martedì 25 febbraio 2014

REVERSING THE TIDE ON MAINSTREAM



Mi ero portato avanti col lavoro. Precisando le condizioni probabili di variazione 2014 dei fattori del PIL.
Oggi arrivano a grappolo le scontate conferme:
a) next but not..."last" correzione al ribasso Commissione UE sulle stime di crescita 2014 (e non abbiamo ancora gli effetti dell'accelerazione che verrà imposta a Cottarelli);
b) dato aggiornato Istat sul calo dei consumi su tutto il 2013, che smentisce la presunta ripresa dell'ultimo trimestre e conferma un trend che, tutte le voci di tassazione/copertura per "rimodulare" il sistema fiscale e fiscalizzare gli oneri sociali, non potranno che perpetuare (come attesta anche la fiducia dei consumatori rilevata da Confcommercio: loro sì che se la passano male e possono attendersi peggio da...Cottarelli).
Per comodità riproduciamo il quadro generale allora delineato:

Un paper Bankitalia del luglio 2013, ci fornisce dei dati che si rivelano, ora più che mai, alquanto "crudi": in effetti, tutte le previsioni effettuate erano sottoposte a "condizioni" e perciò espresse al condizionale in relazione ad tendenze che, a distanza di sette mesi, non si stanno realizzando. 
Come faremo a produrre un attivo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti pari all'1% del PIL, specialmente al di fuori dell'area euro, se la stessa enfatizzata diminuzione dei prezzi petroliferi segnala che la domanda mondiale è in realtà sempre più in raffreddamento?
La realtà è che sarei pronto a scommettere che, nella prosecuzione delle attuali condizioni di (non) competitività di prezzo, di cambio valutario dell'euro in apprezzamento verso le aree esterne, e di inarrestabile emorragia delle imprese italiane che si trasferiscono a produrre altrove, anche nel 2014 gli investimenti risulteranno in contrazione.
E questo renderà persino più improbabile lo stesso ottenimento di una tale misura dell'attivo del CAB, proprio per la prevalente contrazione della produzione, al di là delle fiammate, "ad esaurimento", imputabili alla ricostituzione delle scorte, dovute prevalentemente alla residua operatività di contratti ad esecuzione continuata e periodica già stipulati, e semmai originati dalla transitoria (ed ormai riassorbita) debolezza dell'euro tra fine 2011 e la metà del 2012.

Ora:
- se il consolidamento fiscale nella misura dello 0,6% del PIL (a moltiplicatore perlomeno 1,5), quale ben indicato nel DEF, è un dato sicuro,
- se la insistenza sul taglio della spesa pubblica porterà inevitabili frutti (avvelenati) in aggiunta a ciò;
- se un miglioramento (relativamente) consistente saldo attivo delle partite correnti appare via via irrealizzabile;
- se la disoccupazione risulterà inevitabilmente crescente, alla luce dello stesso "non avveramento" delle condizioni sperate indicate da Bankitalia,
  non potremo che registrare una ulteriore recessione

Una recessione solo transitoriamente meno accentuata, rispetto al "biennio d'oro" del grande "risanamento" 2012-2013, e meno accentuata solo nella improbabile ipotesi in cui non si procederà a colpi di testa nella spending review.
E comunque, al tempo stesso, autonomamente acuibile per fattori esogeni legati all'andamento della domanda mondiale ed endogeni dovuti all'ulteriore ondata di tasse patrimoniali (ormai distruttive come mostra l'andamento dei prezzi immobliari riportato dallo stesso studio bankitalia) che, ripristinando e anzi incrementando il gettito del 2012, si assommano alle aspettative di tosature ancora più incisive come "sorpresine" preparatorie della riduzione del debito e dello stesso deficit, in omaggio all'imminente applicazione del fiscal compact. 

