venerdì 21 giugno 2013

LO SCENARIO BANCARIO (FRATTALICO) INTERNAZIONALE, LA FED E L' "AMICIZIA" DELLA GERMANIA: LA MORAL "HAZARDED" GEOPOLITICA

Questo contributo nasce dalla mitica collaborazione di Flavio e si è trasformato in una sorta di post "a quattro mani". Probabilmente non è che la cronaca delle avvisaglie della crisi USA-Germania che si svilupperà nei prossimi mesi.
Lo "spirito" di questa congiutura internazionale, senz'altro "eccezionale", che stiamo vivendo può essere già racchiuso, come chiave di lettura del post, in queste parole di Bibow (più sotto linkato):
From a global perspective, not only is Euroland shamelessly freeloading on external growth to offset suffocation of domestic demand through mindless area-wide austerity (see Figure 19), but adding insult to injury, Euroland is also hijacking the IMF as global sponsor in backstopping the EFSF/ESM (European Stability Mechanism) “firewall” for its purely homemade internal crisis. German mercantilism had given rise to regional imbalances and global tensions in the pre-EMU past.
The euro has multiplied Germany’s weight—and the gravity of German policy views—in the global economy. Effectively, Germany, the world champion of moral hazard talk, is holding the world community hostage to a “too big to fail” global risk “made in Germany” today: arising as the potentially lethal mix of a dysfunctional monetary union paired with the economic consequences of Germany’s denial of her euro trilemma. It is one thing that, by freeloading on external growth, Euroland is reneging on its commitments to the G-20 process of global rebalancing. It is quite another for Euroland to create the world’s foremost threat to stability by self-inflicted folly and to not even be ashamed of “marshalling support from countries that are either more fiscally challenged or a lot poorer than the eurozone itself” to bail it out (Bibow 2012b).”.

Persino La Repubblica inizia ad accorgersene (registrando il tutto con una algida equidistanza, senza capire i risvolti potenzialmente favorevoli alla nostra dignità di democrazia, una volta, almeno formalmente indipendente di gestire i propri interessi sociali ed economici; anche se c'è chi ancora crede che la Nato sia un problema di sovranità limitata più urgente del fiscal compact o dell'ESM, ancora ignorando il significato del pareggio di bilancio imposto "esogenamente" nella nostra Costituzione). E così commentava la visita di Obama a Berlino:
"Il clima resta amichevole, ma la freddezza lo rende sempre più irriconoscibile, ogni anno che passa. Quando ieri il capo della Casa Bianca ha affermato che «per l'eurozona non c'è una soluzione unica», ha trovato in Merkel orecchie fredde, quasi ostili: quel giardino di casa è tedesco, non americano. Il pretesto per la loro svolta a 180 gradi, i leader tedeschi lo usano sfacciati: l'America comunque guarda più verso l'Asia, affermano.
È con la Cina che Volkswagen, Siemens, i responsabili di Istruzione e ricerca scientifica firmano le intese più importanti a raffica. La conclusione del settimanale di Amburgo (Sueddeutsche Zeitung, ndr.) non lascia dubbi: «I tempi in cui Usa e Germania si sentivano legati da una comunità di destino e sorpassavano piccoli disaccordi appartengono ormai al passato»."
Qualche mese fa, nell'ambito di questa analisi, avevamo ricordato:
"...la Germania ha radicalmente riconsiderato il proprio posizionamento strategico, avvicinandosi ai nuovi centri di gravità del pianeta – i BRICS – che stanno trasferendo l’asse della crescita mondiale dall’Atlantico all’Oceano Indiano e al Pacifico, aprendo prospettive nuove e profondamente rivoluzionarie per l’intero continente europeo. Qualora la Germania si cimentasse seriamente nel tentativo di trainare l’Europa sul solco tracciato da Berlino, potrebbe ipoteticamente prendere forma uno dei pericoli contro cui Zbigniew Brzezinski ha ostinatamente messo in guardia gli Stati Uniti. «Per dirla in una terminologia che richiama l’età più brutale degli antichi imperi – scrive Brzezinski – , i tre grandi imperativi della geostrategia imperiale statunitense sono impedire la collusione e mantenere la dipendenza della sicurezza tra i vassalli, tenere i tributari deboli e protetti, e impedire ai barbari di unirsi». Una “unione dei barbari” che potrebbe comportare significative “discontinuità” negli scenari futuri."

