martedì 18 novembre 2014

IL "SOLE" DEGLI INVESTIMENTI CHE NON SORGE: CHISSA' PERCHE'...(con addendum sui saldi primari)



Vi diamo un po' dei più recenti dati Istat sull'economia italiana (avvertenza: scommetto in apertura, comunque, che i dati previsionali 2015-2016, si riveleranno sbagliati per eccesso):

"Conti nazionali

Stima preliminare del Pil 
Nel III trim 2014 Pil -0,1% sul trimestre precedente e -0,4% rispetto al terzo trimestre del 2013 
 Comunicato stampa, venerdì 14 novembre 2011

Le prospettive per l’economia italiana 

Nel 2014 si prevede una diminuzione del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari allo 0,3% in termini reali, seguita da una crescita dello 0,5% nel 2015 e dell'1,0% nel 2016.

Nel 2014 la domanda interna al netto delle scorte contribuirà negativamente alla crescita del Pil per 0,3 punti percentuali, mentre la domanda estera netta registrerà una variazione positiva pari a 0,1 punti percentuali. 
Nel 2015 la domanda interna al netto delle scorte è attesa supportare l'aumento del Pil (+0,5 punti percentuali) mentre il contributo della domanda estera netta risulterà contenuto (+0,1 punti percentuali). 
Nel 2016 l'apporto della domanda interna al netto delle scorte è previsto in ulteriore rafforzamento. Dopo tre anni di riduzione, nel 2014 la spesa delle famiglie segnerà un aumento dello 0,3% in termini reali, in parte per effetto di una riduzione della propensione al risparmio. Nel 2015, si prevede un ulteriore miglioramento dei consumi privati (+0,6%) che proseguirà anche nel 2016 (+0,8%) trainato dalla crescita del reddito disponibile e da un graduale aumento dell'occupazione.  
Gli investimenti subiranno una ulteriore contrazione nell'anno in corso (-2,3%) nonostante un lieve miglioramento delle condizioni di accesso al credito e del costo del capitale. Il processo di accumulazione del capitale è previsto riprendere gradualmente nel 2015 (+1,3%) e con maggior intensità nel 2016 (+1,9%), in linea con il rafforzamento della domanda.  
Il tasso di disoccupazione raggiungerà il 12,5% nel 2014 per effetto della caduta dell'occupazione (-0,2% in termini di unità di lavoro). La stabilizzazione delle condizioni del mercato del lavoro attesa per i prossimi mesi avrà riflessi sul 2015, quando il tasso di disoccupazione diminuirà lievemente al 12,4% e le unità di lavoro registreranno un contenuto aumento (+0,2%). Il miglioramento del mercato del lavoro proseguirà con più vigore nel 2016 con una discesa del tasso di disoccupazione al 12,1% e una crescita delle unità di lavoro dello 0,7%."

Come sottolinea il Sole24ore, è’ questa la stima preliminare sul Pil trimestrale diffusa oggi dall’Istat, che rileva come si tratti del tredicesimo trimestre consecutivo senza crescita

Solo nel III trimestre dello scorso anno, su base congiunturale, il Pil fece registrare crescita zero e anche nel I trimestre di quest'anno.
Sempre il Sole ci regala una "singolare" interpretazione, naturalmente non solo supply side, ma pure...leggermente apodittica:
 
"Un balzo indietro di quattordici anni. È quanto ha sentenziato ieri l'Istat con il dato negativo del Pil del terzo trimestre 2014. 

