sopracitata), Cariparma, Bnl Paribas
La questione da risolvere con l’Europa è questa: qual è il prezzo al quale un soggetto partecipato dallo Stato può comprare crediti deteriorati e rivenderli sul mercato? Secondo le stime che circolano in ambienti finanziari quello giusto potrebbe essere attorno al 30 per cento. Ma è abbastanza alto per non configurare l’aiuto di Stato? Il problema con Roma «è l’applicazione delle regole sugli aiuti di Stato», conferma il numero due della Commissione Ue Dombrovskis.  Insomma la partita per salvare Mps - e con lei l’intero sistema bancario - si preannuncia lunga".
4. Una prima notazione: la domanda dovrebbe essere, piuttosto, se tale prezzo sia "abbastanza basso", dato che l'aiuto di Stato distorsivo della mitica concorrenza tra istituti bancari in UEM - con buona pace di ogni considerazione dell'art.47 Cost. (su tale aspetto torneremo)- si ha quando denaro considerato di (varia) provenienza pubblica attribuisca un vantaggio/arricchimento non realizzabile nelle normali condizioni di mercato.
Considerato che gli "eventi" del mercato fanno "precedente" e, nel caso dell'Unione bancaria, anche "presunzione legale" (per quanto juris e non de jure, dunque superabile da "altri" analoghi eventi), avevamo infatti visto che la vicenda Etruria aveva portato ad altre valutazioni di prezzo dei NPL:

"I valori di cessione delle sofferenze delle quattro banche salvate a novembre (CariChieti, Banca Etruria, Carife e Banca Marche) sono stati rivisti al rialzo dagli esperti indipendenti a una media del 22,3% del valore nominale.

Lo ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco durante un'audizione in Senato.

Il dato è frutto di una media ponderata tra il 31% assegnato alla porzione garantita da ipoteca e il 7,3% di quella chirografaria.

La Commissione Ue aveva individuato un valore economico reale di cessione delle sofferenze delle quattro banche pari al 25% per la parte garantita da ipoteca e all'8,4% per quella chirografaria con una media ponderata del 17,6%.

Sono stati però rilevati ulteriori "rischi" nei portafogli creditizi che hanno generato altre esigenze di svalutazione degli attivi; il maggior fabbisogno patrimoniale che ne è derivato è stato tale da compensare i risparmi derivanti dalle minori percentuali di svalutazione delle sofferenze rispetto alla valutazione provvisoria".
5. Attenzione: la Commissione UE non può permettersi, specialmente con l'Italia, e almeno finché non entri in gioco qualche "figlio prediletto" (leggi: Deutschebank), di contraddire quanto stabilito pochi mesi prima in situazione praticamente identica. 

Tra l'altro, un prezzo di acquisto (sostanzialmente pubblico) "attorno al 30 per cento", non sarebbe giustificato neppure allargando la sfera dei crediti in sofferenza che si possano considerare "garantiti da ipoteca", e questo grazie all'introduzione, da maggio, del c.d. Patto Marciano

Contratto con cui creditore e debitore si accordano in modo che, in caso di inadempimento, il creditore acquisisce un bene di proprietà del debitore, con l’obbligo di versargli la differenza tra importo del credito e valore. Il Dl 59/2016 codifica il patto marciano tra banca finanziatrice e impresa finanziata per trasferire un immobile (dell’impresa o di un terzo, di qualsiasi natura) se c’è inadempimento. La banca (salvo tenerselo, cosa improbabile) lo può vendere direttamente , senza procedura esecutiva. L’immobile non può essere l’abitazione principale del datore di ipoteca, del coniuge o di parenti e affini entro il terzo grado".

Esistono infatti margini di "persuasione", per i debitori, imprese e mutuatari ipotecari, per indurli a rinnovare le condizioni delle linee di credito già concesse, laddove gli arretrati li pongano in condizione di avere poca scelta al riguardo.