Ora, in questo quadro molto attuale, che si proietta anche sullo scenario cooperativo con i partners europei che gli USA vorrebbero mantenere rispetto alla crisi in Medio-oriente, (dove rischia fortemente di acuirsi una riedizione della contrapposizione con la Russia), le mosse geopolitiche della Germania si sommano ad un atteggiamento conflittuale del suo sistema bancario con le autorità finanziarie USA.
La cosa è aggravata dal fatto che, dell'istituto principale protagonista di questa frizione ormai esasperata, cioè la "solita" Deutschebank, lo Stato federale è ormai un azionista non di secondo piano (nell'ambito di una sostanziale compartecipazione su Deutsche-Postbank, operazione che ha dato vita all'acquisizione statale della partecipazione). Così come, anche a seguito del noto salvataggio di Hypo Real Estate, lo Stato tedesco è il crescente azionista di sistema dell'intero sistema bancario (v. Commerzbank, KFW, equivalente alla nostra Cassa Depositi e Prestiti, e centinaia di altri istituti bancari di livello locale).
La conflittualità, ormai chiaramente intrecciata, tra USA-Germania-membri UEM (specie PIGS) non è estranea a questo ruolo dello Stato federale, interessato alla copertura delle relative "colossali" magagne di bilancio, e conferma come il terreno finanziario sia quello dove oggi si esplicano i conflitti tra "aree economiche", pur sempre nazionali, anche se dissimulate, nel caso dell'UEM, sotto le vesti dell'ipocrita sogno internazionalista europeo.
Le "torsioni" geopolitiche tedesche sono quindi l'altra faccia della medaglia dello scontro bancario mondiale: la Germania "esporta" l'instabilità finanziaria mediante una condotta bancaria spregiudicata e spesso poco accorta, ma finchè si rimane in UEM, la fa pagare ai partners commerciali, su cui esercita ormai una ferrea "presa" (col "tallone"), ma poi negli USA il discorso cambia e si assomma alla strategia del Drang Nach Ost commercial-finanziaria.
Ed è qui, col suo eloquente significato di contrapposizione accelerata praticamente su...tutto, che si colloca la questione Fed-Deutschebank, su cui ci dà lumi l'analisi di Flavio.

Prendiamo spunto dai due commenti di Paolo Giusti  e Matteo Di Felice per porci due ottimi quesiti in chiave “frattalica”. Paolo si chiede: c’è già stata, a livello globale, una Casablanca come nella Seconda Guerra Mondiale? Marco invece sottolinea: oh, Deutsche Bank è “orribilmente sottocapitalizzata” ?
Cercheremo di essere veloci, chiari e concisi e tenteremo di saldare insieme le due cose. Perdonate le sbrigatività ma, di questi tempi, alle volte essa sembra essere davvero tutto. Innanzitutto partiamo dall'interessante articolo di Mauro Bottarelli, che utilizza la fonte Zerohedge  per inquadrare bene come e dove “stiamo andando”. Il suo ottimo articolo dà un quadro generale della situazione che si sta delineando nell’attuale contesto economico mondiale, soprattutto nella parte finale dove si dice chiaro e tondo una cosa: come durante il primo dopoguerra, dove sussidiando la macchina bellica nazista diede il via all’escalation che portò al secondo conflitto mondiale, anche al giorno d’oggi il modello finanziario tedesco è messo sotto accusa, per la sua spregiudicatezza e per l’idiosincrasia recondita a qualsivoglia forma di controllo, sia da parte dell’amministrazione americana che, soprattutto, dagli organi di controllo federali statunitensi: v. http://dealbook.nytimes.com/2013/01/31/deutsche-banks-lonely-fight-with-the-fed/ . Perché? Cosa c’è dietro questa amicizia di facciata, dimostrata all’ultimo G8 nonostante le frecciatine di Obama alla Merkel sulla fine dell’austerità, che sotto le ceneri nasconde invece un crescente nervosismo fra la classe dirigente americana e la cancelleria tedesca?

Il soggetto della nostra discussione è, come già accaduto, Deutsche Bank. Dobbiamo quindi aver ben presente cosa abbiamo già riportato su questo blog in merito a tale argomento  e come essa si muova nel contesto europeo e mondiale. Sappiamo bene d’essere di fronte ad un colosso finanziario globale. Ma, per illustrare al meglio la situazione paradossale in cui ci troviamo, cerchiamo di partire dal principio. Tutto, o quasi, ha inizio all’indomani del collasso della Lehman Brothers del 2008.
Negli USA il debito privato esplode dopo decenni di redditi in caduta libera, cioè un frutto liberista che oggi essi stessi trovano sempre più avvelenato, i mutuatari subprime non riescono più a far fronte alle rate dei loro mutui, le banche si ritrovano con crediti inesigibili e case invendibili, il sistema finanziario americano (e non) collassa.
La FED si vede costretta ad intervenire e mette sul piatto tutte le risorse disponibili per evitare il peggio, cercando di salvare tutti, o quasi, gli istituti più importanti, nazionali e stranieri. Diviene quello che potremmo definire  the global lender of last resort” . Come avviene ciò? La Fed seleziona quattordici banche centrali straniere e garantisce loro linee di swap in dollari con lo scopo di fornire liquidità (in dollari) alle banche con controllate sotto giurisdizione estera (statunitense), inoltre presta soldi direttamente alle filiali americane delle banche europee facenti parte della Federal Reserve System per garantire loro tutta la liquidità necessaria ad evitare il peggio.
La BCE riceve fondi nella misura dell’80% elargito alle 14 BC estere selezionate dalla FED mentre le banche inglesi e tedesche assorbono rispettivamente il 27% ed il 24% dei fondi prestati alle sussidiarie straniere.

