lunedì 17 febbraio 2014

UN PERCORSO CRITICO SULLA TEOLOGIA DEL LIBERISMO (tra "spesapubblicaimproduttiva" e meritocrazia autoproclamata)



Mi capita spesso (direi quasi sempre) di trovarmi di fronte alla intelligente capacità di selezione critica delle fonti mostrata dai commentatori di questo blog e di dover perciò estrinsecare nelle risposte la parte più significativa del tema oggetto di un post. Che dire? Una bella fortuna e...grazie di avere dei lettori come voi.

Partendo da questo fenomeno "interattivo" vi propongo un accostamento di temi - sempre nato dagli spunti proposti dai commenti- che sviluppa il post di ieri.
Il primo riguarda il valore teologico assunto dal liberismo quale mostratoci, ormai, in termini che non danno luogo ad equivoci, dagli attuali sviluppi della situazione politica italiana.
La prova l'abbiamo trovata in questo documento "programmatico, pretesamente idoneo a ridisegnare l'Italia (ma in realtà a compiere una "mira" di lunga data, mai abbastanza radicalizzata per codesti personaggi) il cui link è stato postato da Bazaar.
Si potrebbe persino avviare una confutazione nel merito di questo "scritto programmatico", ma più che inutile, dato l'atteggiamento (inconsciamente) fideistico-teologico dei suoi autori, risulterebbe "legittimante", cioè gli attribuirebbe fin troppa importanza teorica.
Per chi fosse interessato ad una confutazione "in merito", in ogni modo, basta rileggersi ciò che è stato scritto qui,- ancora qui,- ancor più in dettaglio qui-, e comunque anche qui (per le propaggini M5S nella sostanza convergenti con l'attuale luogocomunismo di potere).
E ovviamente anche qui.
In questo percorso, snodatosi sul blog (per mesi), trovate una piccola guida per "resistere", avendo ovviamente a disposizione residuati di razionalità e passione democratica.

Ma sulla teologia del liberismo, a confutazione generale della stessa traiettoria culturale (teologico-liberista) in cui si inscrive il documento, rigorosamente e brutalmente "pop" (tecno-pop), riportiamo la risposta ad uno stimolante commento collocata in questo post:

A ben vedere, nel concetto di religione non includerei indistintamente il "capitalismo" che non è altro che un portato della razionalità illuminista applicato all'attività economica (ciò è lungamente argomentabile, beninteso): piuttosto lo ascriverei a quella pretenziosa veste etica antiumanitaria che è il "liberismo".
Cioè la teorizzazione - connessa strettamente e certamente al capitalismo, ma in fondo autoconservatrice dei vantaggi acquistiti e dunque contraria alla sua logica di dinamismo evolutivo- della superiorità di determinati individui solo perchè i loro comportamenti gravemente antisociali hanno portato ad una posizione di vantaggio utillizzata come modello del valore individuale.
E come tale da conservare a scapito anche delle "vite degli altri".

Come una tale assurdità logica e morale possa affermarsi e riaffacciarsi, negli ultimi secoli, e contraffarsi (come un enorme parassita) all'interno della società moderna appunto illuministica, è uno dei fenomeni più tristemente affascinanti (come lo spettacolo di una grande sciagura naturale o di un bombardamento, intendo).

Ma la ragione, credo, risiede nella potenzialità irresistibilmente persuasiva del parassitismo: ogni individuo, una volta svincolato dalla rete sociale dei valori solidaristici, per effetto della struttura competitiva di un mondo basato sul solo possesso del denaro, ha in sè un'attitudine a coalizzarsi coi grandi parassiti che hanno avuto successo, per trarne un beneficio pararazionale.