Come osserva Nomisma, gli investimenti non ripartono e senza investimenti è molto difficile, se non impossibile, invertire la tendenza. A partire dal 2008, le imprese italiane hanno di fatto progressivamente congelato la spesa in investimenti produttivi, a fronte di un mercato interno sempre più rarefatto
Se non si spezza questa catena che lega industria e consumi interni, il valore aggiunto continuerà a muoversi in modo impercettibile o, alla peggio, a rimanere in territorio negativo. L'industria in senso stretto contribuisce per il 20% alla generazione del Pil, e si arriva a quasi il 27% se si somma il settore delle costruzioni
A sua volta il commercio all'ingrosso e al dettaglio rappresentano una quota del l'11,5 per cento. È quindi evidente come in questi tre settori, senza interventi strutturali di rilancio degli investimenti, della produzione e della produttività, il Prodotto interno lordo sia destinato alla bassa stazionarietà.
«Se si vuole scongiurare il declino economico, l'Italia deve tornare a crescere come nel secolo scorso e deve recuperare il gap di produttività che in questi anni si è allargato enormemente», spiega Pier Franco Camussone, docente di Sistemi informativi alla Sda Bocconi. Camussone ha realizzato uno studio presentato tre giorni fa a Milano al congresso nazionale di Aica. «Tra i fattori cui si addebita il declino - spiega Camussone – rientrano gli scarsi investimenti sulle nuove tecnologie informatiche e telecomunicative da parte del settore industriale italiano, e il limitato impiego di tali tecnologie nella razionalizzazione e semplificazione dei processi produttivi».
Ancora limitati come numero, inoltre, i casi di aziende italiane che hanno imboccato la strada del digital manufacturig, cioè della produzione manifatturiera strettamente connessa a programmi gestionali digitali, su cui si basa buona parte della recente ripresa del Pil degli Stati Uniti. L'analisi dell'Aica mostra tuttavia come oltre un terzo delle Pmi italiane non abbia personale interno dedicato a tempo pieno all'information tecnology
."


Vedete? Un docente di "Sistemi informativi", naturalmente della Bocconi, spiega il declino con la mancata effettuazione di investimenti che determina l'inevitabile "calo della produttività"; il che è una parafrasi tautologica della mancata crescita, dato che nulla dice sul PERCHE' non si facciano gli investimenti
Il Sole, ovviamente lo spiega con una circostanza "sfortunata", dettata anche da un evidente addebito di responsabilità a queste imprese che hanno pretese "assurde": vendere i prodotti che producono, aspettandosi che la gente li possa comprare e non spezzando questa maleducata catena che lega industria e consumi interni.

E come la si vorrebbe "spezzare" questa malcreanza?
Sicuramente, a chiederlo a un bocconiano - e il problema è che QUALSIASI cosa dica, i politici italiani lo prenderanno come "sentenza definitiva"-, tagliando le tasse mediante il taglio della spesa pubblica
Ora, in un paese ove la colpa starebbe nel legare al calo della domanda interna la mancata effettuazione di investimenti in "nuove tecnologie", - che pensate un po', richiedono capitali e specialmente "competenze" in misura adeguata, cioè lavoratori specializzati che bisognerebbe pagare "un po' di più", altrimenti, giustamente se ne vanno all'estero-, questo è lo stato comparativo della SPESA PUBBLICA IN ISTRUZIONE (AL 2010: dopo è andata anche peggio):

Tra l'altro non è neanche vero che dal 2008 gli investimenti sono sempre andati calando, perchè il Sole dimentica che invece l'Italia era uscita da questo trend all'inizio del 2009 per ripiombarci NEL CORSO DEL 2010, non appena iniziarono le "manovrone fiscali" di Tremonti - D.L. n.78/2010, ingiustamente sottovalutato nel far calare...la domanda pubblica coi suoi tagli lineari e col blocco de facto dei pagamenti alle imprese.
Poi comunque è arrivato l'effetto Monti col "burrone" tra fine 2011 e giù fino al 2013, e naturalmente fino al calo attuale, 2014, del -2,3 che abbiamo visto aggiungersi secondo l'ultima rilevazione Istat.
E questo si può agevolmente constatare da questo grafico del Comitato interministeriale della programmazione economica su dati FMI (quelli che il Sole forse legge, evidentemente per un giorno, e poi dimentica):

 

E questa è la relazione tra deficit pubblico e risparmio delle famiglie in coincidenza con le politiche UE-UEM (dalla "convergenza" di Maastricht alla crisi del 2008, e fino al 2010), di restrizione sistematica del deficit mediante l'accumulo di avanzi primari record. Rammentiamo che il risparmio è la "materia prima" di liquidità che dà luogo agli investimenti:


Avanzo primario e tasso di risparmio

Potrei andare avanti ad accumulare dati, e semmai vi rinvio a questo post di "Scenari economici", ma mi parrebbe inutile: tanto la realtà si fa con interviste a docenti, purchessia, della Bocconi...