Perché la FED ha agito in tal modo? Per preservare l’integrità finanziaria statunitense (e globale) all’indomani del collasso Lehman “salvando” le banche estere su cui le banche americane stesse erano più esposte (cfr. pag. 14 primo .pdf). La Fed ha concesso prestiti di ultima istanza alle banche straniere poichè hanno sperimentato gravi carenze di fondi in dollari dopo che i mercati interbancari a breve termine si erano di fatto congelati nell’ottobre 2008. Queste carenze di dollari sono state una conseguenza diretta della crescita esplosiva delle attività bancarie transfrontaliere dopo il 1999.
Le banche estere, in particolare quelle europee, hanno cominciato ad accumulare grandi quantità di attività denominate in dollari, tra cui titoli garantiti da ipoteca (MBS), tramite il sistema bancario “ombra”, raggiungendo il picco di oltre 10.000 miliardi dollari poco prima della crisi, un importo pari al totale degli attivi del settore bancario commerciale degli Stati Uniti. Le banche estere finanziavano i loro subprime assets, tutti di lungo periodo, con sul breve via swap, sul mercato monetario o acquistando valuta nazionale americana. Nell’ottobre 2008, con l’interbancario congelato, non avevano di fatto più fondi per poter rinnovare le loro posizioni.
E’ qui che la Fed ha agito da prestatore di ultima istanza globale, garantendo attraverso le linee di swap dollari alle banche centrali selezionate, girati poi agli istituti richiedenti, oppure garantendo accesso diretto ai prestiti alle sussidiarie straniere operanti sul suolo americano secondo quanto affermato nel Federal Reserve Act del 1913, secondo cui la FED ha la responsabilità di impostare la politica monetaria e garantire la stabilità dei mercati finanziari.

Parliamo di una cifra vicina ai 30mila miliardi di dollari di cui le banche straniere (e loro controllate) furono le maggiori beneficiarie. Diamo un po’ di numeri: 77,5 i miliardi sul totale dei 110,5 totali prestati al picco delle richieste nell’ottobre 2008 agli istituti “stranieri”; 290 e 287 i miliardi, con acquisto di MBS, elargiti rispettivamente a Deutsche Bank e Credit Suisse; il picco di debiti, come paese, nei confronti della FED da parte di UK e Germania, rispettivamente di 355 e 325 miliardi di dollari. Non male!!!

A tali cifre aggiungiamoci l’oramai tristemente famoso affare Taunus Corp., controllata americana della Deutsche Bank, che a fronte di assets pari a 396 miliardi di dollari aveva un patrimonio netto passivo di 1400 miliardi (cioè le sue passività erano maggiori delle sue attività), salvata con ben 66 miliardi di dollari dalla FEDNY nel 2008. Oltre a ciò aggiungiamoci pure gli 11,8 miliardi per il salvataggio della AIG, che direttamente ha beneficiato sia la Deutsche Bank che la Taunus. Leggendo quanto affermano Simon Johnson e Mark Jarsulic sul blog del New York Times la questione diventa più chiara:
“Gran parte delle sue (della Taunus Corp.) passività, all’incirca 294mld di dollari, consisteva in indebitamento a breve in dollari… attraverso depositi non assicurati, repo, ecc… Non è chiaro di quanto aiuto la controllante (Deutsche Bank ndr.) avrebbe dovuto o voluto fornire alla sottocapitalizzata Taunus. Ma il governo degli Stati Uniti non ha scelto di scoprirlo, perché il fallimento accompagnato da vendite forzate di centinaia di miliardi di dollari in attività denominate in dollari avrebbe potuto produrre un altro scivolone in stile Lehman… la Federal Reserve è intervenuta per sostituire i creditori a breve termine che hanno scelto di mollare Taunus. L’Indebitamento della Taunus - attraverso la finestra di sconto, la Term Auction Facility, la Primary Dealer Credit Facility, la Term Securities Lending Facility, Single-Tranche Open Market Operations raggiunse i 66 miliardi dollari nel mese di ottobre 2008. La Federal Reserve ha anche iniziato enormi currency swap con la Banca centrale europea, rendendo possibile per la Deutsche Bank scambiare euro per dollari e soddisfare le esigenze di finanziamento in dollari di Taunus ... Deutsche Bank (e indirettamente Taunus) è stata fortemente favorita dalla decisione da parte della Fed e del Tesoro di attuare il salvataggio del gigante assicurativo AIG per cui Deutsche Bank ha ricevuto 11,8 miliardi dollari (quali pagamenti relativi ai CDS AIG e a prestiti che altrimenti non sarebbero stati saldati). Taunus ha ricevuto questo aiuto da parte del governo degli Stati Uniti perché il suo fallimento avrebbe intensificato una situazione finanziaria già caoticala Federal Reserve sapeva che, una volta passata la tempesta, le attività del Taunus sarebbero state sufficienti a ripagare i suoi creditori. Ma i dati contabili dicevano ben altro, e non è stato possibile per la Fed o chiunque altro poter stimare i valori fondamentali delle attività situate nelle 180 e più filiali Taunus. Taunus ha ottenuto il sostegno del governo Stati Uniti perché era semplicemente troppo grande e troppo intrecciata con il sistema finanziario americano per poter fallire.”.
Detto in parole povere, la FED ha praticamente salvato la Taunus Corp., la Deutsche Bank e la Germania stessa. Pazzia? Vogliamo dare uno sguardo all’esposizione sui derivati della DB  o ai suoi “fondamentali” ? Praticamente la DB sembra avere i tratti “somatici” di una dead bank walking. Vogliamo immaginare cosa succerebbe se passasse una nuova legislazione che ricalcasse ed implementasse il Glass Steagall Act  entrato in vigore negli anni ’30 ed abolito dall’amministrazione Clinton? Possiamo dire che DB si troverebbe tutto a un tratto fallita? Non siamo molto lontani dalla realtà.