Che poi la politica, mischiando incoscienza e insipienza tecnica e negoziale, si senta in cuor suo di riuscire ad evitare queste forche caudine, non sposta di un millimetro la tendenza difensiva ormai dilagante nell'intero substrato sociale italiano: fuoriuscita di capitali (sia finanziari che disinvestiti dal settore produttivo) e contrazione cautelativa dei consumi.

Al dunque, rinunciando a quantificare fino a che punto arriverà la follia che pervade una intera classe politica, a cui la realtà pare completamente sfuggire ogni volta che apre bocca per indicare le soluzioni concrete a cui si affida, non una sola voce del PIL potrebbe essere in aumento, quantomeno nella misura già "venduta" nel DEF, durante il 2014: non I, non C, non G (per carità), e neppure X-M.

A questo punto mi è sovvenuta un'intuizione. Nel post di ieri avevamo detto che:

"Questa continua evocazione dell'ultima spiaggia, dell'ultima chance, è perfettamente conforme a tale ideologia: gli ordoliberisti, con l'estrema offensiva di tutta la loro forza mediatica, che li ha condotti fino a qui, in 30 anni di trionfale riduzionismo "pop" della odiata democrazia sostanziale, ci stanno semplicemente avvertendo.
...L'ultima chance è la vostra, non la "loro"
Stanno semplicemente anticipando che o si fa come esigono "loro" e i loro padrini della finanza multinazionale impadronitasi del potere globalizzato, o la democrazia, anche solo ridotta a consultazione elettorale a opzioni predeterminate dal controllo mediatico, ve la potete anche scordare."
 
Però, osservando attentamente le facce dei giornalisti-commentatori-livoroso-espertologi e le reazioni degli editoriali si può percepire un aspetto esattamente opposto della questione: tutto questo esercito, abituato a dettar legge e a decidere i governi (in senso praticamente letterale), è esso stesso giunto a "fine corsa". 
Ha creato un simulacro che incarna a perfezione le sue aspirazioni ultime enunciate in 30 anni di propaganda, ma si rende conto che, proprio perchè mai il proprio appoggio mediatico, senza precedenti, è stato così decisivo per innalzare un governo, oggi si ritrova praticamente a giocare in prima persona.
 
Siccome tutto quanto ha sempre sognato, cioè quelle soluzioni che inconscientemente e improvvidamente ha sempre propugnato, stanno per essere attuate in tempi (acceleratissimi, perbacco!) che ne dovrebbero consentire l'immediata verifica degli effetti, l'esercito mediatico di riserva mainstream ora teme.
Teme perchè, in definitiva, rischia che l'attuale premier "faccia" veramente, e presto, e che poi gli effetti siano quelli (scontati, anche se lo negherebbero contro ogni evidenza) di un fallimento che li coinvolgerebbe con la loro stessa faccia.
Come potrebbero prendere le distanze dalla loro stessa creatura, se l'hanno loro stessi proposta come ultima chance senza alternative e, nella sostanza del programma, "salvifica"?
Alla luce di questa, per "loro", inquietante possibilità, li prende "l'orore di se stessi", per la prospettiva che alla "ultima chance", di residua credibilità €urofolle e aggressivamente ordoliberista, ci giungano proprio "loro".
Oltre questa soglia e il suo prevedibilissimo disastro (salvo colpi di scena oggi insospettabili), avrebbero perso tutta la loro pomposa pseudo-credibilità. E poi come si ripresenterebbero indenni a pontificare a reti unificate 24h. su 24h.?

 

28 commenti:

  1. signor Caracciolo, bastasse la paura della vergogna a far cambiare le cose, domani la terra sarebbe un paradiso -

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    1. Ma che ve devo di'?
      Se si segue il blog le analisi delle tendenze non sono ovviamente confortanti (e neanche nelle premesse del post in cui mi pare di averle esaminate) e mi dicono che è troppo deprimente.
      Preferisco pensare che chi pensa di spararsi abbia una prospettiva tutto sommato realizzabile e non lasci alla disperazione il sopravvento...