Alla fine però, comprensivo di tante difficoltà cognitive, aggiungo questo grafichetto qui sotto, tanto per non far scervellare troppo giornalisti e bocconiani intervistati sotto il  "lampione":

 Collegamento permanente dell'immagine integrata
 

18 commenti:

  1. nessuno mette in relazione la deflazione alla paura di indebitarsi ora per avviare un'impresa o espanderla?
    forse bisogna tornare a Graziani per leggere un economista che abbia analizzato senza autorazzismo l'evoluzione del capitalismo italiano, comprendendo l'intreccio fra debito, inflazione, svalutazione, scala mobile e che tutto questo sostanzialmente funzionava, avendoci reso una delle nazioni più ricche ed con la ricchezza meglio distribuita al mondo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, sono privi delle risorse culturali per farlo. Il mainstream bocconian-ordoliberista ha desertificato le stesse competenze economiche più elementari. Instaurando una Costituzione materiale eversiva (nel senso di Carli e Mortati)

      Elimina
  2. ma del resto abbiamo i nostri bellissimi espertologi in tv h24. a qualunque ora del giorno imperversano (immagino pure stipendiati coi soldi nostri che altrove tagliamo).

    ormai, per esser sempre più incisivi come propaganda, si invitano SEMPRE LE STESSE 20 PERSONE.

    è un country club. 3 editorialisti famosi, 3 imprenditori vulcanici, 5-6 politici a rotazione, 4-5 conduttori intercambiabili, 3-4 economisti sempre d'accordo fra loro. un paio di moralizzatori della stampa tedesca. 2-3 sondaggisti alla bisogna. 1 filosofo (Cacciari).

    queste 20-25 persone (evidentemente assoluti tuttologi in quanto si esprimono su TUTTI i problemi dal presunto razzismo italiano alle leggi elettorali ai problemi delle imprese) sono ormai diventate l'unico modo di informarsi in tv per l'uomo della strada.

    poi se uno prova a spiegarlo si sente dare del complottista. e dire che non ci vuole molto a contarli. contrarli sullo schermo e vedere che chi ha accesso al mezzo è un gruppo di persone inferiore come numero ai partecipanti di una riunione di condominio.

    saranno gli unici competenti in Italia....si sa in questo Paese siamo ignoranti per cui quei pochi acculturati che abbiamo dobbiamo mandarli in tv a più non posso per raddrizzare gli Italiani. logicamente non fa una grinza credo.

    RispondiElimina
  3. Risorse culturali? Il livello e' basso, si scambiano ad arte le cause con gli effetti. L'imprenditore per definizione investe i suoi profitti, se non lo fa e' perche' 1) sta fallendo, 2) sta cedendo l'attivita' per ritirarsi 3) e' retrogrado, conservatore. Il punto 3) e' chiaramente transitorio, perche' sfocia inevitabilmente in 1 o 2. Se non e' transitorio, allora si campa in un monopolio di fatto, ergo non e' imprenditore bensi' rentier!

    RispondiElimina
  4. La Bocconi...

    Il punto è che sarebbe necessario ritornare alle base sostanziale delle Democrazie costituzionali: Marx.

    Perché?

    Perché Keynes, da buon liberale, si "scordava" che le resistenze politiche all'applicazione delle soluzioni macroeconomiche alla sofferenza sociale - perché è di questo che si tratta - nascevano dal conflitto distributivo: ovvero dalla lotta per il potere, ovvero dalla lotta di classe.