Eppure, nonostante tutto ciò ed i grossi rischi corsi in passato, lontano dai nostri sguardi, Deutsche Bank non ha perso la sua voglia di business, dimenticandosi alla grande dei “piccoli” problemi causati a livello globale (http://www.bloomberg.com/news/2013-05-21/deutsche-bank-seeks-to-avoid-law-suits-with-board-changes.html). Lasciando da parte i presunti scandali di sessismo, dalle parti di Francoforte ci sono problemi con:
- cause intentate dall’amministrazione metropolitana di L.A. per l’acquisto di oltre 2.200 case lasciate poi andare in rovina nei bassifondi della città http://www.bloomberg.com/news/2013-06-18/deutsche-bank-settles-los-angeles-slumlord-lawsuit.htm;
- Le autorità di regolamentazione bancaria americana: Deutsche Bank e altre banche estere con importanti controllate negli Stati Uniti sono sotto la lente della FED, che tenta di costringerle a soddisfare gli standard di capitale locali causando, a detta loro, maggior propensione al fallimento.La Fed richiede infatti che tali banche stabiliscano delle holding intermedie a capo delle loro filiali statunitensi, come indicato dal Dodd-Frank Act del 2010.
Alla pari delle banche degli Stati Uniti, tali holding dovrebbero soddisfare gli standard di capitale e sottostare agli stress test a cui verrebbero sottoposte. La regola entrerebbe in vigore 1 luglio 2015 e, viste le esposizioni e le scarne capitalizzazioni degli istituti tedeschi, danno il mal di testa a DB e soci visto che per la sola Taunus mancherebbero ben 12 miliardi di euro; 
- la rabbia degli azionisti a cui è stato chiesto di partecipare ad un aumento di capitale di 2,8 miliardi tre mesi dopo che l’attuale amministratore delegato Anshu Jain aveva detto che tale operazione non era nel loro interesse: http://www.bloomberg.com/news/2013-05-23/jain-halts-speech-as-deutsche-bank-protestors-vent-anger.html;
- i problemi per soddisfare i parametri di Basilea III http://www.bloomberg.com/news/2013-05-21/deutsche-bank-cut-by-jpmorgan-on-concern-over-capital.html e la relativa sottocapitalizzazione.
Bottarelli al termine del suo articolo si chiede quali siano le cause di questo attacco a Deutsche Bank e, di conseguenza, al sistema finanziario tedesco. Difficile capirlo. Ma i fatti parlano chiaro. Vista l’abnorme esposizione di Deutsche Bank e delle sue controllate, gli Stati Uniti stanno chiedendo una massiccia ricapitalizzazione e controlli sugli operati delle banche. Un po’ come accade in UE dove si vorrebbe l’Unione bancaria che è vista dalla BuBa di Weidmann come fumo negli occhi. Dare il via a tali controlli significherebbe aprire il vaso di pandora delle omissioni dell’istituto di Francoforte proprio mentre i tedeschi impongono manovre lacrime e sangue per rientrare dai loro crediti al consumo sparsi in tutta Europa.
Gli Usa hanno praticamente salvato le terga della Germania all’indomani dello scoppio del bubbone Lehman, ed ora pretendono, a ragione o torto non sta a noi dirlo, di poter in qualche modo avere voce in capitolo anche nelle questioni dell’Eurozona.
Se non altro assistiamo a una pressione  USA anti-austerity, che non passa certo, come da certi commentatori italiani si vorrebbe indurre, per la richiesta all'Italia di riforme strutturali che involgano, in questa fase, drastici tagli della spesa pubblica (si invocano 73 miliardi di tagli, senza sapere bene quale sia l'attendibilità del calcolo effettuato dall'Istat rispetto alla variazione comparata dei costi e senza sapere bene quali siano i volumi del bilancio statale su cui operare la comparazione: ma sul punto torneremo prossimamente). Gli USA, col fiscal cliff, stanno sperimentando senza obre di dubbio, da parte loro, quali siano gli effetti di tagli alla spesa come più "violenta" misura PRO-ciclica e non vogliono certo contrraddirsi chiedendo a noi di peggiorare le cose (a parte la fattibilità contabile-finanziaria della misura e la sua dimensione in base a criteri tecnicamente corretti).
Che lo vogliamo ammettere o no, gli studi citati, fra cui anche Bibow  (v.introduzione) indicano una cosa chiara: la crisi viene si dal settore finanziario, ma a spingere sull’acceleratore dopo la Dot.Com Bubble del 2000 (e qui un succoso risvolto reso noto da Richard Koo di Nomura: http://www.businessinsider.com/richard-koo-the-entire-crisis-in-europe-started-with-a-big-ecb-bailout-of-germany-2012-6, traetene voi le conseguenze), preludio dell’attuale recessione in corso, sono state le banche europee e le loro controllate in terra statunitense.
Ora, le suicide politiche di austerità stanno tagliando l’erba della ripresa sotto i piedi dell’amministrazione Obama, mentre in ambito finanziario le frizioni molto ampie all’interno del contesto delle regolamentazioni bruciano le relazioni fra SEC-FED e BuBa. La deindustrializzazione in atto in UEM e la contemporanea frenata della Cina, allontanano sia la speranza di una ripresa globale sia il miraggio di una possibile ripresa degli scambi proficua tra Eurozona e Stati Uniti. Il messaggio sembra essere chiaro: ragazzi, il tempo è agli sgoccioli, vi abbiamo già salvato le chiappe una volta, non ci sembra il caso che vi rimettiate nei guai. E’ da capire ora fino a quando la Germania avrà il coraggio di giocare col fuoco e quale sarà:
a)      la nuova Casablanca
b)      chi sarà il ventre molle da colpire.
La Germania ha, nei fatti, un conto in sospeso con gli USA ma le politiche di austerità e la riottosità ai controlli finanziari sembrano essere il modo migliore per tentare di non onorarlo.
Di certo il "gioco" della Germania, che mira ad accentuare la propria veste di global player, spostandosi a Oriente per allacciare rapporti privilegiati con Cina e Russia, con ciò mirando a svincolare l'intero sistema commerciale mondiale dall'influenzamento del dollaro, e tirandosi indietro rispetto agli interventi strategici USA nelle varie aree del mondo (giunti probabilmente agli sgoccioli, vista la crescente autonomia energetica che l'America sta raggiungendo), è qualcosa di più di un "moral hazard" finanziario. 