Come dice Kalecky, per i capitalisti instauratori della nuova morale, e per i politici sicofanti che ne prendono automaticamente le parti, è ben presente quanto sia maggiore il valore di una posizione dominante assunta senza "il sudore della propria fronte": minimo sforzo massimo rendimento. Teoricamente.
Praticamente, un antiumanitarismo che dissemina inutili sofferenze e una stolida egomania direttamente proporzionale alla convinzione morale con cui vengono giustificate le sofferenze imposte agli altri
...
"

Per completezza di trattazione del tema e per maggior immediatezza di lettura, riporto infine la risposta data a Lorenzo Carnimeo nei commenti di ieri, allorchè si pone, giustamente, il problema della apparente contraddizione di un bilanciamento di interessi geopolitici confliggenti, che però, nella loro fase "ristrutturante" e, purtroppo, "neo-costituente" (de facto), convergono tra loro:
"A tale apparente "stranezza" avevo pensato anche io, naturalmente.
Il fatto è che gli ordoliberisti italici (che non sanno di esserlo se non in minima parte: ci vuole troppa cultura), sono stati finora preoccupati della loro origine geneticamente posta "a sinistra".

Quindi, alla fine, sono stati considerati troppo esitanti e non abbastanza efficienti.
E, tra l'altro, dovevano preoccuparsi pure di distinguersi dagli spaghetti tea-party berluscoidi.

Con von Renziek tutto questo viene meno e alla grande.
Di conseguenza, si passa a soggetti che, allo stato puro, possono vantare la non commistione con la origine dell'ex-PCI (di qualunque grado) e divenire un fronte INTERNO unico di ordoliberisti, sia filo-USA che filotedesco, ma caratterizzato dall'AVERE LE MANI LIBERE RISPETTO ALL'OBIETTIVO DEL LAVORO COME MERCE E ALLA CONCENTRAZIONE DELLA RICCHEZZA VERSO IL 3% (per ora).
Poi, ciò non toglie che per motivi geopolitici, allo stato irrisolti, occorra anche soddisfare simultaneamente e per quanto possibile, le istanze dei rispettivi "interessi nazionali", NON COINCIDENTI, di entrambe le superpotenze poste in RAPPORTI DI FORZA. 

Questa condizione di predominio li fa  convergere, come teoria socio-economica, nell'imporre l'ordoliberismo ai paesi (variamente) assoggettati alla loro influenza, ma le rispettive  esigenze politico-economiche (internazionali-globali) li fanno divaricare quando si tratta di perseguire le modalità e gli obiettivi, appunto geo-politici, propri del rispettivo interesse egemonico nazionalistico.
Cioè: non dimentichiamo che sempre di colonialismo si tratta, quando parliamo di ordoliberismo IN AMBIENTE LIBEROSCAMBISTA; e che il colonialismo ha sempre bisogo della COMPLICITA' DECISIVA DELLE ELITES LOCALI. 
Le nostre, sfruttano un momento di eccezionale favore per accelerare sull'ordoliberismo, ma, non di meno, incerto circa il padrone a cui assoggettasi in quanto colonia.
E possono farlo essendo ESAURITA LA NECESSITA' ORIGINARIA DI UTILIZZARE IL PARTITO "PROGRESSISTA" CAPACE DI FAR ACCETTARE "DA SINISTRA" gli approcci iniziali dell'ordoliberismo.
Insomma, oggi emerge un COMPROMESSO INTERMEDIO tra le due potenze CHE PONE DA PARTE LA VECCHIA ESIGENZA DELLA GRADUALITA' (e infatti o non ci fanno votare o ci faranno votare con una legge "peculiare"): INTANTO SI REALIZZI LA COLONIZZAZIONE ORDOLIBERISTA, E SIMULTANEAMENTE SI DIFENDA PURE L'EURO,
MA QUESTO VIENE IN RILIEVO SOLO COME STRUMENTO UTILE E NON PIU' COME FINE ASSOLUTO. 

