martedì 31 marzo 2015

SILLOGISMI E DEDUZIONI IN UN MOMENTO DI CRISI. (IL REDDITO DI CITTADINANZA E LO STATO COME UNA FAMIGLIA)


 http://memmt.info/site/sfatare-i-falsi-miti-con-la-memmt/

1. Quella che stiamo vivendo è la più grave crisi ECONOMICA della storia della Repubblica e, eccettuato il breve periodo finale della seconda guerra mondiale, la più grave di tutta la storia dell'Italia Unita.


2. La soluzione sarebbe questa:



"Non ci sarà nessuno che verrà a salvarvi dalla mafia, dalla corruzione, dalla massoneria. Nessuno ci toglierà dai piedi questi partiti dominati da finanzieri e affaristi se non lo fa da solo."

3. Da questa affermazione derivano alcune implicazioni logiche obiettive:
a)  se da mafia-corruzione-massoneria voi dovete essere "salvati", (essendo l'alternativa alla salvazione la "perdizione" o la morte), queste sono il problema principale e prioritario da risolvere sul piano politico-economico;
b) poichè disoccupazione e crisi economica sono obiettivamente il problema più grave ed evidente che dovrebbero risolvere i titolari dell'indirizzo politico (governo e parlamento), se ne deduce che la stessa crisi economica è dovuta alla presenza di mafia-corruzione-massoneria (che quindi sarebbero presenti solo in Italia, dato che altri Stati, non avendo pari misura di recessione-perdita del PIL, non dovrebbero avere massonerie, corruzione e criminalità organizzata...);
c) in connessione a ciò, dalla seconda parte dell'esortazione, si deduce che mafia-corruzione-massoneria producono i loro effetti nefasti attraverso partiti dominati da finanzieri e affaristi.

3. Dunque, ciò che conta non è ciò che si vuole fare per porre fine alla crisi economica e occupazionale.
Cioè non conta che si propugnino, acriticamente e senza saperle giustificare sul piano macroeconomico, politiche deflazioniste (pro-cicliche), basate sulla convinzione che la crescita si ottiene tagliando la spesa pubblica"-che-è-sempre-fonte-di corruzione" e semmai finanziando il reddito di cittadinanza (che è il perno essenziale della flexicurity, fondata sull'abolizione inesorabile del welfare costituzionale e sulla strutturazione di un alto tasso di disoccupazione come garanzia di deflazione salariale duratura).

Ciò che conta è "CHI" lo fa: se le politiche deflazioniste e di svalutazione interna del salario nonchè di limitazione dell'intervento pubblico a sostegno del diritto al lavoro, sono propugnate da partiti con dentro "finanzieri e affaristi", è..."brutto".
Se tali medesime politiche sono fatte da persone di tipo diverso, che ci dichiarano di non appartenere a mafia e massoneria, e si autocertificano come oneste - in virtù dell'unico ed estrinseco requisito "negativo" del non aver riportato condanne penali (e nemmeno rinvii a giudizio)-, allora va bene. SIAMO SALVI.
Anche se si pensa che lo Stato è come una famiglia e che la spesa pubblica sia un costo da sottrarre al PIL nonchè la causa dell'alta pressione fiscale.


4. Insomma la salvezza è "non" essere governati da mafia, massoneria e corrotti.

5. Mi piace concludere riproducendo questo brano...così..non guasta mai:
"...Col reddito di cittadinanza, o analoga formula di sussidio/emolumento generalizzato di "disoccupazione", non gli viene più perdonata la "volontarietà" della stessa determinata dal (rifiuto del) peggioramento retributivo e persino di qualifica, dato che non può rifiutare (choosy!) un qualsiasi lavoro che sia comunque retribuito ad un livello inevitabilmente prossimo allo stesso sussidio (o al "qualsiasi" livello che la legge può stabilire)

Che, poi, come abbiamo più volte detto, essendo quest'ultimo "spesa pubblica" sarà soggetto ad una tendenziale progressiva attenuazione del suo livello, per superiori ed ormai indiscutibili esigenze €uropee di pareggio di bilancio
Un elemento, il "pareggio" (costituzionalizzato, quindi molto strutturale) che, dato il calo della domanda che implica (se non addirittura la deflazione che stiamo constatando), fa sì che le risorse originariamente poste a copertura, saranno sempre e solo strutturalmente decrescenti sul calo della base imponibile, e quindi delle "entrate" previste, appunto, a copertura dell'onere per il suddetto reddito di cittadinanza. Salva una copertura successiva "aggiuntiva", per l'onere crescente determinato dallo stabilizzarsi se non dall'aumento della disoccupazione strutturale (ergo:con diminuzione delle entrate fiscali), mediante l'inevitabile (qua è tutto inevitabile e non trovo termine più appropriato), TAGLIO DELLA SPESA PUBBLICA per altre prestazioni sociali: in particolare delle pensioni e della sanità, intesa come prestazione pubblica universale.

Dunque, il reddito di cittadinanza, o qualunque provvidenza analoga, segna automaticamente il destino del welfare previsto in Costituzione, insieme con, abbiamo visto, la legalizzazione della deflazione salariale, in un mercato del lavoro che non intacchi il principio legislativo della precarizzazione."