38 commenti:

  1. Esauriente, incalzante, ... avvincente! (facciamo innervosire questi tedeschi)

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    1. Ciao Neri, è stato un piacere incontrarsi...finalmente! :-)

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    2. Condivido pienamente, caro Quarantotto. Assai gratificante, anche, trovare realizzata l'aspettativa. A riprova che le previsioni non ci spaventano : ma quelle piacevoli sono meglio!

      ps riemergo da più di due giorni di connessione assente e mi richiedo per la centesima volta: come si faceva senza internet?

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  2. Va a finire che il ns + grosso alleato contro una brutta fine da austerità , sudditanza verso la Germania e disintegrazione Dell euro, siano proprio gli usa.

    Letta doveva andare a wascinton, e non a Berlino, subito dopo la nomina a premier.... Questo sarebbe stato un segnale!

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    1. Ma infatti vi è stato invitato: solo che i badoglian-tea party scrivono che gli USa avrebbero chiesto all'Italia di tagliare la spesa pubblica in cambio del proprio sostegno....seee, ah belli! Sarebbe come lamentarsi che fa caldo e accendere il riscaldamento...

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  3. Mi affaccio per la prima volta a questo blog e mi complimento: credo che avrò parecchio da leggere e da studiare.
    Frequentando il blog Goofynomics non indulgo oltre (non conosco le regole del posto).
    Grazie per la divulgazione di tale livello.
    AF

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    1. Ma grazie a te dell'apprezzamento. Le regole sono semplici: cercare di capire un discorso che è di approfondimento e tralasciare le "impressioni" che discendono da posizioni consolidate luogocomuniste o generiche (es; bandite semplificazioni sugli USA imperialisti che non se ne può più).
      Per il resto, è un work in progress di intelligenza collettiva...

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  4. Il paper JPMorgan, nel rispecchiare la realtà della situazione di crisi globale ed europea, aggiunge quà e là che la Germania è responsabile della conduzione della gestione della crisi:
    "Germany is largely determining how the crisis is being managed" pag.1
    "Germany has always taken an inter-temporal perspective with regard to crisis management" pag.2
    "The OMT has allowed Germany to continue with its preferred approach to crisis management" pag.2
    "But, in line with its approach to crisis management, Germany is seeking to slow the process down..." pag.14
    "A crucial final question is what will prompt Germany to agree to a new narrative..." pag.15

    Dal post, il ruolo della Deutsche Bank, ormai banca del governo federeale tedesco (e quindi quello che fa DB = quello che fai il Governo Federale, sul lato politico) all'origine (o solo componente non marginale) del malumore U.S. verso GER, per il ruolo causale attivo avuto nel favorire la crisi globale (e del modo non adeguatamente 'coordinato' di usare l'aiutino che la FED ha concesso, da parte del trio Merkel-BUBA-Schauble). Quindi, neanche tanto velatamente: la Germania ha responsabilità indiretta, prima, e diretta, poi, dello scoppio della crisi 2007.

    Allora, gli U.S., dal lato A inviano il messaggio "AVETE contribuito A SCATENARE L'INFERNO, e vi abbiamo salvato", dal lato B fanno sapere che "AVETE gestito di m...a la crisi in Europa, pensando solo alla vostra bilancia".

    Mi domando: in Germania hanno già capito che si muoveva la Corazzata MA hanno anche capito che il fine è il loro accerchiamento? Se SI (come in fondo mi auguro, perchè stanco di dover pensare che al vertice ci sia solo abbondanza di idiozia e incompetenza) allora dobbiamo aspettarci che facciano i crucchi fino in fondo e diano prova di aver del tutto perduto 'ea zagoea' (la testa)? Oppure NO e quindi c'è 'tempo' per la pentola a pressione di caricarsi ancora di più?.

    Nel mio modo di leggere la situazione ormai è solo questione di QUANDO. Il divertente è definire l'ampiezza di tale intervallo.