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  2. In effetti Heisbourg rompe gli argini. Sarà un avvertimento agli amici ordoliberisti o un rigurgito di onestà intellettuale? Penso il primo. Non ancora si fanno "orore" da soli, ma la loro preoccupazione è palese. Ritengo abbiano chiaro ormai che non avranno il loro auspicato ROI soddisfatto e allo stesso tempo non riescono a trovare la via per uscirne puliti. Seri e confusi conflitti in vista......

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    1. L'uscita di Heisbourg risale ad ottobre 2013.
      http://vocidallestero.blogspot.it/2013/10/la-febbre-del-frexit-raggiunge-il-cuore.html
      I francesi (Hollande) da allora hanno deciso di fare le Hartz, ma poco possono, così, sul cambio esterno UEM (quell che loro preme), che è appesantito dal surplus crucco.
      Forse possiamo considerare significativo che Heisbourg sia finalmente ripreso da un giornale mainstream par excellence...forse

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  3. Già, forse........ forse anche che il riassetto macroeconomico (istituzionale) dell'area ex-sovietica li rende meno focalizzati su Paesi come l'Italia che hanno poco da offrire ormai, visto che quello che avevano da prendere, in pratica l'hanno preso, risparmio manifattura e good companies, hanno quasi finito, 60 milioni di consumatori poveri e indebitati. Di là invece la torta delle risorse naturali da gestire è veramente grande......

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  4. SHUTTER ISLAND
    (sempre e solo OTC, ovvero l’integrale derivato)
    Se non avessi il terrore fobico del dolore umano, della vista del sangue e degli ospedali, forse avrei fatto il mestiere di Ippocrate ma quando da genitore, per caso e necessità, provavo ad portare i figlioli dal pediatra sbarellavo, ho lasciato perdere.
    Però ho continuato a coltivare curiosità e interesse per la “meccanica” biologica e le interazioni biochimiche che regolano gli organismi e per cercare il “senzo” – cioè il maschile della mancanza – di realtà “aumentate” che il razionalismo di Cartesio attribuiva alla GHIANDOLA PINEALE - l’esoterico “terzo occhio”, la “casa dell’anima” - con la capacità di separare la realtà nelle sfere del RES COGITANS (pische) e del RES EXTENSA (fisico).
    Una minuscola pigna capace di secernere i trasmettitori del ben dell’essere – serotonina e melotonina – insieme a quelle notturne - come le polluzioni invece diurne della cronaca quotidiana - di altre TRIPamine allucinogene delle quali il DMT (dimetil-TRIPamina) è il più famoso per l’uso antico degli estratti allucinogeni da funghi e vegetali fatto da latino-americani o quello più moderno nella terapia della “patologia” psichiatrica.
    Una pignetta che “brucia” tanto da richiedere il raffreddamento ad acqua che studi (white paper) dell’EPA americano indicano come origine di alterazioni endocrine generate da calcificazione (NaF) nel circuito di raffreddamento causato dal fluoro nell’acqua potabile.
    Una curiosità storica di una Natura matrigna: il lancio della fluorazione degli acquedotti negli anni ’40 fu una delle brillanti operazioni di quel Edward L Bernays, “spin doctor” nipote dello zio famoso (S Freud) sommariamente trattato .
    Ma torniamo sulla terra e di certo nella brigata di “elli avea del cul fatto trombetta” non poteva mancare il Barbariccia, l’esperto endocrinologo, a guidare – tra’ti avante - la decina di Alichino, Calcabrina, Libicocco, Draghinazzo, Ciriatto, Graffiacane, Farfarello per far riprendere tutti a viaggiare “fuori” dalla spazio e dal tempo ... della democrazia.
    Un TRIP partito - e già andato a male - con il DEL(i)RIO allucinogeno che annuncia lo stupro del risparmio delle vecchiette supportato dall’immancabile Olli che ripone fiducia in PCP, il Rubicante pazzo, perchè esso, cioè esso, che sa cosa fare.
    Come direbbe il Teddy di Scorzese, “questo è un posto che fa pensare cosa sarebbe peggio: vivere come un mostro o morire come un uomo buono” ma, suvvia, sul fondo rimane il “senzo” di fare tutto quello che è nella reciproca possibilità “perchè tutto questo non possa più accadere”, magari ricominciando a sgorgare gli sciacquoni con la memoria.