    Questa semplice verità infatti veniva contestualmente portata in luce da Kalecky, che il pensiero marxiano lo aveva interiorizzato.

    (La genialità che il baronetto Keynes ha messo a disposizione della Corona, mi porta a considerare certe affinità elettive con Adam Smith: filologi, scatenatevi...)

    Arturo mi ricordava giustamente che Carlo Rosselli non era "liberista": vero.

    Ma non era neanche un "vero socialista": come qualsiasi liberalista che poggia la propria filosofia politica sull'individualismo e sull'appartenenza a gruppi più o meno privilegiati.

    Infatti Rosselli era "un bocconiano einaudiano": non liberista? Un liberista keynesiano? Un "non collettivista"? Un "non comunista"? Che cavolo è il "socialismo liberale"? Che razza di "sinistra" sarebbe?

    Forse in UK, è "sinistra". Ma in "periferia"?

    Il suo miglior amico, Lelio Basso, lo ammette chiaramente: era un travolgente attivista che voleva "tagliare" il socialismo con il liberalismo di matrice anglosassone.

    Quindi?

    Ho la radicata convinzione che Keynes e Beveridge, senza Marx, non vadano da nessuna parte.

    Ed i principali ostacoli alla consapevolezza di classe sono due: i neoliberisti (ovvero il %99,99 degli aventi diritto al voto) e... i marxisti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. D'accordo. Rosselli credo che non avesse chiara l'economia e come il conflitto sociale sia dichiarato automaticamente e unilateralmente da parte del più forte per conservare posizione di vantaggio ri-qualificata ex post come legge naturale...Da qui la graade autosuggestione del welfare "liberale" british, come come diceva Carlyle era "la restituzione di parte del bottino". Naturalisticamente affidata al mutevole e transeunti buon cuore elargitivo dall'alto del privilegiato "illuminato"

      Elimina
    2. Bè, insomma.
      Oggetivamente; se non ci fosse stato Marx, non ci sarebbe nemmeno stato Keynes.
      Cioè; se non fosse esistito Marx (o chi per lui), il campo liberale -temo- mai avrebbe dato spazio a un Keynes.

      Elimina
  5. E un docente di sistemi informativi scopre che il problema è la carenza di sistemi informativi e della loro applicazione.
    Naturalmente gli illuminati giornalisti hanno centrato il problema e individuato l'esperto giusto, o forse si potrebbero consultare altri esperti e vedere cosa rispondono.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. LOL! :-) Metodo consolidato dei media italiani
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/09/rassegna-sullart18-mappe-cognitive-e.html

      Elimina
  6. Ciao Quarantotto ma in Romania crescono perchè hanno una giustizia efficiente, non hanno corruzione, la parola evasione fiscale non è nel loro vocabolario, e sono molto ligi alle regole :-) .

    A proposito di bocconiani ho sentito un sindacalista della CGIL, a Linea d'ombra, dire apertamente che il suo punto di riferimento economico sono loro. Che dire, un paese che ha mandato il cervello all'ammasso, siamo i testimoni di una fine di un' era, speriamo ne sorga una migliore e di vederla.

    OT: sembra che Draghi rispetto da un anno fa abbia aggiustato il tiro da:

    L’euro è “irreversibile” e chi pensa di poter uscire è “un ingenuo

    a: L’euro è irreversibile e la Bce farà tutto quel che serve, nell’ambito del suo mandato, per preservarlo. Comunque la Bce non ha alcun potere legislativo per obbligare i Paesi membri a stare nell’euro o a lasciarlo».