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    1. Hanno mai capito che essere accerchiati doveva indurli a più miti consigli? Mmmmmm...Certo il tutto potrebbe persino sembrare divertente, se non fosse che nel frattempo la struttura industriale italiane ne viene distrutta in modo accelerato, il chè è direttamente proporzionale alla dimensione dei problemi che dovremo affrontare quando sarà dissolta l'euro-numbness.
      Insomma, tendono al gotterdammerung con dentro i "porcellini"...

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    2. Non era mia intenzione usare il termine 'divertente" per pensare poi a quello che rinnova con la cronaca la richiesta dell'attenzione di tutti. Non c'è niente di divertente nella disperazione delle persone. Ne sono direttamente consapevole: non c'è notte che non veda l'alba.

      C'è un tempo per ogni sentimento, fino a che l'arbitro non fischia: DISTACCO.

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    3. ma certo, non era un rimprovero morale...Era solo che, nella partita in corso, il fattore tempo purtroppo è oggettivamente cruciale e gioca contro di noi..
      Com'è andata la "comunicazione" in Laguna? :-)

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    4. Da piccolo conoscitore della mentalità krukka secondo me i tedeschi di oggi sono come quelli di Stalingrado: sanno di essere circondati, ma ci resteranno perché loro sono Ubermensch. E finiranno in Siberia. Odio doverrlo dire, ma l'unico ad aver capito qualcosa temo sia stato Henry Morgenthau Jr.
      Io invece trovo divertente nel senso frainteso: è come in quel talefilm sulla IIGM (il caso...) in cui il parà usiano sotto fuoco tedesco si mette a ridere al pensiero pazzo di essere ancora vivo.
      Quanto a Casablanca, spero ci sia presto. E per ventre moolle candido i francesi. Anche se a pensarci bene l'economia francese di Vichy era in crescita con Berlino che assorbiva tra l'80% e il 90% della produzione (fonte: Limes "Una Germania Tedesca") e fu l'Italia a scappare...mah.
      Spero di non essere OT!

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  5. http://www.gao.gov/new.items/d11696.pdf e estratto qui http://www.scribd.com/doc/97926609/Fed
    ...e io che non riuscivo a spiegarmi perché gli avevano dato i nomi di imperatori romani...Adriano,Traiano,Aurelio,Antonino e Nerone.:-)

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    1. Ci spieghi per sommi capi ciò che si ricava dai documenti linkati in relazione alla tematica del post? Denghiu

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  6. +/- tutte le cose citate nella prima parte MBS,salvataggio AIG,Bear Stearns,le line di swap con banche centrali e non,collaterali in cambio ecc. Tutto ciò che serve a farmi capire che dal nulla creano e danno denaro a chi e quando vogliono (banche e privati) pur di salvare il sistema finanziario "occidentale".Se poi vuole una spiegazione più tecnica non ne sarei all'altezza,insieme a 99% degli italiani.Capire ciò che fanno per grandi linee mi basta e avanza.A ognuno il suo mestiere.

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    1. No problem, era solo che il primo link conduceva a una lunga serie di dati e il secondo non si apriva su un documento connesso al tema.

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    2. ...continui a scrivere,la seguo sempre volentieri e se Lei è d'accordo mi permetterò di linkarLa qui: http://ravelst.blogspot.it/

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    3. A dire il vero questo sito è linkato e anche "riprodotto" (nei suoi post) in molti luoghi senza molti problemi...Diciamo che la sinergia concordata è essenzialmente con Vocidall'estero e Tempesta Perfetta...Il resto è naturale sviluppo del web

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  7. Forse OT, ma il dopo è sempre importante. In merito a ciò di cui si è discusso all'inizio a Viareggio. Siamo tutti d'accordo che in prima battuta c'è bisogno dello svincolo esterno e delle seconde nozze fra BdI e tesoro, che porteranno i loro corollari, vorrei aprire una parentesi. I costituenti che venivano fuori dal fascismo, furono molto attenti a non dare troppo potere all'esecutivo, oggi però dopo trent'anni di colonialismo marca più Europa, forse non si potrebbe considerare il fatto che darne troppo poco di potere è una carenza che alla fine ci ha portato comunque al fascismo?
    Doppiamente OT, qui si è ampiamente approfondita la dottrina delle banche centrali indipendenti, indipendenti da chi? Dallo stato ovviamente, ma dipendenti da altri portatori d'interessi. E' giunto il tempo di estendere la domanda ad uno dei poteri dello stato? La domanda è questa: la magistratura è indipendente da chi? Magari è una cantonata ma se lo è mi piacerebbe sapere il perchè, se poi ci sta in qualche post e me lo sono perso, lo linki e me lo leggerò.

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    1. Altro? No dico...Molto OT per un "attento" lettore del blog.
      Comunque, dal punto di vista istituzionale i quesiti che poni sono abbastanza oziosi: sia governo che parlamento sono praticamente "enti strumentali", esecutivi, dell'UEM e stare a distinguerne nell'assetto è un tipico falso problema di quelli alimentati dal PUDE.
      Ancor più clamorosamente lo è la questione dell'indipendenza della magistratura; questa è, anzitutto, dall'Esecutivo. Come è accettato in qualunque paese del mondo civile. In Italia, la Costituzione appresta una delle guarentigie di indipendenza più avanzate (e tutt'ora usate come modello dai paesi che si affacciano alle costituzioni democratiche).