5.1. Risultato pratico (abbastanza evidente e di cui non si parla, sull sfondo della contingenza della vicenda MPS):
"E’ intervenuto il decreto legge 59 per accelerare il recupero crediti, ma non essendo retroattivo in borsa stanno ancora perdendo capitalizzazione.
In ogni caso, con il Patto Marciano, che può essere sottoscritto tra creditori e debitore, lo spossessamento di chi non è in regola con i pagamenti sarebbe immediato. Data la continua situazione di stress economico della struttura industriale (si è recuperato appena l’1% di quanto precedentemente perso e la chiamano ripresa), per cui alcuni parlano di un euro che sta asfissiando il sistema economico (si veda Gianfelice Rocca della Technint sul Financial Times di marzo), non si esclude affatto una vendita massiccia di proprietà industriali al miglior compratore.
Insomma, l’Unione Europea impone misure draconiane all’Italia che provocano la più grave recessione della storia contemporanea, il sistema economico va in tilt, il sistema bancario viene investito da una mole impressionante di crediti deteriorati e a questo punto interviene nuovamente l’Unione Europea per chiedere la risoluzione del problema delle sofferenze bancarie.
Il sistema bancario è sotto pressione via Vigilanza Europea, il sistema industriale è sotto pressione via sistema bancario italiano, e i salariati sono massacrati dal sistema economico".


5.2. Tornando al prezzo di cessione dei crediti in sofferenza, (in senso di "stima...secondo il mercato"), il miglior prezzo ammesso dalla Commissione è dunque del 25%: anche ammettendo una generalizzata, e praticamente impossibile, garanzia "marciana" di tutti i NPL del Monte dei Paschi, rispetto al prezzo di 30, balla "almeno" un 5% di differenza. Non poco su 24 miliardi.
Dunque, l'operazione immaginata dal nostro governo si presenta non solo tortuosa - com'era inevitabile una volta accettato di "stare in €uropa" a qualsiasi costo- ma anche "in salita" e molto.
Ma quello che più conta, è che il sottostante dell'operazione ("marcianizzata"), come abbiamo appena visto, è lo spossessamento da parte degli imprenditori (naturalmente medi e piccoli, in prevalenza), dei complessi aziendali e la distruzione di struttura produttiva, aggiuntiva rispetto a quella già indotta dalla recessione, a sua volta indotta dalle politiche fiscali che servono a salvare l'euro.


Questo è il "prezzo" di MPS, intesa come metafora della distruzione euristica, di cui non si parla.

E magari a pensare che tutto si possa risolvere tagliando la spesa pubblica-brutta, quando, invece, è esattamente il contrario: ma proprio il contrario (parola di Stiglitz)



17 commenti:

  1. Patto Marciano. Quindi probabilmente ciò che conta per la Banca non è tanto il fatto di poter acquisire materialmente il possesso del bene (operazione che richiederebbe comunque l'espletamento della procedura di rilascio, con precetto, preavviso, accesso dell'UG, Forza Pubblica, ecc. ecc.), ma la possibilità di divenire ipso iure proprietaria dell'immmobile e di poterlo, così, iscrivere in bilancio.

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    1. Se lo si rapporta a interi complessi aziendali o a immobili fondamentali per l'esercizio dell'attività produttiva, in realtà, il potere diviene quello di acquisire il controllo delle stesse imprese: tra l'altro, non vedo esclusa la possibilità di convertire la proprietà dei beni offerti in garanzia direttamente nelle azioni o quote che, sul piano giuridicono, esprimono quegli stessi valori patrimoniali (azioni o quote che, escussi quei beni, diverrebbero praticamente prive di valore).

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  2. Mario Draghi tobt: Justiz ermittelt nach Razzia gegen EZB-Banker



    Il governatore della banca centrale slowena è membro della BCE Bostjan Jazbec è sotto inchiesta della giustizia slowena per pratiche illecite durante il salvataggio di diverse bance slovene nel 2013. Mario Draghi è infuriato è scrive 2 lettere di protesta, una al governo sloweno è una alla commissione UE. Governo sloweno risponde che la pratica non è illegale ed è protetta dalla legge slowena.

    Per la prima volta la giustizia di un paese del euro-zona indaga su un membro della BCE.

    È i giudici italiani che fanno, dormono sogni tranqulli.

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    1. Correggo

      Il governo sloweno risponde a Draghi che l'inchiesta della giustizia slowena contro il governatore della banca centrale slowena è membro della BCE Bostjan jazbec è il sequestro di materiale sensibile in diversi uffici della banca centrale slowena non è illegale come dice Draghi ma protetta dalla legge slowena.