In un certo senso ora più che mai, su questo aspetto si instaura una NUOVA FLESSIBILITA': essendosi finalmente BUTTATA GIU' LA MASCHERA (ritenuta ormai superflua), CI SI CURA DELL'OBIETTIVO "PURO".
Ma esso (OBIETTIVO), ovviamente molto neo-con, ridiviene NEUTRO se collocato SUL DIVERSO E SUCCESSIVO PIANO GEOPOLITICO (degli interessi nazionali delle superpotenze), e quindi alternativamente piegabile all'interesse concreto della potenza che prevarrà.

Mi sono spiegato?
Ciò non esclude neppure un "certo recupero" di alcune forme istituzionali precedenti, come ho più volte espresso, purchè funzionali all'obiettivo principale. Persino la futura possibile rimessa in contestazione dell'euro nella forma attuale o ad es; della BC "pura" (cfr; parr. VII e VIII)
..."

Spero di avervi dato un condensato di link e analisi che aiutino anche a muoversi nella mole di argomenti finora trattati sul blog.
Ma, in ogni caso, lo considero un atto dovuto di "ringraziamento" al vostro sempre decisivo contributo.


22 commenti:

  1. Sono interamente d'accordo sulla frase " il "capitalismo" che non è altro che un portato della razionalità illuminista applicato all'attività economica " (anche se anticiperei un po' alla razionalità galileiana-cartesiana-baconiana), epperò (come direbbe Quelo), non vedo molte differenze tra la fase attuale e quella stigmatizzata da Benjamin (o Polanyi). Non dimentichiamo cosa scriveva Mandeville:

    "Coloro che si guadagnano la vita con il loro lavoro quotidiano, non hanno nulla che li stimoli ad essere servizievoli se non i loro bisogni.
    L’unica cosa che possa rendere assiduo l’uomo che lavora è un salario moderato. Un salario troppo cospicuo lo rende insolente e pigro."

    "Per rendere felice la società e per render il popolo contento anche in condizioni povere, è necessario che la grande maggioranza rimanga sia ignorante che povera.
    Le cognizioni aumentano e moltiplicano i nostri desideri, e quanto meno un uomo desidera, tanto più facilmente i suoi bisogni potranno essere soddisfatti "

    Il problema di questa fase storica è quello di confutare la teologia con la ragione, in questi casi la ragione ne esce quasi sempre sconfitta (fino a che la forza delle cose non svela l'inganno, ma è sempre troppo tardi)

    Per ciò che riguarda l'obiettivo puro: quando si avrà distrutto a sufficienza (o svenduto allo straniero) ciò che resta del tessuto produttivo italiano, quando si saranno svendute le utilities, e privatizzato il patrimonio artistico redditizio, a quel punto, perchè farci restare nell'euro?

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    1. In effetti, questa delle inutilità dell'euro una volta raggiunto il suo obiettivo finale (che, attenzione, presuppone la profonda modifica della Costituzione, che diventa a questo punto il "bersaglio grosso" definito nel precedente post), è una delle cose che diviene tanto più ipotizzabili nel quadro Ttip...

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    2. Mi sembra, in effetti, una corsa contro il tempo: l'europa sta collassando (e se fa il botto, è un problema geoeconomico), epperò va completata la spoliazione, ergo bisogna accelerare (Bersagli grossi). Ma non sarà facile per nessuna delle parti (non solo per le forze del bene, ca va sans dire, ma anche per quelle del male)

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  2. Sì, il discorso mi pare chiaro e si presta a sottolineare una delle (poche) riserve che ho sul libro di Chang: "Some people argue that this Good Samaritanism was partly motivated by the Cold War, which demanded that rich capitalist countries behave nicely to poor countries lest the latter should ‘go over to the other side’. But international competition has always been there. If the international competition for influence was the only thing that made the rich countries ‘do the right thing’ in the third quarter of the 20th century, why did the European empires not do the same in the 19th century when they were in even more fierce competition with each other?" (pag. 281) La risposta la stiamo sperimentando sulla nostra pelle: perché la formula politico-economica di cui i rivali sono portatori è in buona parte la stessa ("non ci sono alternative").