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  5. “questo è un posto che fa pensare cosa sarebbe peggio: vivere come un mostro o morire come un uomo buono”.
    Temo fortemente che siamo al "cuore di tenebre"; tutto questo sta accadendo e anche chi pare opporsi ha scelto i toni uguali e simmetrici. Anche farsi trasformare in qualcosa di simile al tuo oppressore è una sconfitta. Per questo ammiro così tanto la raffinata gentilezza della scienza di un Cesare Pozzi

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    1. Mi ripropongo l'ennesima rilettura di P Levi de "I sommersi e i salvati", le "zone grigie", il dilemma della vittima/carnefice, della sindrome di Stoccolma poi in c... tutto il resto.

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  6. Non so se riusciranno ad essere davvero così veloci.
    Nel PD si affilano i coltelli nell'attesa del momento buono per assalire Cesare.
    Il NCD è un ectoplasma e Forza Italia un abbraccio mortale.
    Spero insomma che il governo Renzi sia altrettanto inconcludente di quello Letta...

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    1. E' l'analisi predittiva di "scenario" più diffusa. Ma possono comunque, in pochi mesi, fare danni irreversibili su alcuni interessi ormai alla deriva (democratico-costituzionale) prima di rientrare in porto per guasti ai motori

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    2. Se Renzi dovesse fare l'inconcludente (e non lo credo), la prossima caduta del governo verrà gestita direttamente da Bruxelles.
      Per loro è l'unica soluzione rimasta, se non trovano un politico italiano disposto a metterci non solo la faccia, ma anche il "bottom", visto che dopo le riforme dovrà prendere presumibilmente l'elicottero.

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  7. Buongiorno,
    da osservatore inesperto, immagino si stia già preparando un nuovo cavallo di battaglia per il dopo Renzi, alla velocità con cui si bruciano i premier liberisti in Italia. Dovrebbe iniziare a essere visibile a livello mediatico in concomitanza con qualche crepa nella nuova maggioranza, o appena Renzi si lasciasse sfuggire qualche verità sulla democrazia in Italia.

    Con stima,
    Gian

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    1. Per essere "inesperto" hai fatto una previsione alquanto sofisticata e "complessa" :-)

      In effetti il metodo è questo: sfornare leader a getto continuo, affidando a ognuno un pezzettino dello smontaggio dello Stato sociale e della patrimonializzazione diffusa.
      Solo che ora hanno usato l'argomento "ultima chance" e ciò li mette in difficoltà nell'escogitare un nuovo pretesto di accelerazione ordoliberista post-Renzi senza urtare lo stesso fronte livoroso (che crede che la democrazia sia tagliare la spesa pubblica ma vuole pur sempre votare, illudendosi di dover decidere su cosa gli è stato imposto di pensare).

      Alla fine, credo che rimetteranno in contestazione la stessa democrazia tout-court "LA DEMOCRAZIA ATTUALE VA RIPENSATA PERCHE' SI RISOLVE IN NAZIONALISMO POPULISTA E METTE IN PERICOLO LA "PACE". OCCORRE UN PERIODO DI RIFONDAZIONE GUIDATO DALL'€UROPA PERCHE' NOI NON SIAMO CAPACI DI MERITARCELA". Vedrai

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    2. "...alla velocità con cui si bruciano i premier liberisti in Italia"

      "...sfornare leader a getto continuo, affidando a ognuno un pezzettino dello smontaggio dello Stato sociale e della patrimonializzazione diffusa."