      A questo punto diventa sempre più chiaro il ruolo che giocano le banche centrali nei paesi del euro-zona. Praticamente sono delle filliali della BCE che a sua volta è una filliale della BUBA tedesca. Praticamente la Germania ha il pieno potere sulle banche centrali del euro-zona è può fare praticamente quello che le pare. Sè poi ci mettiamo anche l'euro che è nient'altro che il marco tedesco, ecco spiegato l'egemonia tedesca.
      Il ritorno del 3° Reich è come nel 3° Reich l'alleato più intimo della Germania sembra che sia un altra volta l'Italia è gli inglesi i primi a prendere le distanze. È come il 3° Reich trasformerà l'europa in un campo di macerie, la 3° volta in 100 anni.
      Comunque la Germania un potere simile sul Europa non l'ha mai avuto nella sua storia è farà di tutto per tenersi stretto questo potere. Le Panzer Divisionen le hanno sostituite con l'Auswertige Amt, la Bertelsmann Stiftung è la Springer Presse che penso che siano attive in tutta Europa, tranne UK lì c'è Murdoch. Unica speranza sarà che altri paesi prendino l'esempio degli Inglesi, qui però non conto sul Italia. L'Italia caso mai cambierà il carro al ultimissimo minuto è non un secondo prima, per causa di un devastante esterofilismo.

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    2. Questa era l'intuizione alla base dell'ipotesi frattalica: la sua ulteriore elaborazione (condotta per un divertimento storiografico basato sulla ripetibilità della Storia in farsa), è stata però sospesa per mancanza di una posizione USA identificabile con quella effettivamente e apertamente contrappositiva al terzo Reich, tenuta (solo) a partire dal tardo 1942.

      Senza tale azione esterna, in effetti, l'Italia non si sarebbe mai liberata dall'abbraccio soffocante e demenziale con un alleato che è quanto di più inadatto al suo interesse nazionale.

      E, come la volta precedente, le elite che conducono il paese non comprendono che prima ti "svincoli" minore sarà il costo di questa mossa di elementare autoconservazione.

      Anche questa volta, l'esitazione ha già passato il segno temporale di ogni ragionevolezza, e occorrerà attendere un fattore esterno, o esogeno, di evoluzione del sistema italiano.

      Al di là della Brexit (che non influisce sull'assetto dell'euro e comunque risponde a una tradizione para-imperiale britannica), non vedo però granchè all'orizzonte.
      Ma si possono sempre verificare eventi rapidissimi e sconvolgenti in modo, ora, del tutto inaspettato (una svolta Trump?)

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  3. L’attacco ad imprese e cittadini ormai è totale. Misura analoga è stata introdotta per i semplici cittadini (consumatori) dall’art. 1 D.Lgs. 72/16 (che ha modificato il codice del consumo). Quest’ultimo ha recepito la direttiva 2014/17 UE - riguardante anche i “contratti di credito garantiti da un’ipoteca o da un’altra garanzia analoga comunemente utilizzata in uno Stato membro sui beni immobili residenziali” - che nelle intenzioni dello sporco legislatore €urista doveva tutelare i consumatori! I collaborazionisti non lo hanno chiamato “decreto banche”, ma è parente molto stretto del D.L. n. 59/16, visti gli effetti tutti a favore degli istituti di credito. L’impresa o il consumatore non pagano una rata del finanziamento o del mutuo? Scatta la segnalazione alla centrale rischi e addio possibilità di avere altro credito (è vero che costituisce inadempimento del consumatore il mancato pagamento di diciotto rate mensili, ma come fa il consumatore a rientrare, pur volendo, se non ha i fondi e nessuno glieli presta più perchè è un “cattivo pagatore”?). L’interessato ha praticamente perso il bene. E’ vero, consumatori e piccolissime imprese (quelle non assoggettabili a procedure concorsuali) potrebbero utilizzare la L. n. 3/2012 (ribattezzata “anti suicidio”; a questo punto siamo arrivati a Costituzione vigente) per comporre una crisi da sovraindebitamento. Ma solo in teoria, perché dal 2012 ad oggi io non ho ancora visto dalle mie parti la costituzione di un “organismo per la composizione delle crisi”.