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    1. Chang si riferiva alla right thing NON motivata dalla competizione liberoscambista: e si chiamava geopolitica della Guerra Fredda, che lasciava libero lo Stato nazionale di avviare l'infant capitalism...purchè fosse capitalismo

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  3. MATTEO 18:19
    Immaginifico '48 ..
    come ho dichiarato sono a guardare teiere di B Russell che ruotano attorno a Marte .. ora corro consiliare a sentir la messa degli "altri" mattei
    Ma troppo stimolante l'immagine di quelle mani laboriose pensanti pensierose su parole scritte :-)
    :-)


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    1. Ma se corri a sentire quella messa, poi non perdi l'effetto benefico dell'ironia immaginifica che si insinua nei nostri cuori a dosi purtroppo rarefatte?

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    2. RIMMEL
      (OTC e, più o meno, OT)
      Suvvia, grande amico, son gonadista ma non àncora coglionica e, capitatami – a me - 'sta Natura da bertuccia, l’occasione .. FA L’OMO IL LADRO.
      Svaporata l’ironia, rimane il sarcasmo da manifestare nei sintetici odg consiliari di una comunità medaglia d’oro per la Resistenza per vedere - non troppo di nascosto - l’effetto che fa.
      E penso ancòra a quelli che la conquistarono con necessitato desiderio di libertà e democrazia appuntata, ora, sul petto dei in/soliti eroi della “sesta giornata”.
      Vabbè .. fin qui nulla di nuovo nella storia che dimentica quelli della “quinta”, di giornata.
      Una giornata da “gettone” buttato nel juke-box, ma troppo intriganti i richiami di Sofia alle COSMETICHE MOZIONI da, ancora una volta, verificare nei territori della “democrazia” partecipativa.
      Prolungate sospensive di capi-gruppo che copulano su reclamate richieste di “pubblicazione di accessibilità ai diversamente abili a pubbliche manifestazioni” (m5s) e con ancora più ampi e articolati dibattiti su plebiscitarie richieste di applicazione della L.113/92, dell’ “obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica” (sel)
      Vabbè ..le discusse prefenze arbustive proclamava eletto (pd), con due monete a primate, l’autoctono GELSO senza memoria alcuna – questi mica son ‘gnoranti - sulla funzione di sussistenza economica dei mezzadri garantita dall’allevamento del baco da seta nel XX secolo, senza la Cina che non c'era ma qualcun altro c'era e non era di cera.
      Vabbè .. lascio la richiesta di sottoscrizione di 30.00 firme per il paracetamolo del tavolo verde UE perché non so scrivere e meno far di conto e, con la sabbia dentro i sandali, non riesco a trattenerla, la lingua, “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”.