      Mi fate pensare ai nostri cari leader come ad un misto tra sonderkommandos ("shut up [Prodi] we are the lord of this" http://euobserver.com/institutional/119052 )
      e i liquidatori di Chernobyl !

      Sulla democrazia in questi termini aveva già iniziato Cacciari dicendo che serve "grande immaginazione istituzionale, un po' di utopia, o di eutopia."
      Qui sotto riporto brani del famoso dialogo con Scalfari sulla democrazia. [più che brani sulla democrazia so' proprio brandelli di democrazia]

      CACCIARI. L' Europa non può che essere democratica, ma cosa è democrazia oggi? Una parolaspugna che tutto assorbe e tutto respinge. Dobbiamo articolare un modello di democrazia nuovo per salvarne l' idea. All' Europa serve una democrazia che decide rapidamente e in modo competente, per reggere la sfida delle potenze globali e dei poteri metastatuali...
      ...
      CACCIARI. Che l' Europa economica debba farsi è un destino, non una scelta, o collassiamo tutti.
      ...
      SCALFARI: hai ragione Massimo, il massimo di democrazia si realizza poi al livello più basso, quello dei comuni. Man mano che si sale è sempre più una democrazia indiretta, attraverso la delega, e questo produce sempre democrazie che vivono nelle oligarchie.
      CACCIARI. La strada è giusta, democrazia all' interno di oligarchie...
      ...
      CACCIARI. Ci saranno conflitti, il requisito è disporre di un comune sentire [il fogno], che evita la guerra civile.

      http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/10/14/il-dialogo-scalfari-cacciari-ecco-la-democrazia-che.html


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    3. Scalfari immagino si richiami a Rousseau, che nel celebre "contratto sociale" diceva, se non ricordo male, che la piccola comunità era il luogo d'eccellenza per la realizzazione pratica della democrazia (quella diretta), laddove organismi più grandi si confacevano di più allo schema monarchico. Coerentemente, Rousseau non esprimeva grande stima per la democrazia rappresentativa.

      A mio personale avviso, trovo semplicistico questo schema. Peraltro le democrazie moderne -consce del problema- prevedono una serie di meccanismi volti a conciliare il carattere indiretto della delega con la natura democratica dell'ordinamento. Da qui, il c.d. "balance of powers", tra organismi eletti separatamente e spesso espressione di diverse consultazioni anche in momenti temporali diversi e con diversi sistemi. Se si accetta questo ragionamento, beh, ovvio, ad esempio, che il monocameralismo servirà a FAVORIRE e non a contrastare l'involuzione oligarchica, così come la favoriscono soluzioni volte al "contenimento dei costi" come l'election day.........

      Il vero problema, mostrato dall'esperienza storica attuale, sempre secondo la mia personalissima opinione, è più che altro nella possibilità di alterazione della genuinità del consenso manifestato, che spesso può portare, del tutto inconsapevolmente, il corpo elettorale a scegliere chi pratica politiche a suo danno ingannandolo. Da un lato, la democrazia impone quindi una forte consapevolezza dei suoi principi in capo all'elettore, dall'altro, e questa è una tematica secondo me di grande attualità, mai come oggi è elevato il rischio che gli organi di informazione ne deformino la percezione della realtà approfittando del naturale affidamento in questi riposto (nessuno può conoscere tutto lo scibile). E' la "corruzione dell'informazione", di quella libera informazione che nasce e si sviluppa assieme alla democrazia, uno dei salienti in cui si concentra l'offensiva ordolibersita: offrendo all'elettore una rappresentazione deformata della realtà, se ne deforma -a proprio favore- il consenso legittimamente manifestato.
      Indirettamente, questo da luogo anche ad una concezione a-simmetrica del diritto di informazione, inteso oggi quasi esclusivamente a difesa di giornalisti "legibus soluti" che non a tutela del diritto di essere..... correttamente informati!