    Perfettamente coerente con la strategia ordoliberista e con il format della “shock economy”, ovvero usare gli Stati sovrani per la realizzazione dei propri scopi: “Il punto di partenza del neoliberismo è l’ammissione, contrariamente al liberismo classico, che il suo programma politico potrà trionfare solo se riconoscerà che le condizioni del suo successo devono essere costruite, e non si realizzeranno “naturalmente” in assenza di uno sforzo concertato. Questa nozione ha implicazioni dirette riguardo l’attitudine neoliberista nei confronti dello Stato, i contorni generali di quella che viene considerata una teorica economica corretta, così come l’atteggiamento nei confronti dei partiti politici e le altre entità corporative che sono il risultato di una organizzazione consapevole, e non semplicemente di inspiegate crescite “organiche”. In poche parole, “il Mercato” non fa apparire naturalmente e magicamente le condizioni per il suo continuo fiorire, per questo il neoliberismo è in primis e soprattutto una teoria su come ristrutturare lo Stato al fine di garantire il successo del mercato e dei suoi attori più importanti (…)” [P. MIROWSKI - D. PLEHWE, The Road from Mont Pelerin, Harvard University Press, Cambridge, 2009, 161].

    Il massacro continuerà senza pietà

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    1. Come al solito hai indovinato la citazione :-)
      C'è da dire che concetti di questo tipo vennero teorizzati, nel (tristemente) noto "Colloque Lippmann", da Miksch, e furono ripresi dallo stesso Einaudi in assemblea Costituente; cfr; pagg.97-98 de "La Costituzione nella palude".
      Il "costruttivismo" neo-ordo-liberista è, in realtà, giustificato come restaurazione dell'ordine naturale della Legge (del mercato), e quindi in funzione "anticostruttivista" statale.
      Contraddizione su cui Ruini non mancò di ironizzare nella sua formidabile replica a Einaudi...

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    2. E anteriormente al Colloque (nel '37) già il liberale e federalista Lionel Robbins (intellettualmente assai più onesto di Hayek, va riconosciuto): «La scelta – scriveva Robbins – non è fra un piano o l’assenza di piano, ma fra differenti tipi di piano». Correttamente si deve parlare dell’esistenza di un piano liberale, così come si parla di un piano socialista o nazionale. «La ‘pianificazione’, nel suo significato moderno, comporta il controllo pubblico della produzione in una forma o in un’altra. L’intento del piano liberale era quello di creare un insieme di istituzioni in cui i piani dei privati potessero armonizzarsi. Lo scopo della moderna (pianificazione) è quello di sostituire i piani privati con quello pubblico – o in ogni caso di relegarli in una posizione di subordinazione».
      Su questa base, Robbins fu allora in grado di denunciare il difetto della posizione liberale (e socialista) al livello internazionale. I liberali classici avevano sostenuto la necessità di introdurre una serie di istituzioni, come la moneta, la regolamentazione degli scambi e della proprietà, ecc. al fine di consentire il funzionamento del mercato: la mano invisibile è in verità, scriveva Robbins, la mano del legislatore. Ma gli economisti classici, mentre ritenevano indispensabili queste misure di governo all’interno dello Stato, avevano ingenuamente creduto che potesse spontaneamente crearsi un mercato ben ordinato e funzionante anche al livello internazionale, in una situazione di anarchia politica."