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  4. Personalmente mi sembra di vivere una situazione surreale. Provo a riassumere in pillole: abbiamo un Parlamento eletto con una legge elettorale che la Consulta ha definito incostituzionale. Buon senso vorrebbe che il parlamento approvasse una nuova legge elettorale per poi andare alle urne. Invece abbiamo un nuovo governo, il quale non è emanazione della volontà popolare, che si da un orizzonte temporale di fine legislatura 2018, con l’ambizione di modificare ( snaturare, violentare) la COSTITUZIONE ITALIANA.
    Abbiamo il primo partito per numero di voti, movimento 5 stelle, che è come non esistesse, minimo dovrebbero fare opposizione durissima nel paese, mobilitare le piazze, non è ammesso che il primo partito votato dagli Italiani conti meno del due spade, con il gioco a denari.
    Abbiamo un partito come il pd che ha preso il premio di maggioranza grazie ad una legge elettorale non costituzionale e grazie ai voti di sel, e anche quest’ultimo soggetto è stato messo in frigorifero. Tradotto il pd ha preso i l premio di maggioranza con i voti degli ex elettori di rifondazione comunista, e poi governa ( per fare la rivoluzione liberale) e vuole fare le riforme con i due partiti di centrodestra. Commento allucinante. Impressionante è il silenzio di sel
    Abbiamo un centrodestra che si è diviso in due e adesso si stanno scannando per governare con il pd, fino ad un anno fa famoso covo di comunisti.
    Abbiamo una stampa che invece di denunciare i veri problemi del paese, beatifica il potente di turno
    Abbiamo i sindacati che non si accorgono di questo deriva antidemocratica.
    Abbiamo i rappresentanti degli artigiani delle piccole medie imprese che stanno zitti, al massimo dicono che la pressione fiscale è esagerata ma non vanno alle cause. Troppo difficile capire il legame tassazione- Banca Centrale indipendente pura.
    Abbiamo un popolo dormiente, sedato dalla tv .
    Che tristezza mi ritirerei in una baita in montagna lontano da questa follia a cui sembra non ci sia limite.
    Nel 1987 eravamo la 5 potenza economica del mondo, nella mia ingenuità penso che per una potenza straniera non era così facile colonizzare un paese se questo non voleva essere colonizzato. Insomma si sono ribellati anche i paesi del sud America alla protervia e all’arroganza della finanza internazionale, mentre quello che era la 5 potenza economica ha sempre subito supino? Questa è stata la nostra classe dirigente, questi sono stati i nostri intellettuali? Che tristezza.

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    1. Sull'apatia popolare, ho trovato utile questa osservazione di un intellettuale molto attendo alla dimensione demografica come Emmanuel Todd apparsa sul blog di Olivier Berruyer (un economista francese anti-euro: chi segue i media francesi può averlo visto qualche volta intervistato con Sapir): "Je ne crois pas du tout à une révolution en France; la population est trop vieille; il y a trop de gens de mon âge. J’ai de l’arthrose comme beaucoup on ne court pas dans les rues. Les soulèvements violents, ce sont toujours ceux menés par des citoyens de 20 à 35 ans.
      L’âge médian neutralise l’horizon de la révolution. Cela exclut dans l’immédiat les processus révolutionnaires et explique l’inertie du système et celle de Hollande; le corps électoral âgé." (Anche il seguito è comunque meritevole di lettura). (Lo traduco: "Non credo affatto a una rivoluzione in Francia: la popolazione è troppo vecchia, c'è troppa gente della mia età. Con l'artrosi non si corre per le strade. Le sollevazioni violente sono sempre quelle guidate da cittadini fra i 20 e i 35 anni. L'età mediana neutralizza l'orizzonte della rivoluzione. Questo nell'immediato esclude i processi rivoluzionari e spiega l'inerzia del sistema e quella di Hollande: l'anzianità del corpo elettorale."). Anche a immaginare scenari meno incendiari, temo che questa sia una differenza non piccola rispetto ai paesi sudamericani.

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    2. Caro Mauro la tua analisi è (spaventosamente) esatta. C'è pure chi si illude che questa situazione sia talmente evidente da condurre alla naturale crisi di rigetto di un corpo sociale stremato.
      Ma solo qualche migliaio di individui - tra l'altro neppure particolarmente capaci di connettesi quantomeno culturalmente- è consapevole della gravità irreversibile della situazione stessa.
      Mentre le più eleganti analisi tecnico-economiche e le più raffinate interpretazioni storico-politologiche affiorano in questi circoli (e magari noi qui siamo uno di essi), in piena apatia attempata, un popolo domato da 30 anni di propaganda ordolibeista in progressione geometrica si strofina alla mano del carnefice come un gatto castrato...e invecchiato nella prigionia.
      Hai ragione Arturo: ma doveva succedere; come detto in un precedente post, oggi la democrazia è un titolo sottavalutato decisamente "to buy", ma saranno probabilmente "altri" a realizzarci il capital gain