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  8. Quarantotto ha scritto: Temo fortemente che siamo al "cuore di tenebre"; tutto questo sta accadendo e anche chi pare opporsi ha scelto i toni uguali e simmetrici. Anche farsi trasformare in qualcosa di simile al tuo oppressore è una sconfitta

    Ciao quanto condivido questa frase, grazie per averla scritta.

    Una domanda, ma l'attuale Presidente del Consiglio, divorato da un'ambizione senza pari, potrebbe divenire la variabile impazzita che fa saltare il banco, sia in Italia che in Europa? Potrebbe il dr Renzi, sempre per ambizione personale, unire i seguenti puntini, cioè capire che quello che sta danneggiando il paese è la rinuncia della Sovranità monetaria, la quale implica a cascata la perdita di Sovranità fiscale, l'incapacità di una politica di indirizzo economico e industriale del paese, di fatto la Perdita totale dell'indirizzo Politico che la sua Carica dovrebbe esercitare? La speranza è sempre l'ultima a morire, anche se certe cose è più facile che riesca a spiegarle io al circolo dell'ARCI che qualcuno alla Madia e alla Boschi.

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    1. Caro Mauro hai dato da te stesso la risposta. Escludiamo che un prodotto di laboratorio dell'ordoliberismo voglia minare le proprie basi di legittimazione.
      Solo se gli USA interverranno apertamente sul problema della sovranità ci porremo il problema di badoglismo e 8 settembre. Purtroppo...

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    2. Quello che dici potrebbe avere un senso se l'ambizione di Renzi fosse necessariamente radicata al suolo italico.
      Gli ordoliberisti possono offrire molto di più di uno sgabello da primo ministro italiano.

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  9. E ora, come ci si toglie dalle sabbie mobili? Apparentemente sembra "di sinistra" tassare le rendite finanziarie per favorire il lavoro, anche se pende come una spada di damocle una domanda "a monte": quale lavoro, in "questa" Italia dell'€uro?
    Comunque. Del Rio ipotizza, Renzi rilancia, Manasse ammonisce:

    http://paolomanasse.blogspot.it/2014/02/la-vecchietta-di-del-rio.html

    In questo Governo, si è poi puntato, credo, su una stolida applicazione integrale del "principio giovanilista". Rimanendo nella scia tracciata da '48, anche questo non stupisce: sono almeno tre anni che i giornaloni parlano di intollerabile gerontocrazia. Ecco quindi il governo dei "Gggiovani". Ma pure inesperti. Qualcuno mi sa dire, tanto per dirne una, l'esperienza della Mogherini in politica estera? O della Madia, chi già vanta l'illustre precedente di aver parlato col ministro sbagliato, in fatto di Pubblica amministrazione? Sulla Boschi, taccio. Non ti curar di lei, ma guarda e passa, direbbe il buon Dante.
    Dico questo perché anche nel celebrato privato, non è che entri in azienda come Gggiovane laureato e ti fanno amministratore delegato il giorno dopo "perché hai studiato 5 anni". Se nei posti che contano ci sono i vecchi, è anche perché hanno una cosa volgarmente chiamata esperienza, che deriva da un'altra chiamata (sempre usando la lingua volgare), gavetta.
    Quindi, nella sostanza, questo rischia di essere il governo dei Gggiovani che vogliono tutto e subito e che non sanno aspettare, ignorando il fatto che se un albero cresce molto in alto senza allargare le radici, alla fine finirà per cadere. E' una semplice sensazione da uomo comune, per carità. Però è molto precisa.
    Ma in fondo la competenza conta qualcosa? Leggendo il post di 48, ne capisco di cose. Se questa compagine è il frutto della propaganda mediatica, se è -de facto- creata dai giornali, ne eredita tutti i punti di forza ma anche tutte le debolezze strutturali. Sono "gggiovani", per metà "donne" e vogliono "riformare". Questo è quello che basta per fare notizia e la fa. Un buon cartellone pubblicitario per prendere un consenso iniziale. Ma la parte giornalistica della vicenda finisce qui. Poi c'è l'azione di Governo vera e propria, e lì, i giornalisti forse sono i primi ad andare in crisi. Sono un branco di agit-prop, di "giornalisti impiegati", spesso totalmente ignoranti sulle materie di cui scrivono. Il loro lavoro sino ad ora è stato facile: ripetere luoghi comuni contro lo Stato e la spesa pubblica, sostenendo il criticabile e non dimostrato nesso causale spesa pubblica=corruzione. Ora che però al potere c'è il loro uomo, devono giustificare quello che farà e se le "riforme" provocano disastri, allora saranno problemi per tutti.

