lunedì 17 dicembre 2012

UNA VIA DI USCITA RAGIONEVOLE NELLA FOLLIA DELL'UEM E DELLA CRESCITA...DA AUSTERITY

Da Umanesimo48 ci giunge questo nuovo contributo, che ha il pregio della chiarezza e di sollevare, senza troppi giri di parole, i problemi di "assetto istituzionale" che affliggono l'attuale insostenibile situazione UE-UEM.
E addita una semplice soluzione che è perfettamente compatibile con l'art.11 Cost., col recupero della sovranità fiscale e, prima ancora monetaria (la sottrazione di quest'ultima ci ha ormai privato anche della prima).
Insomma, è importante che i Delors e gli Attali (ormai sconfessati dai fatti anche in casa propria, la Francia) siano sostituiti da rappresentanti e negoziatori che non pensino a utopie post-costituzioni "democratiche e siano nel solco della logica.
E noi dobbiamo sperare che tra questi "negoziatori" e rappresentanti ci sia gente come Umanesimo48.
Perchè lui si rende conto, e ci dice, che prima si costruiscono le fondamenta (politica comune per difesa e affari esteri), poi, quando il mercato unico e la indispensabile integrazione culturale, avranno portato a una effettiva omogeneità tra le economie e il "sentire" dei popoli si potrà affrontare l'eventuale, ma solo eventuale, impegno verso una moneta comune. Cioè il "tetto".
Ma solo lungo il "processo" di costruire l'intera struttura potranno forse svilupparsi le indispensabili solidarietà e "appartenenza" comune (la Germania ha confermato in questa occasione che se ne possa seriamente dubitare), che possano consentire il completamento del progetto.
Le utopie dei Delors e degli Attali, (e dei Prodi e degli Amato), poi, in realtà sono risultate essere "violenze" sui popoli, male informati e ancor peggio "condizionati", perchè obiettivamente hanno favorito la prevalenza degli interessi dei "gruppi finanziari" sui diritti fondamentali, portando alle estreme conseguenze quel disprezzo per i "diritti sociali", il lavoro in testa, che animava il "gruppo di banchieri" che ci ha imposto Maastricht, come una festa...mentre era una tragedia della democrazia.

Nel commentare il trattato di Maastricht, a conferma delle nostre parole introduttive, il grande Winne Godley (nell'articolo dove parla del "gruppo di banchieri") affermò, profeticamente, nel 1992:
"I am driven to the conclusion that such a view – that economies are self-righting organisms which never under any circumstances need management at all – did indeed determine the way in which the Maastricht Treaty was framed. It is a crude and extreme version of the view which for some time now has constituted Europe’s conventional wisdom (though not that of the US or Japan) that governments are unable, and therefore should not try, to achieve any of the traditional goals of economic policy, such as growth and full employment.
All that can legitimately be done, according to this view, is to control the money supply and balance the budget. It took a group largely composed of bankers (the Delors Committee) to reach the conclusion that an independent central bank was the only supra-national institution necessary to run an integrated, supra-national Europe."

E noi aggiungiamo e anticipiamo che comunque il mito della "indipendenza della banca centrale" è il presupposto implicito (sintetizzato in Italia dal famoso "divorzio") di questa fanatica ideologia anti-Stato costituzionale democratico.