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    3. Sì, ma così ci deprimiamo tutti. Abbiamo capito che è difficile (per usare un eufemismo), ma non credo che riteniamo che tutto sia perduto (scusate se uso la prima personale plurale, ma se sbaglio mi corigerete), il che, andando a logica implica che pensiamo che ciò che facciamo sia inutile, altrimenti perchè lo faremmo? Anche seguire uno o più blog "sensati" e commentare costa un po' di tempo e fatica (e non credo che sia per banale voyerismo), per non dire poi quanta ne costa scriverli e rispondere ai commenti. Non credo nemmeno che ci si tenga informati per il gusto di dire "Io lo sapevo già", oppure per fare in tempo a prendere la nave per Haifa prima che arrivino le SS nel nostro quartiere. In realtà, quello che mi accade di vedere è che, due anni fa mettere in discussione l'euro o questo disegno europeo, era come bestemmiare a San Pietro; oggi, non devi quasi più discutere (anzi, quando ti vedono si toccano gli attributi), e non sto parlando di Lepeniani o di nostalgici delle BR, ma di piddini che lavorano negli apparati. Poi, è chiaro anche a me che la Theologia Plutonica imperante ha costruito un mundus imaginalis quasi perfetto, borgesiano, direi. Ma le crepe sono sempre più visibili, anche perchè, nella gerarchia della servitù scelta per attuare i disegni, noto una crescente disunione, come se il cerino iniziasse a scottare.

      E comunque, anche se il risultato di tutto questo fosse solo quello di scriversi e leggersi tra persone sensate, non sarebbe male comunque (e questo è un implicito ringraziamento)

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    4. Oddio, dopo il 5° fine settimana di fila ad andare in giro per l'Italia per incontrare "la gente" in convegni divulgativi, il blog è da considerare come un luogo di "safe haven", in cui discutere con vecchi amici. Liberamente, più liberamente che si può.
      Se l'impegno (personale e rigorosamente aggratis: "aiutaci a tenere viva l'informazione indipendente: NON sottoscrivere nulla e leggi pure quanto vuoi e quello che vuoi") a provocare attivamente "le crepe" rimane intatto, ciò non toglie che questo è il momento più basso. Persino più basso dell'arrivo di Monti.

      Magari è lo scatto finale di un regime spompato, in vena di atrocità prima della fine, com'è frequente in casi simili (triple dip provocata in totale incoscienza e spettacolo raccapricciante cui assisteremo nei prossimi mesi).
      L'ipotesi frattalica è sempre lì. Coi suoi aggiornamenti.
      Epperò le forze in campo sono quelle che sono. In un senso e nell'altro.
      Poi Mauro è uno attivo come pochi e Arturo non ferma mai le sue "ricerche" avanzate.
      Io gli voglio bene a gente come loro. Che ci posso fare?

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    5. @Il velo di Maya
      Ma sai che hai ragione? Mi capita ogni tanto d'incontrare una brava figliola (una gentile signora, via) di sinistra, che sa come la penso e mi guarda come se fossi il fantasma del prossimo natale. Esistesse un gesto di scongiuro a forma di falce e martello, credo lo farebbe; le faccio dei bei sorrisi.
      Sulla teologia dominante, mi viene da pensare che anche ai "bei" tempi esistevano due teologie, una per il basso clero e i laici, l'altra per i gradi alti che potevano discutere fra loro. La prima era decisamente "pop", pictura est laicorum scriptura ecc., ecc..
      Poi è stato inventato il metodo scientifico, che può anche essere visto come un attrezzo. E disinventare un attrezzo, alla fine, non è tanto facile ("O maledetto, o abominoso ordigno..." ma il fucile è ancora lì). Credo che alla fine, per tanta teologia - pop - pubblicitaria che riescano a sfornare, l'attrezzo finirà per imporsi, funziona troppo.