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    3. Il discorso non potrebbe essere più esplicito, caro Arturo. E l'impegno pianificatore (concepito negli anni ’50) iniziò in concreto negli anni '60 quando Milton Friedman pubblicò il saggio Capitalism and Freedom in cui rispolverava il discorso classico del liberismo e proponeva, tra l'altro, riforme riguardanti i principali settori economici nonché....dell'istruzione. Già, l’istruzione diventa merce e veicolo di infestazione “(…) Le scuole saranno più efficienti se saranno sottoposte alle leggi del mercato capitalistico e, come tutte le aziende, entreranno in concorrenza le une con le altre per attirare i loro clienti: gli studenti. A questo scopo serve un sistema statale di buoni scuola emessi all’ordine dei genitori di un figlio in età scolare, buoni che potranno essere spesi in una scuola a scelta delle famiglie degli studenti, anche private e/o confessionali” [M. FRIEDMAN, Capitalismo e libertà, Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1987, 89]. Secondo Friedman “(…) L’istruzione dovrebbe così essere fornita tanto da imprese private a fini di lucro quanto da organizzazioni no profit. Il ruolo del governo si limiterebbe ad accertarsi che le scuole soddisfino determinati requisiti minimi, come l’inclusione di un minimo di contenuti comuni nei propri programmi, ESATTAMENTE COME OGGI LE AUTORITÀ SI ASSICURANO CHE I RISTORANTI RISPETTINO STANDARD IGIENICI MINIMI (…)” [M. Friedman, The Role of Government in Education, in R.A Solo (a cura di), Economics and the Public Interest, Rutgers University Press, Piscataway, 1955]. Le organizzazioni internazionali (in testa la Banca Mondiale, l’OCSE e il WTO), secondo documenti ufficiali, si adeguano nella ridefinizione dei sistemi scolastici, tratteggiando un nuovo, magnifico orizzonte culturale e di libertà. L’istruzione e la cultura cadono in mano a questi organismi veicolati dalle imprese multinazionali e si infiltrano nelle scuole di tutti gli ordini e gradi, al grido “Statobruttocriccacorruzione”. Se controlli il campo dell’istruzione e della cultura, con il carico da undici delle autorità religiose a benedire il tutto ed un sistema mediatico efficiente, è come rubare il lecca lecca ad un bambino.

      E così torniamo al tema del post: credo che sia difficile che generazioni di imprenditori cresciuti a pane e mercato (appoggiati dalle relative organizzazioni sindacali, un nome a caso Confindustria)e nel clima della descritta rivoluzione culturale riescano a svegliarsi. Ci vorrebbe una seduta di massa con riorientamento gestaltico (a doverosa matrice Costituzionale)

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    4. Tutto giusto, ma con una piccola precisazione (sociologica e lessicale): non ci sono generazioni di imprenditori cresciuti (veramente) "a pane e mercato".
      Tale mercato non lo hanno mai visto e praticato: e neppure sarebbero disposti ad accettarne tutti gli effettivi oneri e meccanismi.

      Ci sono piuttosto "figli di imprenditori" e, in progressiva aggiunta, "improvvisati faccendieri nel settore dei servizi" - nell'abbandono progressivo di filiere artigianali nel ben PIU' IMPEGNATIVO MANIFATTURIERO- che si basano su una VULGATA DI SLOGAN ANTI-STATO: e chiamano ciò cultura del mercato.

      Tale malintesa visione risiulta ssenzialmente consistente, per molti di questi soggetti, in una SUB-CULTURA che, sul piano del messaggio politico, ancor oggi consiste nella reiterazione acritica di tali slogan (sempre più staccati dalla realtà che si andava realizzando), e sul piano operativo, consiste nel RECLAMARE LA RIVOLTA FISCALE e nel praticare, BEN PRIMA del ciclo recessivo e dell'insostenibilità della pressione fiscale, L'ELUSIONE, L'EVASIONE FISCALE E LA COLLUSIONE INTERESSATA CON LA CORDATA POLITICA "AMICA" (ovviamente di governo, a tutti i livelli territoriali).
      Diciamocele queste cose, se no pare che "è tutta colpa dell'euro" e questo non è esatto al 100%.

      Dovrebbero oggi essere gli stessi organi associativi delle PMI a uscire da queste logiche e raddrizzare l'asse delle conoscenze e della moralità su cui si giocano il (residuo) futuro...

      Ad oggi, invece, si ha una continuata e permanente corresponsabilità politica _ NB: a me non importa della rilevanza dell'evasione "pregressa" sulla crisi, che considero trascurabile- di tale parte della classe imprenditoriale "minore": UNA RESPONSABILITA' POLITICA ESSENZIALMENTE DA OMISSIONE, CHE PROSEGUE TUTT'ORA (nei termini che ho ora ulteriormente precisato).