      I problemi sistemici si pongono in realtà sul piano della precomprensione: che, a sua volta, ci interroga su chi controlla il paradigma della cultura sociale, l'agenda stessa dei principi interpretativi chiave della realtà socio-economica. Cioè formazione e media.

      Di entrambi i problemi abbiamo qui parlato (cioè precomprensione e influenzamento mediatico del c.d. senso comune, decisivo nell'orientamento elettorale, e nei presupposti "riflessi" anche dell'approccio di ogni tipo di decidente).

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    2. L'esecutivo "forte" lo intendevo dopo aver riconquistato sovranità ed essersi riappropriati della costituzione. Anche se la Francia dimostra che un esecutivo "forte" non garantisce affatto, il non finire nella gabbia dell'UEM. Mi tocca mettermi la cenere in testa, mettermi in quarantena e rileggere..... :(

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    3. esecutivo forte non è assolutamente garanzia di "piu' efficienza" come sproloquiano i solonio a reti unificate.
      Non sono mai andato a fare un controllo. Ma, a naso; esecutivi stabili e duraturi, almeno in Italia, non sono mai stati paralleli a crescita economica sostenuta. e' molto probabilmente vero il contrario....

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    4. Ma che necessità si ha di un esecutivo forte se non per imporre misure non trasparenti e coerenti coi programmi elettorali, dettate da oscure emergenze comprese solo da "tecnici"?
      E' l'idea sottostante di democrazia che vacilla in partenza: alla fine dei giochi le cose che vengono percepite come limitative del "benessere" e favorevoli ai "mercati", cioè non accettabili dalla maggioranza, si rivelano esattamente tali...

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  8. Ciao 48, vorrei aprire un piccolo sondaggio: leggendo quando inserito all'interno di questo post, e confrontandolo poi con quanto affermato oggi da un noto esponente politico straniero, fate una X sulle reazioni il noto esponente politico straniero suscita dentro di Voi, secondo questi parametri:

    - disgusto
    - pena
    - rabbia
    - ilarità

    Chi ne vuole aggiungere altri è il benvenuto... Apriamo il sondaggio ;)

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    1. grande Flavio!
      Ci sei mancato (te lo dico anche se so che volevi venire :-))

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    2. a me ad esempio non suscita niente...merkel fa il suo gioco
      che è sempre quello ed è coerente con il politically correct germanico e la cultura tedesca nell'ambito della strategia che hanno deciso di tenere ...(e che è sempre quella...che noia )
      Ad arrabbiarsi dovrebbero essere i piga o i sognatori (piu' o meno in buona fede , piu' o meno sciocchi) di sinistra
      quelli del piu' europa facciamo gli stati uniti d'europa
      all'euro non c'è alternativa dopo l'euro c'è la guerra ecc...
      (no?)

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    3. La 'piccola fiammiferaia' dell'Est Crucconia afferma, in un momento di apparente franchezza: "Non si può avere una moneta unica e prendere strade tanto diverse in questioni così importanti per il futuro".

      Poi però, difronte allo stato di confusione mentale (che neanche M.H.Erickson) intorno a lei (c'era chi stava iniziando a domandarsi se la cancelliera fosse impazzita a parlare così del 2003 e delle riforme Hartz fatte in spregio ai trattati), ha chiosato: "Mi riferisco ai Paesi in cui la percentuale di pil nell'innovazione è inferiore all'1%" Aaaah, ecco.

      PS. In esclusiva il Retroscena: Bernanke prova il discorsetto per la Merkel. Sì, è proprio lui, Ben il presidente della Federal Reserve, col parrucchino.

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    4. Caro Flavio, cosa vuoi che ti dica: dopo aver letto il link che hai postato sono dovuto correre in bagno - "Merkel, basta la parola." :-)
      Scherzi a parte, il loro sistema bancario è talmente compromesso che il ditino alzato " a mo' di biasimo" è del tutto fuori luogo. Il bubbone DB credo che non possa più essere coperto a lungo con "ceroni" contabili e che il redde rationem si stia avvicinando. Frau Merkel stia attenta al suo grosso dereTaunus!

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    5. "Non si può avere una moneta unica e prendere strade tanto diverse in questioni così importanti per il futuro"

      guardate che non è detto in maniera provocatoria...ed è esattamente con precisione micrometrica la linea che sta'
      tenedo grillo (con la furbizia del prestigiatore e da grande imbonitore ) sempre piu' palesemente referente degli interessi della grande finanza italiana (che è quella che piu' soffrirebbe e soffrira' i contraccolpi della fine dell'euroza e di questo mercato comune)

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    6. La finanza italiana deve essere tenuta "in vita" per i prossimi azionisti di controllo. Che, "non so come", mi sento che potrebbero non essere italiani....almeno nel disegno non certo occulto

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    7. approposito ascolate qui d'alema (anche masera e brunetta)

      http://www.radioradicale.it/scheda/383755/leuropa-tra-recessione-e-contraddizioni-delleuro