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  5. Segnalo anche questo articolo di Pelanda, che si pone sulla scia di quanto detto.

    http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2014/2/18/PROGRAMMA-RENZI-Pelanda-spesa-e-tasse-sfida-alla-Germania/468419/

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    1. Che dire? Il "rilancio" Ttip diviene così oggetto di una new wave culturale che fa apparire una neo-colonizzazione liberoscambista come una via salvifica alla ripresa. Dello "Stato minimo"...

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  6. " teorizzazione - connessa strettamente e certamente al capitalismo, ma in fondo autoconservatrice dei vantaggi acquistiti e dunque contraria alla sua logica di dinamismo evolutivo- della superiorità di determinati individui solo perchè i loro comportamenti gravemente antisociali hanno portato ad una posizione di vantaggio utillizzata come modello del valore individuale.
    E come tale da conservare a scapito anche delle "vite degli altri".

    Come una tale assurdità logica e morale possa affermarsi e riaffacciarsi, negli ultimi secoli, e contraffarsi (come un enorme parassita) all'interno della società moderna appunto illuministica, è uno dei fenomeni più tristemente affascinanti (come lo spettacolo di una grande sciagura naturale o di un bombardamento, intendo)."



    E' una domanda che anche io , nel mio piccolo mi sono posto innumerevoli volte. Diciamo pure che è la domanda che rode tanto Quarantotto, quanto i partecipanti, di ogni estrazione sociale e culturale di questo blog. Già il fatto di porsela questa domanda.....ci da un senso di appartenenza in cui sono convinto si ritrovano i lettori di questo blog.

    La risposta "pop" (che vuoi; son cresciuto negli anni '80; volente o nolente anche quella cultura fa parte di me) che mi do, o meglio che più mi sembra indirizzare verso una discussione che possa portare ad una qualche risposta è la seguente:

    I guai sono cominciati quando gli operai (o le classi subalterne, se preferite) hanno cominciato a pensare (e a fare?) come i padroni (o la classe dominate) [dell' 800].

    Mi rendo conto che codesta "risposta" possa apparire (o sia?) pervasa da una radice profondamente reazionaria. Nel senso; non è che le cose che ci diciamo, di cui discutiamo, la gente non le sappia; FORSE, non le vuole capire! Perché? Perché per alcuni o molti (?) versi le politiche attuate sono intimamente condivise dai più. Voglio dire genuinamente, al di la dell' effetto persuasorio/plagiatorio della propaganda che pure io ho sempre rimarcato e additato.

    Si badi bene; i più condivideranno.....fino a P.le Loreto.

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    1. Condivido.

      Ritengo che sia l'ideologia dominante che dopo quarant'anni di incessante manipolazione è andata a scardinare il sistema di valori del "cittadino mediano".

      Il vero attacco non è stato portato meramente ai fondamenti stessi della società e quindi delle Istituzioni democratiche tramite il sovvertimento delle realtà macroeconomiche. Il controllo totale, totalizzante e totalitario si fonda sull'espugnazione stessa dei valori fondanti l'individuo, la persona. La cattura dell''anima prima ancora che della politica. Lo Spririto dell'Uomo: se non vuoi che ti venga dolorosamente estirpato, cedilo.

      La morbosità vende bene e... corrompe. Stuzzica il seme del male dell'animo di ognuno di noi: lo svincola dai quei freni che rendono un uomo adulto e un cittadino "socievole" e ben integrato in un sistema di relazioni positive.

      Il demonio, da Principe dei venditori di questo mondo, usa le debolezze freaudiane dell'Uomo per irretirlo e piazzargli una camera d'albergo con vista sullo Stige.

      E' l'Uomo stesso che è disposto a cedere qualsiasi cosa pur di comprare....