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    5. Certo, la precisazione socio-lessicale è corretta perché mi sono espresso male. La subcultura dell'anti-Stato (e che si manifesta con i fenomeni da Lei citati della rivolta fiscale e dell'elusione, appoggiata da politici interessati) ha la stessa matrice ideologica - anche se compresa male, sono d'accordo - ma non è tuttavia storia solo recente. Lo slogan "se so magnati tutto" o "lo Stato ci dissangua" girava anche tra i genitori della nuova classe imprenditoriale, che non credo fossero proprio tutti appartenenti alla "borghesia con coscienza infelice" (tipo Adriano Olivetti, per intenderci). L'€uro è arrivato dopo, ma ha trovato terreno fertile, anche perché i fragili anticorpi erano stati a mio avviso già debellati nel modo che sappiamo. Se fosse resistito un minimo di sentimento democratico (in senso costituzionale e solidaristico) e non si fosse instaurata - come avvenuto- una visione distorta e fondamentalmente microeconomica (di stampo individualistico antietica e tipica di quella matrice culturale pervasiva), la moneta unica forse (dico forse) avrebbe avuto più difficoltà ad attecchire o comunque non sarebbe durata tanto. Oggi, poi, credo che, nell'assoluta incapacità di capire quello che tecnicamente l'€uro comporta, il paradosso sia che quella subcultura addirittura si radicalizza: alla fine, sia prima che dopo l'€uro, la colpa è sempre dello Stato. In caso contrario non mi spiegherei perché, nel mezzo di una crisi epocale, le associazioni di quelle imprese (e da queste ultime appoggiate) continuino con il refrain della spending review, dei tagli alla spesa e della "buona flessibilità". Foraggiate, e non c'è dubbio, da una classe politica che negli anni è divenuta via via sempre più indegna e che quel pensiero alimenta in modo scandaloso

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  4. Infatti von Mises e Hayek nella sostanza sono d'accordo; nella forma no. Von Mises (e Bohm sul piano giuridico) non credevano all' ordine spontaneo (come invece proprio ..Draghi!). Sul punto credo considerassero Hayek un povero illuso.Il discorso di Ruini e' mitico. Eppure, nonostante in Costituente non ne abbiano fatta passare una ad Einaudi (che poi infatti scappo' in Svizzera per iscriversi a Monte Pellegrino, in quel castello simile a quello della famiglia Adams) hanno praticamente avuto la meglio. E' incredibile. Sono dei geni del male, bisogna ammetterlo. A noi per ora tocca subire. Ma non sara' sempre cosi':-)

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    1. Ma neanche Hayek crede all'ordine spontaneo, che, o è un concetto di filosofia morale (la mano invisibile, la Provvidenza, ecc.) o crassa doppia verità.

      Hayek rivendica quanto gli ordoliberisti la necessità di uno Stato per imporre la Legge.

      Legge che, per gli elitisti, è la legge del più forte.

      I più forti politicamente sono i migliori a priori. Con buona pace di migliaia di anni di filosofia classica e di quella roba che Polibio chiamava anaciclosi.

      I migliori vivono gli altri li servono. Punto.

      Solo le persone veramente intelligenti si sono chieste come mai, nella religione liberal-capitalista, le persone che fanno le cose peggiori possano mai condurre ad un assetto migliore. (Cfr Keynes)

      Certo, poi ci sono gli anarco-capitalisti, gli austriaci libertari, i Tea Party a cui faceva riferimento 48 nel creare l'humus antistato eurista, che, tipicamente, sono mezzo analfabeti come i loro idoli tipo Rothbard. Questi, stupidi come sono, credono veramente che lo Stato sia brutto e cattivo a prescindere.

      Ma uno Stato, anche nelle utopie anarchico, non ci può non essere in qualche forma.

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  5. Un piccolo OT dei miei pensieri: <>. Trovare un imprenditore PMI che capisca la radice dei suoi problemi è come trovare qualcuno al Bar Sport che conosca L.B.caraciiolo, Bagnai, etc.
    E che alla fine tutti ce lo prenderemo il cetriolo.

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  6. Cosa leggono i miei occhi! Ma non era l'Unione bancaria ciò a cui l'ABI anelava fino a poco tempo fa? Ora è "Incostituzionale" il bail in? Perchè il pareggio di bilancio ed il jobs act?

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    1. Poche idee ma confuse: e tardive.

      E a proposito di risvegli tardivi, con improvvisa (e misteriosa) ritrovata capacità di attenersi ai fatti e alla loro memoria storico-critica:
      http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/questa-finta-unione-bancaria-porter-europa-fallimento-perch-dopo-128297.htm

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    2. Ora voglio proprio vedere cosa accadrà in Germania, dove sono già alle prese con la Bremen Landesbank ... vederemo che si fa... scomettiamo che il bail in viene congelato sia qui che là?

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