    Come la interpreti? si può sperare che sia iniziato il conto alla rovescia?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In fondo la mia sensazione (motivata) l'ho già espressa
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/10/de-bello-gallico-dimenticare-sedan.html
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/11/euro-alla-frutta-e-ttip-alle-porte-il.html
      Sia la Francia (col debito pubblico in mani €-core) che la sentenza OMT sono bombe innescate sotto lo stesso edficiio: e fanno tic-tac-tic-tac, mentre saltano le sedazioni politiche che hanno consentito lo scempio ordoliberista su scala continentale.
      Che dire?
      Draghi qualcosa potrebbe averla pure capita, visto che gli addebitano di spingere per la soluzione che piace agli USA (o Germania reflaziona o euro si spacchi pure: l'importante è la prospettiva TTIP magari con un indispensabile accordo di cambio col dollaro. In assenza di euro, si fa un bel paniere "medio" intorno al dollaro e si aggiustano le oscillazioni consentite...)

      Quanto al fatto che ciò sia "sperabile" non lo so: sono ormai quasi indifferente a questo futuro, già minato da una classe dirigente totalmente incapace. Ma totalmente.
      Sempre per difetto di "risorse culturali" minime

      Elimina
  7. Direi proprio di si. Il conto alla rovescia è già partito da un pò; mi sa:

    "Di fronte a una sorta di dottrina astratta tedesca e di alcuni altri paesi si è continuato ad affrontare la crisi raccontando balle, dicendo che era un problema di riforme interne".

    E ora, per chi non ha letto questa news; andate a vedere chi ha detto queste parole. Alberto Bagnai?...naa....Paolo Savona?...naa:

    https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2014/11/17/prodi-ue-ha-encefalogramma-piatto_b7fe2cdf-2331-4bc8-a6cf-014ff6c9f307.html

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tentare la carta Badoglio, mentre si libera il Colle, mi pare la cosa più naturale per il personaggio in questione.
      Solo che stavolta gli USA non sono i portatori del keynesianesimo, ma del world-wide-free-trade.
      Insomma 8 settembre che non ci regalerà nulla, col 25 luglio che sta avvenendo al rallentatore e con una sola salvezza: Wall Street che rimbalza dalla roulette russa sulla crapa istituzionale dei banchieri, che perderebbero il controllo dell'ordine mondiale dei mercati (e dei consumatori grassi...)

      Elimina
    2. Beh, sotto questo aspetto, anche quanto detto da Draghi (E' irreversibile ma nessuno è obbligato a restarci), potrebbe testimoniare il vento che cambia.
      Così come il recente articolo del Guardian, ed anche Sapir ha iniziato ad ipotizzare la cosa.

      http://vocidallestero.it/2014/11/18/sapir-se-litalia-esce-dalleuro/

      Certo, una "prima mossa italiana" non penso possa avvenire se non supportata in maniera "robusta" oltre oceano. Magari dai repubblicani......

      Elimina
  8. https://aurorasito.wordpress.com/2014/11/19/la-trappola-delloro-del-gran-maestro-putin/

    eheheheh.....l'articolo mi ha risollevato il morale. Anche se(o forse, proprio perche') siamo nella squadra sbagliata.

    RispondiElimina
  9. BUMF

    Si .. quella che viene usata in prima "passata" e che è riusata, in seconda "passata, per diffondere il "verbo" e per "costruire il nemico".
    Come nel medioevo: l'eretico, lo stregone, l'ebreo, il lebbroso, il saraceno (verrebbe anche da declinarli nel genere femminile ma, giusto dopo lo "strucco", è sufficiente il genere "umano").

    Il richiamo è ad un blog che conduce ad ' usi e ad abusi del doppio lato della "velina" da bagno.

    PS: s'è fatto tardi - la stanchitudine - ho da andare .. un abbraccio

    RispondiElimina
  10. In relazione al vento che cambia /la carta Badoglio, nella ristampa del suo libro, Friedman aggiunge qualcosa alle sue rivelazioni http://www.ilgiornale.it/news/politica/video-che-imbarazza-monti-e-colle-1068957.html

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sai cosa? Quisquilie che si aggiungono soltanto ad una traiettoria che in realtà dura dagli anni '80, in geometrica progressione.
      Vedi qui cosa dice Sapelli
      http://ilblogdilameduck.blogspot.it/2014/11/pds-anatomy.html

      Elimina