      (Bazaar, lnf€uro III)

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  7. Io, personalmente, vedo i guai in una sinistra che:

    a) ha considerato a-prioristicamente persa la battaglia ideologica con la caduta del socialismo reale alla fine degli anni '80, laddove, invece, quel fallimento storico non aveva affatto dimostrato l'erroneità dei principi di giustizia sociale, né li aveva confutati.

    b) Perdute la propria sostanza e la propria identità, l'imperativo diventa la sopravvivenza politica, basata su elementi accidentali in grado comunque di identificarla come qualcosa di "diverso" dalla destra.
    Questi principi accidentali sono brevemente riassumibili in: vocazione europeistica (che riciclerebbe, sotto l'ombra degli Stati Uniti d'Europa, le correnti internazionalistiche); vocazione moralistica (che la identifica -più o meno- come un movimento "pulito" contrapposto alla destra berlusconiana, vista come l'erede -ed in un certo senso lo era- del regime corrotto della prima repubblica), e conservazione di alcuni residui massimalisti del passato (depurati però dei loro profili "sociali" e convogliati nell'alveo dei diritti cosmetici).

    c) Una politica di questo tipo, non rende possibile esercitare un vero filtro critico sulle azioni in cui si estrinsecano i principi che si vogliono affermare. Il risultato -a mio avviso- è disastroso: viene accettato a priori tutto ciò che è "europeo" per il solo fatto che sia tale; il rinnovamento morale viene appiattito e semplificato sull'anti-berlusconismo; i residui massimalisti del passato vengono ridotti a stereotipi di facciata che, laddove applicati, sono anche in grado di portare a delle conclusioni aberranti (si vuole la galera per chi fa il falso in bilancio ma chi rapisce i neonati alla stazione della metropolitana sta a piede libero e "va capito", a titolo di esempio); la democrazia viene ridotta a mera procedura; il dibattito politico viene inibito dalla filosofia del politicamente corretto (che lo riduce a mera tecnica dialettica svuotata di ogni contenuto reale); l'esperienza storica (non c'è piddino che non ritenga di "conoscere la Storia"), viene negata o, al massimo, citata solo quando fa comodo.

    d) Così, i postulati del neo-liberismo invadono il patrimonio culturale della (presunta) sinistra sino al punto da diventarne un presupposto comunemente accettato. Ecco quindi che, mentre sotto l'acronimo del "lib-lab" si cerca di conciliare l'inconciliabile, la lotta ideologica alla spesa pubblica e contro i diritti sociali viene fatta propria con il pretesto del loro uso immorale della.... destra (identificata col corrotto-corruttore B.)! In questo modo si dà credito ad una morale bislacca, (quel "recupero della durezza del vivere" di Padoa Schioppa, che sintetizza solo una nuova forma di darwinismo sociale), ed a politiche non meno ipocrite, come quella secondo cui la flessibilità in uscita è nell'interesse del lavoratore. E questo senza menzionare la riduzione della democrazia da principio a costo.

    Questo sistema, avrà pur permesso alla sinistra di sopravvivere politicamente. Ma ad un prezzo insostenibile: trasformarsi in destra ultra-liberista e profondamente reazionaria.

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    1. Infatti non penso assolutamente ad un problema di natura "partitica".

      Lasciamo un attimo stare le trappole dialettiche: in tutto il mondo libero, nonostante le differenze culturali, e' avvenuto nella sostanza la medesima cosa come se fosse stato concertato: ma il punto e' che e' stato concertato! La "congiura" e' stata spudoramente piu' volte pubblicamente dichiarata!

      Questo e' il problema della vittima che non riesce ad accettare che il collega di wall street con l'accetta in aria e' veramente di fronte a lui e che sta per essere macabramente massacrato.

      Una congiura che ha richiesto un tale dispiego di mezzi che solo i monopoli "oil & finance" potevano finanziare. L'ineluttabile efficacia distruttiva dell'ideologia.

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  8. Complimenti per gli articoli sempre ottimi. Complimenti.

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  9. A proposito di "piccola guida per resistere", segnalo che ho appena completato un
    MANUALE PER DIFENDERSI DAGLI ECONOMISTI

    http://www.progettocomenio.it/economia.htm

    Tra le varie fonti, ho preso ispirazione anche da questo sito

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