    Renzi ha alzato un polverone di chiacchiere per mascherare il nulla, Del Rio ha provato a dire qualcosa per essere subito rimbrottato dall'ortodosso Manasse. Il Corriere della Sera, sin dalla nascita del nuovo Governo, ha cominciato -molto lentamente- a prendere le distanze con editoriali critici. Vedremo come andrà a finire.....

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    1. Di sicuro nè i giornalisti nè questi gggiovani hanno idea di quanto sia importante l'illusione finanziaria per dissimulare i veri scopi dell'azione di governo. Credono veramente che la gente senta e pensi come dicono i giornali.
      Ma i Manasse e i PCP la sanno lunga sul punto
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/02/illusione-finanziaria-lignoranza-al.html

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    2. A proposito: bell'articolo su scenari economici ad ennesima riprova della fallacità e dell'ipocrisia della morale ordoliberista (in particolare sul cosiddetto "parassitismo").

      http://scenarieconomici.it/siamo-tutti-parassiti-o-forse-no-viaggio-nelle-cause-della-crisi/

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    3. Ma sì è un format sperimentato: alla fine mira al controllo degli assets nazionali redditizi

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    4. Ancora: 'Da qui al 17 marzo quando avremo il bilaterale con Angela Merkel andremo con le idee chiare sul piano del lavoro e con il jobs act sostanzialmente pronto''. Parole di Renzi.

      Più chiaro di così...... Ma non sarebbe "l'Europa" il nostro interlocutore? O "Germania" è diventato sinonimo di "Europa"? Questo è il nuovo? Un gauleiter che rende conto al Fuhrer?

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    5. VEdi, una volta che non si leggono i trattati e non sono comunque in grado di capirli (in buona fede) quel che ne consegue è la macchina dell'ordoliberismo pop...mediatico. Renzi è il luogocomunista con parlantina supercazzora più abile che hanno trovato: che altro può fare/dire?

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  10. A proposito di questo punto: ‘tutto questo esercito, abituato a dettar legge e a decidere i governi (in senso praticamente letterale), è esso stesso giunto a “fine corsa”’, mi viene da pensare che la legge dei rendimenti decrecenti valga anche per loro. L'impatto che ebbe introdurre in televisione il secondo talkshow dopo che ce n'era già uno può essere ora ottenuto soltanto passando da dieci a venti talkshow. Ci sono già così tanti canali tv 24h che, anche aggiungendone altri, l'attenzione disponibile non potrebbe aumentare di molto; la capacità d'ascolto è probabilmente giunta a saturazione.

    Le risorse che loro devono mettere in campo sono quindi sempre maggiori.

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    1. Acuta riflessione: il livello mediatico va verso un climax drammatico

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  11. Intanto la Spinelli, così innamorata della "lunga educazione europea alla mescolanza di culture, alla tolleranza, all'apertura al diverso", "scopre" che in Grecia si soffre. http://www.repubblica.it/economia/2014/02/26/news/gli_invisibili_dell_europa-79651664/

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