Ecco l'intervento di Umanesimo:
"Oggi stiamo vivendo in un limbo o, probabilmente, in uno pseudo-limbo, atteso che appare lontana la prospettiva federale per l'Unione europea.
Quando è iniziato - come avrebbe detto, sul piano generale, Friedrich - il "federalizing process", partendo da forme d'integrazione settoriali, si è passati a forme più estese, protese, almeno virtualmente, alla realizzazione di uno Stato federale di senso compiuto, in cui la Costituzione (europea ndr) si sarebbe sostituita al Trattato.
In effetti, ancora siamo in presenza di un sistema che non è una confederazione di tipo classico né uno Stato federale, ma - come qualche anno fa suggeriva una certa dottrina (in partic., La Pergola) - una forma di Confederazione di tipo nuovo, basato su un Trattato, e dunque retto da norme di diritto internazionale, in cui si decide per le questioni più significative all'unanimità (per garantire la sovranità dei singoli membri) ma che, per altri versi, richiama il modello federale.
Non c'è una sola assemblea rappresentativa degli Stati membri (tipo assemblea confederale) ma più centri decisionali (Parlamento, Commissione, Consiglio dell'Unione, Banca centrale, e da Lisbona, il Consiglio europeo, ormai entrato tra le istituzioni, la Corte di giustizia).
Peraltro, la resistenza nei confronti dell'approdo "federale" si è manifestata quando non è stata adottata la Costituzione europea, quale naturale conseguenza del passaggio da una confederazione (sebbene di tipo nuovo) ad una federazione.
La scelta, in qualche misura, "ibrida" della forma di Stato adottata e mantenuta ha determinato l'anomalia comunitaria, in cui il Parlamento (almeno fino ad Amsterdam e poi Lisbona) pativa il c.d. "deficit democratico", lasciando interamente al Consiglio dell'Unione il potere normativo, su iniziativa della Commissione, la quale assume anche la funzione di governo, senza alcuna responsabilità politica nei confronti del Parlamento.
Inoltre, ma non meno problematico, il ruolo e la funzione affidati alla Banca centrale europea, la cui istituzione ha determinato la rinuncia alla funzione originaria delle singole Banche centrali nazionali, senza sostituirsi a queste ultime nel potere di regolare il sistema attraverso una politica monetaria di livello europeo.
Infine, una moneta unica di nome ma non di fatto.
Pertanto, il guado in cui si trova il sistema europeo può essere, oggettivamente, superato andando avanti con il processo federale o indietro con il processo confederale di tipo classico.
Ma, probabilmente, oggi, in considerazione della situazione che si è manifestata, la via più costruttiva potrebbe essere una retromarcia, verso una confederazione di tipo classico, la cui Unione sia rappresentata da un'assemblea confederale, che decida all'unanimità sulla difesa e sulla politica estera comune, quale segno del ripristino delle sovranità nazionali e anche del dettato dell'art. 11 della nostra Costituzione: "l'Italia ripudia la guerra (...); consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo", atteso che ogni imposizione che oggi proviene dall'Europa ci viene giustificata dalla finalità di pace.
Ma è proprio la pace (sociale e civile) che oggi è  messa a dura prova". 

8 commenti:

  1. essendo io un piccolo proletario di provincia, e appartenente alla vechia guardia (che molto ha fatto per i proletari e in genere per i lavoratori), mi trovo un po' a disagio a dire la mia, vista la "sostanza" del blog stesso e dei suoi partecipanti (che molti si nascondano dietro pseudonimi mi lascia però un po' perplesso...). comunque. io seguo il suo blog da subito, ne ho avuto notizia dal blog di bagnai, che dice di non essere marxista e nonostante ciò mi va benissimo, e seguo pure i blog fratelli. mi tengo grazie a loro, e quindi anche a lei, informato, curo la mia salute, mi son seduto sulla riva del fiume e attendo, ma niente da confondere col "deserto dei tartari". mi perdoni la prolissità, ma dovevo tranquillizzare me stesso. a me pare che in italia non si siano capite origine e ragione della crisi attuale, crisi finale del modo di produrre capitalistico, e quindi il perchè dell'agire diciamo così sconsiderato del capitalismo nordamericano e tedesco. e già, quelli han capito che siamo al dunque e che quindi bisogna impadronirsi delle ricchezze del mondo colle tonnellate di moneta che fra pochi anni non avranno più valore, si non avranno più valore, ma intanto si son presi tutto e ridotto il cosidetto popolo lavoratore a livello di schiavitù. allora, la storia, diamo alla crisi il rango di storia, non comincia ora, bensí a fine degli anni settanta e gli usa comprendono che possono sopravvivere solo facendo guerra ovunque e acquistando e spargendo capitali ovunque, ricordo che gli usa senza l'industria delle armi e senza ciò che nelle loro guerre saccheggiano, sarebbero già falliti. il POTERE tedesco arriva a ruota, e come al solito fa le cose meglio: scatena una guerra economica contro i suoi concorrenti europei, ricordo che tutto avviene secondo il miglior von clausewitz e costui, già, era tedesco. da noi nessuno allora, e pochi, si pochi, ora ha capito di che si tratta. chi ci ha portato in nell'euro ha pensato, molto sinteticamente, che la moneta unica ci avrebbe costretto ad agire non corrotti, si sapevano perfettamente di essere dei politici corrotti, ma scoprendo poi che tutte le misure imposte dall'europa favorivano la "loro" corruzione, han continuato con la festa, sapendo che il caro monti a nient'altro serviva che a garantire che l'italia continuasse in direzione bangladesh, col plauso e appoggio di quasi tutti, vaticano compreso. possibile che in italia non abbiamo ancora capito che il POTERE tedesco è sempre lo stesso e che mira a dominare e dominare e ancora dominare? e che non ci si organizzi di conseguenza? il suo blog è fortissimo per quel che riguarda l'informazione giuridica e, con bagnai, economica, ma, e chiedo perdono per la mia prolissità, non potrebbe lei, e gli intellettuali che partecipano, buttare, cosí, come fosse il sale necessario, un po' di idee politiche? grazie per l'ospitalità
    franco valdes