      ' abbiamo avuto un egemonia culturale di 20 anni di neoliberismo (gulp!) 'salvaggio' '
      e l'europa si è consolidata sotto questa egemonia culturale neoliberista (gulp!!)
      il cittadino europeo per chi vota vota perchè comunque avra' tagli alla spesa sociale flessibilita' contenimento dei salari
      perchè questo è scritto nelle regole '
      il cittano europeo in un certo senso è deprivato dei diritti democratici ' (applausi in sala!)
      poi un passaggio corretto sul fatto che la germania ci straguadagna e si fa pagare pure i salvataggi...
      per concludere su un sbrodalamento sulle tentazioni naziolistiche da evitare e sulla creazione di un vero
      goberno politico dell'europa (sovranazionale) che ci difendera' dalla finanza internazionale 'cativa'

      Poi uno si chiede perchè voglione colonizzare l'italia
      prendendo possesso delle istituzioni finanziarie anche dopo
      l'uscita dall'euro...con lider cosi'...

      comunque questa è la deriva di tipo argentino prevedibilissima fin dall'arrivo di monti (ed è il motivo per cui ci siamo attivati' ...)
      Quindi ci vuole un opposizione 'rumorosa' su questi punti...

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    8. Ma non sarà facile farla franca con le mezze ammissioni, una volta che iniziano a dire le cose: perchè poi i risultati rimangono quelli. La recessione. Da curare con i tagli alla spesa pubblica...improduttiva. Contorcimenti e acrobazie tardive non faranno altro che rompere la facciata granitica del PUDE e accelerare le scissioni interne..

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    9. li per li direi disgusto/rabbia; ma in realtà comincia a fare pena... (è un segno inconscio)

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    10. Bello il sondaggio, grazie a tutti voi per aver partecipato.
      48, che dici, il minacciato tapering della FED sembra, oltre a tutto il resto, un bello sgambetto alla Germania... Rialzo tassi obbliga BCE al "whatever it takes" di draghiana memoria, tradotto OMT, per sostenere i corsi dei bond paesi periferici...e con la corte costituzionale tedesca di mezzo, ci attende un'estate davvero scoppiettante...

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    11. Personalmente come R°# non provo nulla, è niente di più niente di meno di una nuova Bismark-Luddendorff-Hitler, ovvero un solipsistico statista tedesco fermo alla fase orale: prima gli Ottomani, poi Lebensraum slavo, ora Subumania del Sud.
      Il disgusto ce l'ho per chi potrebbe scatenare le masse (sì le masse, abbiamo fretta no?) con una mezz'ora di intervista giusta dalla Gabanelli - Indignazioni d'Asporto S.r.l. e non lo fa. Come Baffino l'amico di Maroni di cui sopra. C'è stanchezza nell'aria e non vedo sanculotti all'orizzonte, al massimo qualche giacobino e troppi girondini.

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  9. vado OT per citare un paragrafo tratto da 'strettamente riservato'
    (pubblicato nel 2000!) per sottolineare quanto il problema che stiamo affrontanto sia politico ...
    e per sottolineare la grande responsabilita' della grande industria italiana nelle scelte macroeconomiche (e politiche )

    'La svalutazione è sempre stata , fino all'arrivo della moneta unica , una grade tentazione per gliindustriali italiani : faceva aumentare le esportazioni e riduceva l'indebitamento delle aziende.
    Inoltre , quando si profilavano le svalutazioni ,molti tra loro lo venivano a sapere in anticipo e in questo modo potevano guadagnaranche forti somme sul piano personale , come avvenne nel settembre 1992 .
    Proprio poche settimane prima avevo sostenuto , in una intervista alla Reuters . La necessita'
    di un riallineamento delle parita' centrali delle monete europee . Le mie dichiazioni furono
    sommerse da critiche . Eppure , in quell'occasione , dicevo piu' o meno le stesse cose che sosteneva
    romiti al grand hotel : l'industria italiana è in difficolta' , la lira è sopravvalutata , il marco sottovalutato , si deve dunque procedere a una revisione dei rapporti di forza all'interno del sistema monetario europeo . Erano osservazioni di banale buon senso economico , che pero' furono
    duramente contestate . Nessuno dei grandi industriali , in tale circostanza , aveva mosso un dito
    per difendermi . Nessuno dei grandi giornali italiani , di proprieta' degli stessi grandi industriali ,
    mi aveva sostenuto .Ora , sentire che nel chiuso di una stanza d'albergo si rilanciava la medesima
    tesi che era sta appena attaccata sui mezzi d'informazione , mi mando' su tutte le furie .
    Replicai a romiti con toni duri : E' ora di smetterla di chiedere in pubblico l'opposto di quello che si
    chiede in privato . Fate con me la battaglia per il riallianamento del cambio ,oppure tacete .

    Nelle periodiche ricette per guarire i mali dell'economia , infatti , molti dirigenti confindustriali
    non mancavano mai di elencare la difesa del tasso di cambio e la riduzione della spesa pubblica . Poi , pero' , quando incontravano i ministri , non facevano altro che chiedere nuove agevolazioni finanziarie e maggiore flessibilita' sui tassi di cambio , come avvenne appunto in quella riunione al grand hotel .

    (geronimo ,paolo cirino pomicino)

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    1. Cambio flessibile e politiche restrittive; l'ossimoro dell'avversione allo Stato democratico degli hayekkiani alle vongole

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