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    1. Caro Franco, se segui questo blog e goofy dovresti fare una fatica enorme, dato che nè lì nè qui si pensa a una crisi finale del capitalismo genericamente intesa.
      A rigore, poi, questa crisi "finale", del capitalismo analizzato da Marx, c'è già stata: e ha segnato la nascita delle costituzioni democratiche che garantiscono i "diritti sociali" e del processo conseguente di redistribuzione.
      Che però non porta all'abolizione del capitalismo, ma alla sua forma "sociale" cioè in cui la maggioranza, e non una minoranza, aumenta la sua prosperità e tutto il sistema se ne giova. E questo (se non interrotto da Maastricht) avrebbe consentito anche di sviluppare tecnologie diffuse che tutelassero meglio l'ambiente.
      Ma l'euro, proprio l'euro, inteso come DISEGNO POLITICO DI RESTAURAZIONE DEL VETERO-CAPITALISMO, si è messo in mezzo.
      A parte che anche essendo "prolissi", non si riesce a esaurire l'argomento, degli USA non farei il demonio che indichi: da lì arriva la salvezza dal nazismo e ci salveranno, di fatto, anche questa volta.
      Gli USA sono una democrazia "molto" imperfetta, (come quasi tutte) a non sempre riescono a bilanciare il "cuore selvaggio del capitalismo.

      Ma la preferisco sia alla mistica del "più europa", che è la negazione della democrazia(essendo una tecno-oligarchia finanziaria), sia allo stalinismo (dittatura del proletariato: quest'ultimo non va sia perchè è una dittatura, con tutte le sue brutalità inumane, sia perchè presuppone che il popolo rimanga...proletariato, mentre le nomenklature, arroganti e crudeli, se la spassano.
      Ma questi passaggi sono ben chiari nel discorso che si svolge qui (e su goofy, credo).
      Forse non ti interesserà, allora: qui parliamo della "democrazia costituzionale del lavoro" del 1948 e del suo ripristino. Che nessuno potrebbe impedirci di compiere se la coscienza democratica e la cultura civile fossero perseguite da tutti con passione...e senza bisogno di accusare gli USA

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  2. Mi vengono in mente i "vecchi" progetti della CED (comunità di difesa), e della CPE (comunità politica), fatti cadere nel cestino negli anni '60 (anche e soprattutto ad opera della Francia, se non erro), per far strada ad un approccio basato sul "funzionalismo economico". Tale approccio, lungi dal favorire l'integrazione europea, ha portato alla crisi attuale ed all'affermazione dell'ennesimo (e pericoloso), progetto egemonico tedesco.

    La storia sembra pertanto dimostrare che mai l'economia può precedere la politica: quando ciò accade, infatti, le conseguenze non sono mai (e dico mai), buone: nè per l'uomo, nè per la società, nè per la democrazia.

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    1. E perchè quei "vecchi progetti" erano prodotti da una classe politica europea preoccupata della salvezza e realizzazione della democrazia (forse perchè c'era la guerra fredda?). POi sono arrivati i "gruppi di banchieri" a fare i "costituenti" d'europa...e giù stupore ammirato dei giornali\media (posseduti e\o partecipati dagli stessi "gruppi").
      Complottismo? Ma mi facciano il piacere...

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    2. -Un segmento di linea retta può essere disegnato unendo due punti a caso.
      -Un segmento di linea retta può essere esteso indefinitamente in una linea retta.
      Euclide, famoso complottista Greco

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  3. "In effetti, ancora siamo in presenza di un sistema che non è una confederazione di tipo classico né uno Stato federale, ma - come qualche anno fa suggeriva una certa dottrina (in partic., La Pergola) - una forma di Confederazione di tipo nuovo, basato su un Trattato, e dunque retto da norme di diritto internazionale, in cui si decide per le questioni più significative all'unanimità (per garantire la sovranità dei singoli membri) ma che, per altri versi, richiama il modello federale".

    Bisognerebbe inoltre considerare che questo trattato (di Lisbona) è stato volutamente redatto in maniera confusa, come ammesso da più parti , per essere al riparo dal voto popolare che precedentemente aveva bocciato il testo della Costituzione Europea. E che, nella sostanza, era la stessa cosa.

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  4. Segnalo che ho tradotto l'articolo di Godley (abusivamente ma spero in modo soddisfacente :) qui.

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    1. SEI UN GRANDE E DICO SUL SERIO!
      A proposito se mi scrivi alla mail che dovresti avere vorrei proporti un "lavoretto"...divertente ovviamente :-)

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